Le crociate - Kingdom of Heaven

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Le crociate - Kingdom of Heaven
Baliano (Orlando Bloom) in una scena del film
Titolo originaleKingdom of Heaven
Lingua originaleinglese, arabo, italiano, latino
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Regno Unito, Germania
Anno2005
Durata144 min (versione cinematografica)
194 min (director's cut)
Rapporto2,35:1
Genereepico, storico, guerra, drammatico, azione, avventura
RegiaRidley Scott
SoggettoWilliam Monahan
SceneggiaturaWilliam Monahan
ProduttoreRidley Scott
Produttore esecutivoLisa Ellzey, Terry Needham, Branko Lustig
Casa di produzione20th Century Fox, Scott Free Productions, Studio Babelsberg
Distribuzione in italianoMedusa Film
FotografiaJohn Mathieson
MontaggioDody Dorn
Effetti specialiNeil Corbould, Wesley Sewell
MusicheHarry Gregson-Williams
ScenografiaArthur Max, Marco Trentini, John King, Sonja Klaus
CostumiJanty Yates
TruccoPaul Engelen, Aldo Signoretti
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo italiano del film

Le crociate - Kingdom of Heaven (Kingdom of Heaven) è un film del 2005 diretto e prodotto da Ridley Scott.

Colossal di produzione statunitense-britannica, il film si svolge nell'epoca che precede la terza crociata e s'incentra nella fattispecie sulla figura, realmente esistita ma alquanto romanzata nella pellicola, di Baliano di Ibelin, prima e durante l'assedio di Gerusalemme da parte dell'esercito di Saladino, il quale riuscì a strappare ai crociati la città e a farne quasi collassare il corrispettivo regno.

Trama

Francia, 1184. Baliano è un maniscalco francese, rimasto da poco vedovo. Ricercato per l'omicidio del prete del villaggio, si unisce al suo vero padre, il cavaliere Goffredo di Ibelin (storicamente noto come Barisano), diretto in Terra Santa per raggiungere i suoi possedimenti a Gerusalemme. Nel tragitto verso Messina in Sicilia, punto d'imbarco verso la Terra santa, Goffredo viene ferito mortalmente dai gendarmi francesi alla ricerca di Baliano ma, prima di spirare, il padre fa pronunciare al figlio il giuramento del Cavaliere:

(inglese)
«Be without fear in the face of your enemies, be brave and upright that God may love thee, speak the truth, always, even if it leads to your death, safeguard the helpless and do no wrong.
This is your oath»
(italiano)
«Non avere timore innanzi ai tuoi nemici, sii impavido e retto cosicché Dio possa amarti, di' il vero sempre, anche se ti conduce alla morte, salvaguarda gli indifesi e non fare torti.
È il tuo giuramento»

Giunto a Gerusalemme, Baliano prende possesso dei suoi possedimenti e dei Cavalieri già al servizio del padre, che sostengono il pacifico Re della città Baldovino a fianco del maresciallo Tiberias, in perenne contrasto con Guido di Lusignano, sposato con la Principessa Sibilla, sorella di Baldovino, e con Reginaldo di Châtillon, che bramano la guerra contro i saraceni. Dopo la morte del Re, affetto da lebbra, ancora in giovane età e la sconfitta in battaglia di Guido e Reginaldo per opera del potente esercito di Saladino, spetterà proprio a Baliano l'onore di difendere le mura della città e di salvare il popolo di Gerusalemme, consegnando la città a Saladino raggiungendo un accordo di pace. Tornato a casa in Francia, Baliano incontra per caso il re d'Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, diretto in Terra Santa per riconquistare il regno di Gerusalemme, e alla ricerca proprio del cavaliere Baliano, ma quest’ultimo finge di essere il semplice maniscalco che era sempre stato.

