Epitome sulla procreazione dell'anima

Nel mondo di oggi, Epitome sulla procreazione dell'anima ha assunto un ruolo fondamentale nella società. Che sia argomento di discussione, protagonista di un evento importante o figura rappresentativa di un ambito specifico, Epitome sulla procreazione dell'anima ha catturato l'attenzione delle persone di tutto il mondo. Dal suo impatto sulla cultura popolare alla sua influenza sulla politica, Epitome sulla procreazione dell'anima ha dimostrato di essere un argomento rilevante che merita di essere analizzato e discusso. In questo articolo approfondiremo il mondo di Epitome sulla procreazione dell'anima ed esploreremo la sua importanza e il suo impatto su diversi aspetti della vita quotidiana.

Epitome sulla procreazione dell'anima nel Timeo'
Titolo originaleἘπιτομή τοῦ Περὶ τῆς ἐν τῷ Τιμαίῳ ψυχογονίας
Altro titoloCompendium libri de animae procreatione in Timaeo
Busto moderno di Plutarco nella sua Cheronea.
AutorePseudo-Plutarco
PeriodoII secolo
Genereepitome
Lingua originalegreco antico
SerieMoralia
Preceduto daSulla procreazione dell'anima nel Timeo
Seguito daContraddizioni degli stoici

L'Epitome del "De procreatione animae in Timaeo" (in grecoː Ἐπιτομή τοῦ Περὶ τῆς ἐν τῷ Τιμαίῳ ψυχογονίας) è un trattatello dello Pseudo-Plutarco, incluso nei suoi Moralia[1], che è al numero 42 nell’ordine stabilito da Massimo Planude, mentre non compare nel cosiddetto Catalogo di Lampria.

Non si tratta di un riassunto organico del De procreatione o di una sua parte, ma solo della trascrizione dei capitoli 22-25[2] preceduta da due brevi capitoli introduttiviː

«1. Il trattato intitolato Sulla generazione dell’anima nel «Timeo» riferisce quanto hanno detto Platone e i platonici, e introduce anche alcune analogie geometriche e somiglianze che, come egli crede, gli sono d’aiuto per la sua teoria sull’Anima, nonché in particolare considerazioni sia musicali sia aritmetiche. 2. Egli dice poi che la materia è stata conformata dall’Anima e attribuisce anima al Tutto, ma dà anche a ogni essere vivente quella che lo governa; e per un verso introduce questa come ingenerata, per una altro come soggetta a generazione, mentre dice che la materia è eterna e ha ricevuto forma dalla Divinità tramite l’Anima, e che il male ha avuto origine come escrescenza»

L'autore non nomina mai Plutarco, ma usa il pronome “egli” (αὐτός) o addirittura sottintende, col risultato che non è sempre chiaro se si tratti di Plutarco o di Platone. Le discrepanze tra il testo del De procreatione e quello dell’Epitome non sono poche né irrilevanti, anzi, sono tali da far dubitare che l’epitomatore capisca sempre quanto sta trascrivendo.

Note

  1. ^ 1030D-1032F.
  2. ^ 1023B-1025B.

Bibliografia

Voci correlate