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Acido mesossalico | |
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Nome IUPAC | |
acido ossopropandioico | |
Nomi alternativi | |
acido chetomalonico acido ossomalonico | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C3H2O5 |
Massa molecolare (u) | 118,045 |
Aspetto | solido cristallino |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 207-473-4 |
PubChem | 10132 |
DrugBank | DBDB03589 |
SMILES | C(=O)(C(=O)O)C(=O)O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,832 |
Temperatura di fusione | 119-120 °C 113-121 °C (monoidrato) |
Indicazioni di sicurezza | |
L'acido mesossalico, noto anche come acido chetomalonico o ossomalonico, è un acido bicarbossilico[1] chetonico di formula molecolare C3H2O5 e formula semistrutturale HOOC−CO−COOH, o anche O=C(COOH)2. I suoi sali, ma anche i suoi esteri, si chiamano mesossalati. In natura si trova contenuto in piccole quantità nella barbabietola da zucchero e nell'erba medica.[2]
A temperatura ambiente si presenta come un solido cristallino incolore/bianco, deliquescente, solubilissimo in acqua e in alcool e solubile anche in etere.[2][3] In realtà, in acqua reagisce sommando una molecola H2O al carbonio carbonilico per dare il gem-diolo[4] corrispondente, cioè l'acido 2,2-diidrossimalonico:
O=C(COOH)2 + H2O → (HO)2C(COOH)2
Questa reazione di idratazione sostanzialmente completa è caratteristica comune ad aldeidi e chetoni aventi uno o due gruppi elettronattrattori uniti al carbonile,[4] come accade ad esempio nella ninidrina (due gruppi C=O in posizione α), nel cloralio (-CCl3 in α),[4] nell'esafluoroacetone (due -CF3 in α)[5] e qui per la presenza di due gruppi carbossilici; in questi casi il carbonile è reso più elettrofilo; in effetti, il monoidrato che si ottiene dall'acido mesossalico è isolabile, a differenza di quello che si forma reversibilmente quando tali gruppi non ci sono.[6] Come l'acido, anche i suoi esteri sono soggetti all'idratazione. In effetti la comune forma commerciale dell'acido mesossalico è quella del suo monoidrato, anch'esso molto solubile in acqua e da tale soluzione è cristallizzabile.
Dato che l'idratazione è spontanea, la forza acida in soluzione acquosa può essere determinata sperimentalmente solo per la forma idrata, ossia per il suo gem-diolo: pKa1 = 2,01; pKa2 = 2,82. Tali valori indicano che questo acido è più forte, in entrambe le dissociazioni, dell'acido malonico (pKa1 = 2,83; pKa2 = 5,69)[7] ed anche un po' più forte dell'acido 2-idrossimalonico (acido tartronico) (pKa1 = 2,42; pKa2 = 4,54),[8] i quali sono acidi strutturalmente connessi. Come si vede, infatti, la forza acida cresce all'aumentare dei gruppi OH sul C centrale, quindi con il suo stato di ossidazione. Tuttavia, risulta un po' meno forte dell'acido ossalico (pKa1 = 1,28; pKa2 = 4,27) in prima dissociazione, ma più forte nella seconda. Il pKa1 dell'acido mesossalico è stato stimato computazionalmente essere1,56,[9] mentre un'altra stima calcola 1,15 ± 0,54.[10]
Il suo dianione (C3O52–), un potenziale chelante per ioni metallici, è degno di nota in quanto contiene solo C e O, una particolarità che appartiene, oltre allo ione il carbonato (CO32–), a non molti altri:[11] l'acetilendiolato (C2O22–),[12][13] l'ossalato (C2O42–) e la serie dei dienolati policarbonilici ciclici, il deltato (C3O32–), lo squarato (C4O42–), il croconato (C5O52–) e il rodizonato (C6O62–);[14] anche l'esaanione dell'acido mellitico (C12O126–) è di questo tipo.
Anche il monoidrato del mesossalato (H2C3O52–) può formare complessi metallici.[15]
Come nel caso dell'acido piruvico (pKa = 2,50[16]), anche il mesossalico a pH fisiologico risulta praticamente tutto deprotonato.[17] La sua ammide mista con l'urea (mesossalilurea o allossana) costituisce l'ultimo metabolita dell'acido urico.