Produzione

Le riprese del film, durate 135 giorni, sono iniziate il 12 gennaio 2004, si sono svolte tra il Marocco e la Spagna e sono terminate a maggio 2004. Il budget per la realizzazione del film è stato di circa 130 milioni di dollari.[1]

Riprese

La corte di Gerusalemme è stata ricreata nel Cortile delle Fanciulle dell'Alcázar di Siviglia, precedentemente riportato al suo aspetto originale di giardino interno, ma ripavimentato appositamente su richiesta del regista, per poi essere nuovamente riorganizzato come giardino, nell'assetto finale ammirabile ancora oggi.[2][3]

Cast

Il cast del film vede Orlando Bloom nel ruolo di Baliano; l'attrice e modella francese Eva Green è invece Sibilla, fascinosa principessa di Gerusalemme. Da segnalare l'efficace interpretazione di Edward Norton nel ruolo di Baldovino IV (assolutamente irriconoscibile, poiché ha il volto sfigurato dalla lebbra e quasi sempre coperto da una maschera) e di Jeremy Irons, che interpreta il conte Tiberias (Raimondo III di Tripoli). Saladino è impersonato dall'attore siriano Ghassan Massoud che, nel doppiaggio italiano, ha la voce di Remo Girone. Liam Neeson è il padre di Baliano, Goffredo di Ibelin, mentre Brendan Gleeson interpreta il sanguinario Reginaldo di Châtillon.[4]

Distribuzione

La pellicola uscì nelle sale cinematografiche, in contemporanea mondiale, il 6 maggio 2005; distribuita dalla 20th Century Fox nelle sale cinematografiche statunitensi, mentre in quelle italiane dalla Medusa Film.

Home video

Il film è stato distribuito in DVD e VHS nel mercato italiano il 19 ottobre 2005,[5] disponibile in edizione disco singolo e doppio.

Del film è stata poi distribuita, il 23 maggio 2006, la versione director's cut. Essa è composta da un cofanetto di quattro dischi per una durata di 194 minuti. Viene mostrata come una presentazione itinerante che include un intervallo nello stile dei tradizionali film epici di Hollywood.[6] La prima versione in Blu-ray ometteva gli elementi della presentazione itinerante e aveva una durata di 189 minuti. Tali elementi sono stati ripristinati per l'uscita dell'Ultimate Edition (versione definitiva) del 2014.[7]

Accoglienza

Incassi

A fronte di un budget di 130 milioni di dollari, il film ha incassato 47398413 $ in Nord America e 170724214 $ nel resto del mondo, per un totale di 218237071 $.[1] In Italia ha incassato 7474816 €.[8]

Critica

La versione cinematografica ha ricevuto recensioni miste da parte della critica. Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 40% basato su 190 recensioni, con un voto medio di 5,6 su 10.[9] Su Metacritic ottiene un punteggio di 63 su 100 basato su 40 recensioni.[10]

La versione director's cut è stata, invece, acclamata dalla critica, ricevendo 4 stelle su 5 dalla rivista britannica Total Film e un punteggio di 10 su 10 sul sito IGN.[11][12][13] La rivista Empire ha definito il film rimontato «epico», aggiungendo che «I 45 minuti aggiunti nella director's cut sono come i pezzi mancanti di un bellissimo puzzle incompleto».[14] Un critico ritiene che si tratta forse della director's cut più consistente di tutti i tempi[15] e James Berardinelli ha scritto che essa offre una visione molto più approfondita della storia e delle motivazioni dei singoli personaggi.[16]

Critica accademica e accuratezza storica

Nel periodo successivo all'uscita del film, gli studiosi hanno offerto analisi e critiche nel contesto degli eventi internazionali e dei conflitti religiosi di quel periodo, tra cui: la politica dopo l'11 settembre, il neocolonialismo, l'orientalismo, la prospettiva occidentalistica della pellicola e la gestione delle differenze tra cristianesimo e islam.[17]

La critica accademica si è concentrata sia sulle scelte stilistiche e artistiche dei registi sia sulla rappresentazione di un rapporto apparentemente pacifico tra cristiani e musulmani a Gerusalemme e in altre città.

La Sibilla storica era devota a Guglielmo, ma i registi volevano che il personaggio fosse "più forte e più saggio".[18] Alcuni hanno detto che il personaggio di Sibilla è stato reinventato per adattarsi al tropo della donna esotica mediorientale. Al contrario, dal punto di vista storica, Sibilla e Baldovino appartenevano a una classe sociale che cercava di distinguersi dalla cultura mediorientale.[19][20]

Jonathan Riley-Smith, citato dal The Daily Telegraph, ha descritto il film come "pericoloso per le relazioni con l'Arabia", definendolo "la versione della storia di Osama bin Laden", che "potrebbe alimentare i fondamentalisti islamici".

Paul Halsall, studioso di storia medievale, ha difeso Ridley Scott, sostenendo:[21]

«gli storici non possono criticare i registi per aver dovuto prendere le decisioni che hanno dovuto prendere... non sta scrivendo un libro di testo di storia.»

