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Il torinista Graziani alle prese con gli juventini Scirea e Benetti nel derby del 3 aprile 1977: le due squadre, in lotta fino all'ultima giornata per una corsa-scudetto chiusa a punteggi record, furono le «dominatrici incontrastate» di quel campionato,[1] vinto poi dalla Juventus e ricordato tra gli apici della rivalità calcistica torinese.[2]
«La Juventus è universale, il Torino è un dialetto. La Madama è un "esperanto" anche calcistico, il Toro è gergo.»
Il derby di Torino è la stracittadinacalcistica che mette di fronte le squadre di Juventus e Torino, le due principali società del capoluogopiemontese. La sfida, colloquialmente detta anche derby della Mole in riferimento alla Mole Antonelliana, simbolo architettonico di Torino, è la prima stracittadina del calcio italiano nonché il più longevo incontro tra squadre con sede nella stessa città finora disputato.[4]
Primo incontro calcistico trasmesso in diretta radiofonica in Italia,[5] la sfida mette di fronte due club con un'evoluzione storica e caratteristiche societarie molto diverse tra loro ma ciononostante con forti legami col capoluogo sabaudo,[6] avendo rappresentato fino al primo dopoguerra la contrapposizione di due classi sociali opposte. La Juventus, fondata nel 1897 da studenti di un prestigioso liceo torinese, divenne presto affine alla borghesia cittadina soprattutto dopo il duraturo legame con la famiglia Agnelli, iniziato nel 1923, periodo in cui venne sostenuta anche dall'aristocrazia del luogo. Il Torino nacque invece nel 1906 da una scissione in seno alla stessa Juventus, a opera di soci bianconeri dissidenti che unirono le forze con un'altra formazione della città, la Torinese fondata nel 1894, individuando il loro bacino di riferimento nell'allora acerbo mondo operaio. Negli anni 60 e 70 tali differenze si erano già considerevolmente attenuate, anche in conseguenza dei grandi flussi migratori verso Torino iniziati circa quarant'anni prima, senza tuttavia scomparire: la Juve perse gran parte dei suoi connotati campanilistici per divenire un fenomeno sportivo globale,[7] con un sostegno slegato da classi sociali e diffuso a carattere nazionale oltreché su scala mondiale[8] mentre, inversamente, il Toro si fece sempre più portatore di uno spirito cittadino. In ragione al citato dualismo, come riflesso dell'evoluzione socioeconomica torinese durante il Novecento, il derby è stato spesso visto come l'incontro tra le due diverse identità della città[9] nonché due modi opposti ma complementari d'interpretare lo sport.[10]
I colori sociali delle due formazioni contribuiscono anch'essi a marcare, in piccola parte, questa distinzione: i bianconeri, nati rosanero, attinsero ben presto alle casacche del Notts County giunte dall'Inghilterra,[11][12] mentre per i granata l'origine è più incerta, da un omaggio del suo fondatore Alfred Dick agli svizzeri del Servette,[13] alla tinta della "Brigata Savoia" che due secoli prima aveva liberato l'allora capitale del Ducato di Savoia.[14][15] Entrambe, come massimo sfoggio di "torinesità", mostrano o hanno mostrato all'interno dei rispettivi scudi il toro furioso preso dall'araldica cittadina: la Juventus quale vincolo con le proprie origini, mentre il Torino come icona societaria vera e propria.
