Nel mondo di oggi, Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino occupa un posto centrale nella società. Che sia per il suo impatto sulla cultura popolare, per la sua rilevanza in campo accademico, per la sua influenza in politica o per la sua importanza nella storia, Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino si presenta come un argomento di interesse che non lascia nessuno indifferente. Nel corso degli anni Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha suscitato l'interesse di ricercatori, giornalisti, scrittori e gente comune, generando dibattiti, riflessioni e discussioni attorno al suo significato, alla sua evoluzione e al suo impatto su diversi aspetti della vita quotidiana. In questo articolo approfondiremo gli aspetti più rilevanti di Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, esplorandone le origini, il suo sviluppo e la sua influenza sulla società odierna.
Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino Dioecesis Assisiensis-Nucerina-Tadinensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve | ||
Regione ecclesiastica | Umbria | ||
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Arcivescovo (titolo personale) | Domenico Sorrentino | ||
Vicario generale | Giovanni Zampa | ||
Presbiteri | 208, di cui 48 secolari e 160 regolari 401 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 258 uomini, 467 donne | ||
Diaconi | 19 permanenti | ||
Abitanti | 87.824 | ||
Battezzati | 83.462 (95,0% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 722 km² | ||
Parrocchie | 62 (5 vicariati) | ||
Erezione | III secolo (Assisi) V secolo (Nocera Umbra e Gualdo Tadino) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Rufino | ||
Concattedrali | Santa Maria Assunta, San Benedetto | ||
Santi patroni | San Rufino (patrono principale), San Rinaldo (compatrono), Beato Angelo da Gualdo (compatrono) | ||
Indirizzo | Piazza del Vescovado 3, 06081 Assisi , Italia | ||
Sito web | www.diocesiassisi.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino (in latino Dioecesis Assisiensis-Nucerina-Tadinensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2022 contava 83.462 battezzati su 87.824 abitanti. È retta dall'arcivescovo (titolo personale) Domenico Sorrentino.
La diocesi comprende i comuni di Assisi (esclusa la frazione di Armenzano che appartiene alla diocesi di Foligno), Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Bettona, Fossato di Vico, Sigillo, Bastia Umbra (eccetto la frazione di Ospedalicchio[1]), Valfabbrica e Cannara.
Sede vescovile è la città di Assisi, dove si trova la cattedrale di San Rufino. A Nocera Umbra sorge la concattedrale di Santa Maria Assunta, a Gualdo Tadino la concattedrale di San Benedetto.
Il territorio si estende su 722 km² ed è suddiviso in 62 parrocchie, raggruppate in 5 vicariati foranei.
Ad Assisi ha sede il Pontificio seminario regionale umbro, ossia il seminario della regione ecclesiastica Umbria.
Assisi è celebre per essere la città natale di san Francesco; tutti i luoghi a lui legati sono stati preservati o trasformati in santuari. Tra questi la basilica di Santa Maria degli Angeli, fatta costruire sul modello della basilica di San Pietro di Roma da papa Pio V al di sopra della Porziuncola, culla dell'ordine francescano e luogo della morte di Francesco. I resti del santo sono adesso custoditi nella basilica papale di San Francesco, la cui prima pietra fu posta il 25 luglio 1228 da papa Gregorio IX e consacrata da papa Innocenzo IV; la basilica è costituita da tre santuari sovrapposti ed è una delle prime chiese gotiche in Italia.
Altri significativi edifici francescani della diocesi di Assisi sono: la chiesa Nuova, costruita sopra la casa natale di Francesco a spese di re Filippo III di Spagna nel 1615; la basilica di Santa Chiara, costruita nel XIII secolo, contiene i resti di santa Chiara, fondatrice insieme a San Francesco dell'ordine delle monache clarisse; il convento di San Damiano, dove Chiara fu badessa; l'Eremo delle Carceri sul monte Subasio; il santuario di Rivotorto.