Thomas F. Madden, direttore del Centro di Studi Medievali e Rinascimentali della Saint Louis University, ha criticato la presentazione delle Crociate nel film:[22]

«Considerati gli eventi del mondo moderno, è deplorevole che ci sia un divario così grande tra ciò che gli storici professionisti sanno delle Crociate e ciò che la popolazione generale crede. Questo film non fa che allargare tale divario. La cosa vergognosa è che decine di illustri storici in tutto il mondo sarebbero stati fin troppo felici di aiutare Scott e Monahan a fare le cose per bene.»

John Harlow del The Times ha scritto che il Cristianesimo è ritratto in una luce sfavorevole e il valore della fede cristiana è sminuito, soprattutto nella rappresentazione del patriarca Eracleo di Gerusalemme.[23]

Scott ha dichiarato:[20]

«I libri di storia sono la base su cui fondiamo i nostri film e i nostri personaggi.»

La storia di Baliano di Ibelin è stata pesantemente romanzata; il Baliano storico non era un artigiano francese, ma un importante signore del Regno di Gerusalemme. I personaggi di Goffredo e dell'Ospitaliere sono stati inventati, mentre le storie degli altri sono state "ritoccate".[18] Scott ha difeso la rappresentazione del rapporto tra musulmani e cristiani presente nel filmato del DVD (nei contenuti aggiuntivi rispetto al film), considerandola uno sguardo contemporaneo sulla storia. Ha sostenuto che la pace e la brutalità sono concetti relativi all'esperienza di ciascuno. Poiché la società contemporanea è così lontana dai tempi brutali in cui si svolge il film, ha raccontato la storia in un modo che riteneva fedele al materiale originale, ma più accessibile ad un pubblico moderno. In altre parole, la "pace" era stata esagerata per adattarsi alle idee moderne. All'epoca, era semplicemente una tregua nella violenza tra musulmani e cristiani rispetto alle abitudini del periodo. L'uso ricorrente delle parole Assalamu Alaiku, il tradizionale saluto arabo che significa £La pace sia con te", è pronunciato più volte sia in arabo che in inglese.

La director's cut del film è un cofanetto di quattro dischi, due dei quali sono dedicati a un documentario di lunga durata intitolato The Path to Redemption. Questo filmato contiene un'ulteriore video relativo all'accuratezza storica del film, intitolato Creative Accuracy: The Scholars Speak (Accuratezza creativa: gli studiosi parlano), in cui diversi accademici sostengono l'attualità e la credibilità storica del film.

Tra questi storici c'è la dottoressa Nancy Caciola, che ha affermato che, nonostante le varie imprecisioni e i dettagli romanzati/drammatizzati, considera il film una "rappresentazione responsabile del periodo". Caciola concorda con la finzione dei personaggi perché "creare un personaggio con cui il pubblico possa identificarsi" è necessario per un film. Ha aggiunto:[24]

«Come professionista, ho passato molto tempo con persone del Medioevo, per così dire, nei testi che ho letto; e onestamente ce ne sono pochissimi cui mi sentirei molto affezionata se li incontrassi di persona.»

La professoressa Dawn Marie Hayes ha affermato:[25]

«Molti studenti hanno ritenuto che il film fosse piacevole a livello cinematografico, ma hanno messo in guardia dal lasciarsi ingannare dai suoi valori storici, evidenziando la percezione di un deliberato inganno nella rappresentazione storica.»

Murray Dahm ha detto:[26]

«Il film era un esame della politica e delle questioni di un Medio Oriente contemporaneo, post-11 settembre, travestito da abiti medievali.»

Riconoscimenti

Director's cut

Insoddisfatto della versione cinematografica di Kingdom of Heaven (che attribuiva all'aver prestato troppa attenzione alle opinioni del pubblico durante l'anteprima e all'aver acconsentito alla richiesta della Fox di accorciare il film di 45 minuti), Ridley Scott supervisionò una propria versione del film, che uscì il 23 dicembre 2005 al Laemmle Fairfax Theatre di Los Angeles.[6]

Nel 2005, il regista ha affermato che l'edizione uscita nei cinema è a tutti gli effetti da considerarsi una versione ridotta, mentre la director's cut sarebbe, in realtà, il vero film come lui lo avrebbe voluto:[14]

«Questa è quella che sarebbe dovuta uscire.»

