Isabelle Huppert è un argomento che ha catturato l'attenzione di molte persone nel corso degli anni. Con una storia ricca di eventi e fatti significativi, Isabelle Huppert ha lasciato un segno indelebile nella società e ha generato innumerevoli riflessioni e dibattiti. Dalle sue origini fino alla sua attualità, Isabelle Huppert è stato oggetto di studio, analisi e ammirazione da parte di esperti e fan. In questo articolo esploreremo in dettaglio i vari aspetti di Isabelle Huppert, il suo impatto in diversi ambiti e la sua influenza sulla vita quotidiana delle persone.
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Nata a Parigi, figlia di Raymond Huppert (1914-2003), industriale che possedeva un'azienda di casseforti, nonché Cavaliere della Legion d'Onore, e di Annick Beau (1914-1990), professoressa d'inglese e insegnante di piano[1], trascorre l'infanzia a Ville-d'Avray, incoraggiata in tenera età dalla madre a recitare.
Huppert ha una relazione con lo scrittore, produttore e regista Ronald Chammah dal 1982. La coppia ha tre figli, fra cui l'attrice Lolita Chammah, con la quale la madre ha recitato in cinque film.
Huppert è proprietaria dei cinema di repertorio Christine Cinéma Club ed Ecoles Cinéma Club di Parigi, curati dal figlio Lorenzo.
Critica
Huppert detiene il record per essere l'attrice con il maggior numero di film iscritti al concorso ufficiale del Festival di Cannes. Al 2022 ha avuto ventidue film nella competizione principale e un totale di ventinove film proiettati al festival. Le frequenti apparizioni di Huppert a Cannes l'hanno portata a essere soprannominata "la regina di Cannes" dai giornalisti.
Isabelle Huppert nel 1998
David Thomson su Madame Bovary di Claude Chabrol: " deve essere classificata come una delle attrici più affermate al mondo oggi, anche se sembra priva della passione o dell'agonia della sua contemporanea, Isabelle Adjani ".
Stuart Jeffries di The Observer su La pianista: "Questa è sicuramente una delle più grandi interpretazioni della già illustre carriera di attore di Huppert, anche se è molto difficile da guardare". Il regista, Michael Haneke: " ha una tale professionalità, il modo in cui è in grado di rappresentare la sofferenza. Da un lato c'è l'estremo della sua sofferenza e poi c'è il suo gelido intellettualismo. Nessun altro attore può combinare le due cose".
Della sua interpretazione in Hidden Love del 2007, Roger Ebert ha dichiarato: "Isabelle Huppert fa un bel film dopo l'altro ... è senza paura. I registi spesso dipendono dal suo dono per trasmettere depressione, compulsione, egoismo e disperazione. Può essere divertente e affascinante, ma lo possono fare anche molti attori. Lei è al completo controllo di un volto che guarda il vuoto con vacuità". Nel 2010, Stu VanAirsdale l'ha descritta come "probabilmente la più grande attrice cinematografica del mondo".
Il lavoro di Huppert in Elle e Le cose che verranno è in cima alla classifica di The Playlist di "The 25 Best Performances Of 2016": "Lei corre la gamma emotiva da un film all'altro, carnale, selvaggia, distrutta, svogliata, invulnerabile ma esposta, una donna sull’orlo del collasso che rifiuta di soccombere alle sue instabilità. La carriera di Huppert abbraccia quattro decenni e cambia, oltre a un mucchio di premi e riconoscimenti, ma con Elle e Things to Come, potrebbe benissimo vivere il suo anno migliore."
Mary Said What She Said, di Robert Wilson. Théâtre de la Ville di Parigi, Wiener Festwochen di Vienna, Cultural Centre of Belém di Lisbona, Teatre Lliure di Barcellona, Thalia Theater di Amburgo (2019, 2023-2025)
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Isabelle Huppert è stata doppiata da:
Angiola Baggi ne Il buio nella mente, Le affinità elettive, Law & Order - Unità vittime speciali, Grazie per la cioccolata, Il figlio di due madri, La pianista, Gabrielle, La commedia del potere, Proprietà privata, Home, Una diga sul Pacifico, Amour, In Another Country, Il paradiso degli orchi, Il condominio dei cuori infranti, Elle, Greta, La promessa - Il prezzo del potere, L'ombra di Caravaggio, The Romanoffs
Alessandra Korompay ne Il mio migliore incubo!, Eva, La padrina - Parigi ha una nuova regina, La verità secondo Maureen K., Mon Crime - La colpevole sono io, Viaggio in Giappone
Franca D'Amato in 8 donne e un mistero, I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita, La religiosa, Happy End
Liliana Sorrentino in La storia vera della signora delle camelie, Un affare di donne, Madame Bovary
^(EN) Awards 1978, su festival-cannes.fr. URL consultato il 18 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
^(EN) Awards 2001, su festival-cannes.fr. URL consultato il 7 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2014).
^abXVI EDIZIONE, su Premio Europa per il Teatro. URL consultato il 16 dicembre 2022.
«Nata come attrice teatrale, Isabelle Huppert alterna il cinema al teatro con straordinaria produttività e con risultati che ne fanno l’interprete forse più premiata di sempre. Il suo nome, strettamente legato al cinema d’autore francese ed europeo, garantisce la qualità delle produzioni alle quali partecipa: è un’artista che sceglie con cura le sceneggiature, i suoi ruoli e i registi con cui lavorare ed è sempre capace di dare un segno ai film che interpreta. Huppert, icona mondiale del cinema contemporaneo, non ha mai abbandonato il teatro, arte che continua a praticare con passione, grande interesse e mirabili prove attoriali. Le ragioni della sua passione teatrale, da lei stessa espresse aprendo lo scorso marzo la Giornata Mondiale del Teatro, possono coincidere pienamente con le motivazioni del XVI Premio Europa per il Teatro che, con gioia autentica, le assegniamo quest’anno: «Il teatro per me è l’altro, il dialogo, l’assenza di odio, l’amicizia tra i popoli. Non so bene che cosa significhi, ma credo nella comunità, nell’amicizia tra gli spettatori e gli attori, nell’unione di tutti quelli che il teatro riunisce, quelli che scrivono, che traducono, quelli che lo illuminano, lo vestono, lo decorano, quelli che lo interpretano, quelli che lo fanno, quelli che ci vanno. Il teatro ci protegge, ci dà rifugio. Sono convinta che ci ama tanto quanto noi l’amiamo. Mi ricordo di un vecchio direttore di scena all’antica, che prima di sollevare il sipario, dietro le quinte, diceva ogni sera con voce ferma: “Spazio al teatro!”»