L'odierna diocesi nasce nel 1986 dall'unione di due antiche sedi vescovili, Assisi e Nocera Umbra, che nel 1915 aveva assunto il nome di Nocera Umbra-Gualdo Tadino.
La diocesi fu eretta nel III secolo. La prima predicazione cristiana ad Assisi, secondo la tradizione, si attribuisce a san Crispolto, vescovo di Bettona (l'antica Vettona), che soffrì il martirio sotto l'imperatore Massimiano. La tradizione attribuisce alla sede assisiate come primi vescovi tre santi martiri: Rufino, santo patrono della diocesi, Vittorino e Sabino. Incerta è l'attribuzione ad Assisi dei vescovi Basilio e Deodato.
Avenzio, primo vescovo storicamente accertato a metà circa del VI secolo, intercedette con Totila a nome degli Assisiati, evitando alla città il saccheggio da parte dell'esercito ostrogoto in marcia contro Roma. Inoltre nel 547 fu legato degli Ostrogoti presso l'imperatore Giustiniano I. Probabilmente all'epoca di questo vescovo Assisi assorbì il territorio della diocesi di Bettona.[2]
Molti dei vescovi dei secoli successivi sono noti grazie alla loro presenza ai concili celebrati dai pontefici. Il primo di questi è Aquilino, che prese parte al concilio lateranense del 649 indetto da papa Martino I per condannare l'eresia monotelita.
Nel VII e nell'VIII secolo Assisi cadde sotto il dominio dei duchi longobardi, e nel 773 fu rasa al suolo da Carlo Magno; che successivamente la ricostruì, epurandola dagli ariani e dai sostenitori dei longobardi. In quegli anni fu costruita la rocca di Assisi, aumentando il potere militare e l'importanza della città.
Nel 963, in una pergamena del vescovo Eremedio, è attestato per la prima volta l'esistenza dell'episcopio presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, primitiva cattedrale della diocesi.[3] Il vescovo Ugo (1029-1052) trasferì la cattedrale nella chiesa di San Rufino, da lui stesso fatta costruire al posto del piccolo oratorio dove si veneravano i resti del santo. Nel 1140 fu dato avvio alla sua ricostruzione che si concluse nel secolo successivo, con la consacrazione dell'altare maggiore nel 1228 e dell'intera chiesa nel 1253. Il vescovo Ugo ebbe anche un ruolo importante nella politica religiosa del tempo, quando divenne il capo della delegazione dei vescovi inviati alla dieta di Worms dove venne eletto papa Leone IX.[4]
Agli inizi del XIII secolo Assisi vide il sorgere dell'ordine religioso fondato da san Francesco e del ramo femminile, le monache clarisse, raccolte attorno a santa Chiara. A partire dalla metà del secolo la diocesi fu retta da vescovi provenienti dall'ordine francescano.
In base al privilegio concesso da papa Innocenzo III al vescovo Guido I nel 1198, ritenuto tuttavia un falso,[5] all'epoca «il territorio diocesano comprendeva gli attuali territori comunali di Assisi, Bastia Umbra, Cannara, Bettona, Valfabbrica e un piccolo lembo dei comuni di Gualdo Cattaneo e di Bevagna».[3] Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi assisiate, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, era tra le più piccole dell'Umbria, estendendosi su un territorio di circa 312 km², comprendendo un totale di 95 chiese, di cui 41 nei centri urbani e 54 nei centri rurali.[6]
A partire dalla seconda metà del XVI secolo i vescovi si impegnarono per l'attuazione dei decreti di riforma del concilio di Trento; tra questi si distinsero in modo particolare Filippo Geri (1564-1575), che dette avvio ai lavori di costruzione della basilica di Santa Maria degli Angeli, Marcello Crescenzi (1591-1630), che pose mano alla ricostruzione del palazzo vescovile ed istituì il seminario diocesano, che si sviluppò con il successore Tegrimo Tegrimi (1630-1641). Nel Settecento il vescovo Ottavio Ringhieri (1736-1755) avviò una serie di riforme e di provvedimenti per limitare l'avanzata delle idee illuministiche nella diocesi.