La durata di questa versione, oltre le tre ore, lo ha però obbligato a effettuare numerosi tagli sotto pressione dello studio. Essa contiene circa 45 minuti in più del film nella versione cinematografica, con la presenza delle seguenti scene:

  • All'inizio del film c'è una scena dove si capisce che Goffredo è il fratello del signore del villaggio in cui vive Baliano, i cui uomini gli danno la caccia, dopo l'uccisione del prete che, sempre nella versione estesa, si rivela essere il fratellastro del fabbro; si scopre poi che il cavaliere a capo degli uomini che inseguono Baliano, interpretato da un ancora poco noto Nikolaj Coster-Waldau, è il nipote di Goffredo essendo il figlio del signore del posto;
  • Nella versione estesa ha un ruolo maggiore il figlio di Sibilla, Baldovino V, avuto dal primo marito di lei (Guglielmo del Monferrato), che nella versione cinematografica è stato ridotto a poche apparizioni; qui si scopre come abbia contratto anche lui la lebbra e per questo motivo Sibilla lo uccide per impedirgli di vivere il triste destino dello zio; questo spiega come mai, dopo essere apparso per poche scene, il bambino scompaia e Sibilla non lo porti con sé durante la fuga;
  • Poco prima di morire, Baldovino IV non accetta la remissione dei peccati da parte del patriarca di Gerusalemme, Eraclio;
  • Le scene di combattimento sono rappresentate in maniera molto più esplicita e violenta rispetto alla versione cinematografica;
  • Il becchino del villaggio di Baliano ha un ruolo più importante nella versione estesa: all'inizio del film si mostra molto più saggio e filosofico e come Baliano si reca a Gerusalemme in cerca della salvezza dell'anima, venendo in seguito riconosciuto e nominato cavaliere da Baliano stesso prima dell'assedio finale;
  • C'è una scena poco prima dell'incoronazione di Baldovino V dove Baliano, nel deserto, lancia dei sassi contro un cespuglio mentre arriva l'Ospitaliere, che si rivela poi essere solo una visione, con il quale scambia pareri sulla religione;
  • In due scene, ovvero quella in cui Baliano parla con gli uomini di Goffredo nella fucina e quella in cui il ragazzo, appena giunto a Gerusalemme, discute con Tiberias e l'Ospitaliere, si scopre che il giovane barone ha lavorato come geniere nel suo paese natio per il signore del posto, fratello di suo padre Goffredo, in guerra con un suo rivale, permettendo agli spettatori di capire finalmente perché Baliano riesca a organizzarsi per bene per fronteggiare l'assedio dei musulmani alla fine del film, tenendo loro testa giorno dopo giorno; una questione poco chiara nella versione ridotta;
  • Nel finale, dopo la caduta di Gerusalemme, poco prima di lasciarla, Baliano si scontra in un duello con Guido, liberato da Saladino dopo essere stato sbeffeggiato dall'intero esercito musulmano per la sua inettitudine; Baliano riesce a sconfiggerlo, ma gli risparmia la vita, lasciandolo disonorato.

A differenza della versione cinematografica, che ha ricevuto un'accoglienza critica mista, la director's cut ha ricevuto recensioni estremamente positive da parte dei critici cinematografici.[11][12][13]

In occasione dell'uscita nel Regno Unito dell'edizione estesa, Scott ha rilasciato un'intervista a STV in cui ha discusso le motivazioni e i concetti alla base della nuova versione.[27] Alla domanda se fosse contrario alle anteprime in generale nel 2006, Scott ha dichiarato:[28]

«Dipende da chi è al comando. Se c'è un pazzo che fa il mio lavoro, allora è necessario fare un'anteprima. Ma un buon regista dovrebbe avere abbastanza esperienza per giudicare quale sia la versione corretta da mandare al cinema.»

