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Girolamo Manieri vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo dell'Aquila (1818-1844) |
Nato | 27 agosto 1757 all'Aquila |
Ordinato presbitero | 22 settembre 1781 |
Nominato vescovo | 6 aprile 1818 da papa Pio VII |
Consacrato vescovo | 19 aprile 1818 dal cardinale Giulio Maria della Somaglia |
Deceduto | 12 novembre 1844 (87 anni) all'Aquila |
Girolamo Manieri (L'Aquila, 27 agosto 1757 – L'Aquila, 12 novembre 1844) è stato un vescovo cattolico italiano.
Nacque il 27 agosto 1757 all'Aquila dai nobili Giovanni Manieri e Candida Benedetti;[1] era quindi fratello di Marianna, moglie del marchese Lelio Rivera[2] e madre di Lucrezia Rivera, a sua volta moglie di Giovanni d'Andrea e madre, tra gli altri, del cardinale Girolamo d'Andrea.[3]
Fin da giovane vicino alla religione,[1] fu ordinato sacerdote nella sua città natale il 22 settembre 1781, diventando successivamente canonico della cattedrale aquilana di San Massimo.[4] Nel 1817 fu suggerito dal re Ferdinando I delle Due Sicilie come vescovo dell'Aquila,[4] venendo ufficialmente scelto il 20 marzo 1818 e nominato da papa Pio VII il 6 aprile successivo; la consacrazione avvenne il 19 aprile ad opera di Giulio Maria della Somaglia, cardinale vescovo di Frascati, con gli arcivescovi Candido Maria Frattini e Francesco Serra-Cassano come co-consacranti.
Subito dopo la sua nomina, la diocesi dell'Aquila accorpò anche i territori della diocesi di Cittaducale, soppressa il 27 giugno 1818 da papa Pio VII con la bolla De utiliori. Durante il suo episcopato si dedicò al restauro di diverse chiese e conventi nel territorio diocesano, tra cui la chiesa di Santa Maria del Soccorso all'Aquila, affidata ai passionisti.[4][5] Nella città dell'Aquila chiamò anche i redentoristi, che si installarono nella chiesa di San Filippo precedentemente dei filippini,[4][6] gli agostiniani nella chiesa di San Bernardo e i francescani convenutali nel monastero annesso alla basilica di Santa Maria di Collemaggio.[7] Inoltre, a seguito della soppressione della commenda dell'abbazia di Farfa nel 1841 da parte di papa Gregorio XVI,[8] riunì alla diocesi dell'Aquila i borghi di San Lorenzo di Beffi e San Pio di Fontecchio, nel quale era presente il monastero di Santa Maria a Graiano.[9] Manieri rimase in carica fino alla morte, avvenuta nella città abruzzese il 12 novembre 1844.[10]
Lo stemma è quello della famiglia Manieri:[11]
La genealogia episcopale è: