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Giovanni Battaglin | ||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | |||||||||||||||
Ciclismo ![]() | ||||||||||||||||
Specialità | Strada | |||||||||||||||
Termine carriera | 1984 | |||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||
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Giovanni Battaglin (Marostica, 22 luglio 1951) è un ex ciclista su strada italiano, professionista dal 1973 al 1984.
Vinse il Giro d'Italia e la Vuelta a España nel 1981, diventando il secondo ciclista della storia dopo Eddy Merckx, che vi era riuscito nel 1973, a realizzare questa accoppiata. Conquistò vittorie di tappa in tutti e tre i Grandi giri: quattro frazioni al Giro d'Italia e una a testa al Tour de France e alla Vuelta a España. Inoltre ha indossato in cinque occasioni la maglia rosa, simbolo del primato in classifica generale al Giro, due volte nel 1975 e tre nel 1981, ed in tredici occasioni la maglia amarillo alla Vuelta. Nel suo palmarès figurano anche la maglia a pois simbolo della vittoria nella classifica scalatori al Tour de France, la Vuelta al País Vasco, entrambe vinte nel 1979, la Milano-Torino 1980 e numerose altre classiche del panorama italiano.
Nel 1972 vinse il Giro d'Italia dilettanti con la formazione dilettantistica padovana Jollj Ceramica, diretta da Marino Fontana. L'anno dopo passò professionista con la stessa Jollj Ceramica, anch'essa al debutto nel professionismo,[1] piazzandosi terzo al Giro d'Italia, dietro a Eddy Merckx e Felice Gimondi, e vincendo il Giro del Lazio. Nel 1974 vinse il Giro dell'Appennino; nel 1975 sembrava destinato ad aggiudicarsi il Giro d'Italia dopo aver vinto due tappe, una in salita e una a cronometro, e aver indossato per un giorno la maglia rosa, ma un crollo sulla salita del Ciocco lo costrinse a un finale di Giro (vinto dal compagno di squadra Fausto Bertoglio) nelle retrovie. Durante la stagione vinse anche il Giro di Puglia e la Coppa Sabatini; nel 1976 fece invece sua la tappa di Caen al Tour de France.
Nel 1978 passò alla Fiorella Mocassini-Citroën, sotto la direzione di Luciano Pezzi, e durante l'anno conquistò tre tappe consecutive al Tour de Suisse e la Coppa Bernocchi. Approdato alla nuova Inoxpran nel 1979, in stagione conquistò la Vuelta al País Vasco e numerose classiche del calendario italiano e si classificò sesto al Tour de France, vincendone la classifica scalatori; questo successo non gli venne revocato nonostante la positività al doping riscontrata in quel Tour, che prevedeva solamente 10' di penalità.[2] Nello stesso anno, con la maglia della Nazionale italiana, fu tra i protagonisti ai campionati mondiali disputatisi a Valkenburg, entrando della fuga vincente, ma cadde ostacolato dall'olandese Jan Raas e dal tedesco Dietrich Thurau, che gli tagliarono la strada nella volata finale.
Nel 1980 fu terzo al Giro d'Italia dietro Bernard Hinault e Wladimiro Panizza, vincendo anche le prestigiose Milano-Vignola e Milano-Torino. L'anno della consacrazione fu il 1981, nel corso del quale vinse il Giro d'Italia e la Vuelta a España, "accoppiata" riuscita in precedenza solo ad Eddy Merckx ed in seguito ad Alberto Contador. Dopo i trionfi al Giro ed alla Vuelta non ottenne più risultati di rilievo e si ritirò dal ciclismo professionistico nel 1984, anno in cui ebbe termine il contratto con la Carrera (ex Inoxpran).
Sempre nel 1981 dopo la vittoria al Giro d'Italia fonda l'azienda Battaglin Cicli.[3]