Durante l'occupazione francese, il vescovo Francesco Maria Giampè (1796-1827) si rifiutò di prestare giuramento a Napoleone e per questo motivo venne esiliato in Corsica, come buona parte del suo clero.
Agli inizi del Novecento la diocesi fu retta da due vescovi, Luigi De Persiis (1896-1904) e Ambrogio Luddi (1905-1927), convinti oppositori del modernismo teologico. A farne le spese il biografo francescano Paul Sabatier, fondatore ad Assisi nel 1902 della «Società internazionale di studi francescani».[3]
Il vescovo Giuseppe Placido Nicolini durante l'occupazione tedesca nascose e protesse oltre 300 ebrei; per la sua azione eroica è riconosciuto tra i giusti tra le nazioni a Yad Vashem.[7] Fu durante il vescovado di Nicolini che avvenne la visita di papa Giovanni XXIII ad Assisi, la prima di un pontefice fuori da Roma dopo il 1870.
Dal 5 al 9 settembre 1951 Assisi ospitò il XIII Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Ildefonso Schuster.
Il 14 aprile 1980 la parrocchia San Michele Arcangelo di Limigiano, nel comune di Bevagna, passò all'arcidiocesi di Spoleto.[8]
Nel IV secolo o nel V secolo fu eretta la diocesi di Tadinum. Secondo la tradizione l'evangelizzazione del territorio è attribuita al vescovo san Feliciano di Foligno. Di questa antica sede sono noti due vescovi: san Facondino, che si vuole identificare[9] con l'omonimo vescovo che, secondo la testimonianza di Atanasio di Alessandria, avrebbe aderito, pur non partecipandovi, alle decisioni del concilio di Sardica (343/344); e Gaudenzio, che partecipò al concilio romano indetto da papa Simmaco nel 499. Da una lettera di Gregorio Magno, si evince che nel 599 la diocesi fosse vacante e che il pontefice vi inviò come visitatore il vescovo Gaudioso di Gubbio perché eleggesse come vescovo una persona idonea. La diocesi scomparve a causa della distruzione operata prima dai Goti, poi dai Longobardi e infine dagli Saraceni.
La storiografia ha prodotto due ipotesi sull'origine della diocesi di Nocera e sul suo legame con quella di Tadinum.[10] Alcuni storici sostengono che la diocesi di Nocera esistesse già in epoca romana e, benché sia difficile distinguere i vescovi della sede umbra da quelli dell'omonima diocesi di Nocera in Campania, vi attribuiscono sicuramente il vescovo Aprile attestato al concilio romano del 6 novembre 502[11][12]; in seguito anche la diocesi di Nocera in Umbria scomparve e fu ristabilita nell'alto medioevo dai pontefici, che vi unirono le antiche sedi di Tadino, di Plestia, di Sentinum (Sassoferrato) e di Usentis (di incerta identificazione). Altri autori invece, basandosi sulla Vita di san Rinaldo, vescovo nocerino dell'inizio del XIII secolo, ritengono che la diocesi di Nocera sia sorta solo nell'alto medioevo, forse tra VIII e IX secolo[10], per il trasferimento della sede vescovile di Tadino a Nocera, a cui furono unite altre antiche diocesi umbre da tempo scomparse.[13]
Non ci sono dubbi sul fatto che la diocesi di Nocera esistesse nell'XI secolo, per la presenza dei primi vescovi che si possono attribuire con certezza alla diocesi umbra, Romano, Dodone e Ludovico nella prima metà del secolo. Nella prima metà del XIII secolo la sede nocerina fu occupata dal santo vescovo Rinaldo, il cui culto si diffuse ben presto nella diocesi di cui fu proclamato santo patrono.
Dopo la distruzione di Nocera nel 1248 per mano dell'imperatore Federico II, il vescovo, fuggendo con i suoi sacerdoti, fissò la sede episcopale della diocesi per oltre 40 anni nella canonica di San Facondino presso Gualdo Tadino.
Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Nocera, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, in rapporto alle altre diocesi umbre, era di media grandezza, estendendosi su un territorio di circa 767 km², comprendendo un totale di 179 chiese, di cui 35 nei centri urbani e 144 nei centri rurali.[6]
Nel XIV secolo è noto il primo sinodo diocesano, celebrato nel 1349 dal beato Alessandro Vincioli. Nel 1448 il vescovo Giovanni Marcolini dette avvio alla ricostruzione dell'antica cattedrale di Santa Maria Assunta caduta in rovina, i cui lavori furono ultimati nella prima metà del Cinquecento.
Nel 1569 il vescovo Girolamo Mannelli istituì il seminario diocesano; lo stesso vescovo, nel 1564, aveva emanato norme per l'applicazione dei decreti di riforma del concilio di Trento.[14]
Durante l'occupazione francese, il vescovo Francesco Luigi Piervissani (1800-1848) si rifiutò di prestare giuramento a Napoleone e per questo motivo venne esiliato a Trévoux. Al suo rientro in diocesi si impegnò attivamente per la ricostruzione della diocesi con una intensa attività pastorale.
Nel 1818 la diocesi perse una parte del suo territorio a vantaggio della diocesi di Cagli; questi stessi territori l'anno successivo divennero parte della nuova diocesi di Pergola.
Il 2 gennaio 1915 la diocesi di Nocera Umbra assunse il nome di diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino, in ricordo dell'antica diocesi di Tadinum e per l'accresciuta importanza assunta dalla città di Gualdo all'interno della diocesi a partire dall'Ottocento. La chiesa di San Benedetto, che già papa Pio IX aveva elevato al rango di collegiata, divenne ora cattedrale «honoris tantum causa», ossia come puro titolo onorifico.[15] Nel 1980 fu elevata da papa Giovanni Paolo II a basilica minore.
Il 5 giugno 1937 la parrocchia di Annifo, nel comune di Foligno, fu scorporata dalla diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino e annessa a quella folignate.[16]
Durante la guerra, la diocesi visse momenti di difficoltà e di scontri fra le diverse fazioni politiche. Il 9 giugno e il 14 luglio 1944 i sacerdoti Nicola Polidori e Gildo Vian furono fucilati dai partigiani, mentre il 19 giugno dello stesso anno un altro prete diocesano, David Berrettini, venne giustiziato dai nazisti dopo aver ottenuto la liberazione di 18 persone.[17] Il vescovo Domenico Ettorre (1940-1943) venne accusato dai fascisti di svolgere attività politica e di tenere contatti con partigiani democristiani; la sua ultima lettera pastorale venne sequestrata per ordine del governo filonazista.[18]
Il 19 marzo 1984 la diocesi di Nocera Umbra-Gualdo Tadino cedette le oltre 40 parrocchie che si trovavano nelle Marche alle limitrofe diocesi marchigiane di Fabriano, Pergola, Camerino e Senigallia.[19] Con queste cessioni, alla vigilia dell'unione con Assisi, la diocesi di Nocera Umbra-Gualdo Tadino comprendeva 39 parrocchie nei comuni di Nocera Umbra (15), Gualdo Tadino (16), Fossato di Vico (5) e Sigillo, e nelle frazioni di Casacastalda (comune di Valfabbrica) e di Isola Fossara (comune di Scheggia e Pascelupo).[20]
Il 15 agosto 1972 le due diocesi, fino ad allora immediatamente soggette alla Santa Sede, entrarono a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Perugia. Nel volgere di poco tempo rimasero vacanti per la morte dei vescovi Giuseppe Placido Nicolini (novembre 1973) e Giuseppe Pronti (febbraio 1974), cosicché il 12 dicembre 1974 Dino Tomassini poté essere nominato vescovo di entrambe, che vennero pertanto unite in persona episcopi.