Note

  1. ^ a b (EN) Le crociate - Kingdom of Heaven, su Box Office Mojo, IMDb.com. URL consultato l'11 ottobre 2024. Modifica su Wikidata
  2. ^ (EN) Roger Ebert, Kingdom of Heaven movie review (2005) | Roger Ebert, su rogerebert.com. URL consultato il 22 novembre 2023.
  3. ^ (EN) Where was Kingdom of Heaven filmed?, su giggster.com. URL consultato il 22 novembre 2023.
  4. ^ Le crociate (2005) - Cast completo, su mymovies.it. URL consultato il 28 luglio 2019.
  5. ^ Le Crociate - dvd, su dvd.castlerock.it. URL consultato il 19 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2006).
  6. ^ a b Kingdom of Heaven: Director's Cut DVD official website, su kingdomofheavendvd.com. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008).
  7. ^ (EN) Jeffrey Kauffman, Kingdom of Heaven Blu-ray Review, su Blu-ray.com, 5 ottobre 2014. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  8. ^ Classifica Box Office ITALIA 2004/2005, su MYmovies. URL consultato il 5 aprile 2025.
  9. ^ (EN) Le crociate - Kingdom of Heaven, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. URL consultato l'11 ottobre 2024. Modifica su Wikidata
  10. ^ (EN) Le crociate - Kingdom of Heaven, su Metacritic, Fandom, Inc. URL consultato l'11 ottobre 2024. Modifica su Wikidata
  11. ^ a b (EN) James Berardinelli, Review: Kingdom of Heaven: Director's Cut, su preview.reelviews.net. URL consultato il 28 luglio 2019.
  12. ^ a b (EN) Todd Gilchrist, Double Dip Digest: Kingdom of Heaven, su IGN, 6 giugno 2006. URL consultato il 5 aprile 2025.
  13. ^ a b (EN) Matt Goldberg, Why Kingdom of Heaven Director's Cut Is One of Ridley Scott's Best Films, su Collider, 6 maggio 2020. URL consultato il 5 marzo 2025.
  14. ^ a b (EN) Phil de Semlyen, Director's Cuts: The Good, The Bad and The Unnecessary, su Empire, 24 agosto 2010. URL consultato il 5 aprile 2025.
  15. ^ (EN) Brian Tallerico, Kingdom of Heaven: 4-Disc Director's Cut DVD Review, su ugo.com, 30 giugno 2006. URL consultato il 5 aprile 2025 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2009).
  16. ^ Berardinelli, James, Kingdom of Heaven Director's Cut Review, su preview.reelviews.net. URL consultato il 10 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2021).
  17. ^ Matthew Richard Schlimm, The Necessity of Permanent Criticism: A Postcolonial Critique of Ridley Scott's Kingdom of Heaven, in Journal of Media and Religion, vol. 9, n. 3, 20 agosto 2010, pp. 129–145, DOI:10.1080/15348423.2010.500967.
  18. ^ a b J. Lewis Smith, Kingdom of Heaven: The Ridley Scott Film and the History Behind the Story, a cura di Diana Landau, Newmarket Press, 2005, pp. 51, ISBN 1557047081.
  19. ^ * M.J. Toswell, Unmasking the Leper King: The Spectral Jew in Kingdom of Heaven, in The Year's Work in Medievalism, 2008, Wipf and Stock Publishers, 2009, pp. 89–90, ISBN 978-1725244504.
  20. ^ a b Richard V. Francaviglia, Lights, Camera, History: Portraying the Past in Film, a cura di Jerry Rodnitzky, Texas A&M University Press, 2007, pp. 79, ISBN 978-1585445806.
  21. ^ CNN "Kingdom of Heaven" Transcript, in CNN.com, 9 maggio 2005. URL consultato il 9 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2012).
  22. ^ Thomas F. Madden on Kingdom of Heaven on National Review Online, su nationalreview.com, 27 maggio 2005. URL consultato il 12 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2020).
  23. ^ (EN) John Harlow, Christian right goes to war with Ridley's crusaders, in The Times, 24 aprile 2005, ISSN 0140-0460 (WC · ACNP). URL consultato il 5 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2022).
  24. ^ Filmato audio Creative Accuracy: The Scholars Speak, 20th Century Fox, 2006.
  25. ^ Dawn Marie Hayes, Harnessing the Potential in Historiography and Popular Culture When Teaching the Crusades, in The History Teacher, vol. 40, n. 3, 2007, pp. 349–361, ISSN 0018-2745 (WC · ACNP), JSTOR 30036829.
  26. ^ Murray Dahm, Kingdom of Heaven: A MODERN FILM IN MEDIEVAL GARB, in Medieval Warfare, vol. 6, n. 5, 2016, pp. 54–55, ISSN 2211-5129 (WC · ACNP), JSTOR 48578615.
  27. ^ (EN) Ridley Scott interview, su video.stv.tv, 19 settembre 2006. URL consultato il 5 aprile 2025 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
  28. ^ Interview to promote Kingdom of Heaven: The Director's Cut, su Total Film, luglio 2006.

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