In questo articolo esploreremo l'argomento Strada statale 221 di Monterchi da diverse prospettive e approcci. Data la sua rilevanza oggi, è fondamentale comprendere le implicazioni e le ramificazioni che Strada statale 221 di Monterchi ha sulla nostra società. In questo articolo esamineremo a fondo le diverse sfaccettature di Strada statale 221 di Monterchi, dalla sua origine e storia al suo impatto sul mondo contemporaneo. Attraverso interviste agli esperti, analisi dei dati ed esempi concreti, forniremo al lettore una visione completa e dettagliata di Strada statale 221 di Monterchi, con l'obiettivo di generare una comprensione più profonda e critica di questo importante argomento.
Strada Statale 221 di Monterchi SP 221 - SR 221 Di Monterchi | |
---|---|
![]() | |
Denominazioni successive | Strada provinciale 221 di Monterchi (in Toscana) Strada regionale 221 di Monterchi (in Umbria) |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regioni | ![]() ![]() |
Dati | |
Classificazione | Strada provinciale e regionale |
Inizio | Le Ville di Monterchi |
Fine | Città di Castello |
Lunghezza | 15,700[1][2] km |
Provvedimento di istituzione | D.M. 16/11/1959 - G.U. 41 del 18/02/1960[3] |
Gestore | Tratte ANAS: nessuna (dal 2001 la gestione è passata alla Provincia di Arezzo e alla Regione Umbria, che ha ulteriormente devoluto le competenze alla Provincia di Perugia) |
L'ex strada statale 221 di Monterchi (SS 221), ora strada provinciale 221 di Monterchi (SP 221)[4] in Toscana e strada regionale 221 di Monterchi (SR 221)[5] in Umbria, è una strada regionale e provinciale italiana.
La strada ha origine dalla strada statale 73 Senese Aretina nei pressi de Le Ville, frazione di Monterchi. Da qui la strada procede verso est raggiungendo la stessa Monterchi, per poi sconfinare in Umbria dove termina il proprio percorso nei pressi dello svincolo di Città di Castello della SS3bis (E45).
In seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 2001 la gestione del tratto toscano è passato dall'ANAS alla Regione Toscana che ha provveduto al trasferimento dell'infrastruttura al demanio della Provincia di Arezzo[6]; la gestione del tratto umbro è invece passata alla Regione Umbria che ha poi ulteriormente devoluto le competenze alla Provincia di Perugia mantenendone comunque la titolarità[7].