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, fu stabilita la piena unione delle diocesi di Assisi e di Nocera Umbra-Gualdo Tadino e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome attuale.
Nel 2006 è stato inaugurato il museo diocesano di Assisi, erede del museo della cattedrale di San Rufino, fondato nel 1941 dal vescovo Giuseppe Placido Nicolini.
Dal 26 giugno 2021 è unita in persona episcopi alla diocesi di Foligno.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Incerta è l'attribuzione dei vescovi del primo millennio, perché nelle fonti storiche coeve non è mai indicato se la sede dei vescovi sia quella umbra o quella omonima in Campania; spesso perciò tra gli autori i vescovi sono citati in entrambe le cronotassi.[39]
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 87.824 persone contava 83.462 battezzati, corrispondenti al 95,0% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
diocesi di Assisi | |||||||||||
1905 | 28.500 | ? | ? | 189 | 64 | 125 | 151 | ? | ? | 35 | |
1950 | 34.653 | 34.653 | 100,0 | 172 | 52 | 120 | 201 | 154 | 480 | 36 | |
1959 | 42.442 | 42.442 | 100,0 | 161 | 40 | 121 | 263 | 220 | 465 | 37 | |
1970 | 45.000 | 45.000 | 100,0 | 177 | 42 | 135 | 254 | 165 | 539 | 37 | |
1980 | 59.500 | 60.000 | 99,2 | 155 | 38 | 117 | 383 | 188 | 534 | 37 | |
diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino | |||||||||||
1950 | 60.320 | 60.320 | 100,0 | 138 | 98 | 40 | 437 | 63 | 227 | 82 | |
1970 | 43.000 | 43.000 | 100,0 | 122 | 80 | 42 | 352 | 54 | 180 | 85 | |
1980 | 40.315 | 40.350 | 99,9 | 97 | 66 | 31 | 415 | 37 | 138 | 85 | |
diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino | |||||||||||
1990 | 75.000 | 75.400 | 99,5 | 217 | 78 | 139 | 345 | 1 | 273 | 570 | 63 |
1999 | 77.000 | 78.000 | 98,7 | 204 | 66 | 138 | 377 | 4 | 243 | 359 | 63 |
2000 | 77.000 | 78.000 | 98,7 | 193 | 64 | 129 | 398 | 4 | 234 | 259 | 62 |
2001 | 77.000 | 78.000 | 98,7 | 187 | 65 | 122 | 411 | 4 | 213 | 309 | 62 |
2002 | 77.500 | 78.000 | 99,4 | 204 | 65 | 139 | 379 | 4 | 229 | 490 | 63 |
2003 | 78.300 | 80.050 | 97,8 | 226 | 68 | 158 | 346 | 5 | 244 | 416 | 63 |
2004 | 78.500 | 80.730 | 97,2 | 204 | 65 | 139 | 384 | 5 | 220 | 420 | 63 |
2006 | 81.000 | 84.850 | 95,5 | 208 | 65 | 143 | 389 | 7 | 224 | 419 | 63 |
2012 | 84.300 | 88.600 | 95,1 | 208 | 67 | 141 | 405 | 8 | 218 | 472 | 63 |
2015 | 84.800 | 89.300 | 95,0 | 205 | 62 | 143 | 413 | 14 | 216 | 425 | 63 |
2018 | 83.680 | 88.180 | 94,9 | 222 | 66 | 156 | 376 | 17 | 220 | 269 | 63 |
2020 | 83.800 | 88.192 | 95,0 | 269 | 49 | 220 | 311 | 18 | 296 | 451 | 63 |
2022 | 83.462 | 87.824 | 95,0 | 208 | 48 | 160 | 401 | 19 | 258 | 467 | 62 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 7010155191951382440009 · SBN BVEV173488 |
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