Storia
Origini
Una fase di Torino-Juventus del 13 gennaio 1907, il primo «derbies» tra granata e bianconeri
I derby tra le due maggiori squadre torinesi iniziarono a essere disputati nel 1907; il primo incontro, datato 13 gennaio e andato in scena sul campo del Velodromo Umberto I, rappresentò anche la prima partita ufficiale giocata dal Torino, vittorioso per 2-1.[16] La rivalità fu sin dagli albori caratterizzata dall'origine stessa della compagine granata, nata l'anno prima in seguito alla rifondazione della Torinese proprio per volontà di alcuni soci dissidenti della Juventus, tra cui l'ex presidente bianconero e maggior finanziatore del nuovo club, il borghese svizzero Alfred Dick. Le cronache di quella prima sfida narrano di un gustoso aneddoto: per "vendetta" qualcuno riuscì a chiudere a chiave Dick negli spogliatoi, costringendolo così a intuire l'andamento della gara dai commenti del pubblico presente.[17][18] Da allora, la stracittadina non si è disputata nei campionati italiani per sole tredici volte, per via delle dodici stagioni del Torino in Serie B e dell'unica della Juventus, dopo i verdetti della giustizia sportiva nello scandalo del calcio italiano del 2006.[19]
In precedenza, prima della nascita dei granata, i bianconeri avevano disputato vari derby in massima serie con altre squadre cittadine oggi scomparse quali la già citata Torinese, la Ginnastica Torino, l'Audace Torino e il Pastore. Inoltre, nelle prime due edizioni del campionato italiano di calcio, gli originali «derbies» di Torino erano intesi quelli giocati tra Torinese, Ginnastica Torino e Internazionale Torino prima che quest'ultima si fondesse, nel 1900, con la stessa Torinese.
Nei primi decenni di storia, in seguito alle diverse fortune societarie, la rivalità nel derby torinese assunse anche dei tratti sociali: il Torino prese a rappresentare generalmente il proletariato, mentre la Juventus, soprattutto col passaggio nel 1923 sotto l'egida della famiglia Agnelli, la borghesia. Ciò nonostante all'inizio del XX secolo furono i granata a dar vita a un primo ciclo vincente nel derby; in particolare tra il 1912 e il 1914, nello spazio di tre incontri il Torino della famiglia Fino sommerse i rivali bianconeri sotto un pesante "cappotto" di 23 reti totali – in cui spiccò la più pesante sconfitta della storia juventina, lo 0-8 maturato il 17 novembre 1912.[17] Gli anni 20 si segnalarono invece per un primo predominio della Juventus, che lasciò ai rivali tre sole vittorie su venti partite.[18]
Il decennio seguente, quello degli scudetti della Juve del Quinquennio, vide di riflesso una netta prevalenza bianconera nel derby con un'imbattibilità di quindici match tra il 1928 e il 1936. Nella prima metà degli anni 30, inoltre, la stracittadina passò alla storia sul versante mediatico: la 29ª edizione dell'incontro, disputatasi allo stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932, fu infatti il primo evento calcistico trasmesso in diretta radiofonica nazionale dall'EIAR, con la voce di Nicolò Carosio.[5]
Il derby di Torino dovette attendere la stagione 1937-1938 per tornare alla ribalta sportiva, quando la sfida arrivò a valere la Coppa Italia:[20] nella prima volta in cui una stracittadina assurse a finale della maggiore coppa nazionale – un fatto in seguito ripetutosi solo in altre due occasioni, nel 1977 a Milano e nel 2013 a Roma –,[20] la Juventus si aggiudicò per la prima volta il trofeo sconfiggendo il Torino sia all'andata sia al ritorno.[20]
I granata si rifecero ampiamente nel corso degli anni 40,[21] quando sotto la presidenza Novo nacque una squadra di campioni capitanati da Valentino Mazzola e passati alla storia del calcio italiano sotto il nome di Grande Torino;[17] un rilancio sportivo partito nel 1941 quando il derby cittadino si spostò dal campo al calciomercato, con il Torino capace di strappare alla rivale Juventus il bomberGabetto.[22] Un ciclo tragicamente conclusosi nel 1949 con la tragedia di Superga e il conseguente impoverimento tecnico della formazione torinista, e che lasciò strada negli anni 50 a un altro periodo favorevole alle tinte bianconere, culminato nella stracittadina del 20 aprile 1952 vinta per 6-0 da Boniperti e compagni.[23]
Gli anni del boom
Gli anni 60 si aprirono per il derby torinese con la finale per il terzo posto della Coppa Italia 1960-1961, che vide la Juventus vittoriosa sul Torino ai tiri di rigore.[20]
Frattanto sul versante sociale, con il contemporaneo e massiccio fenomeno migratorio dal Meridione alle fabbriche del Nord, in essere fin dagli anni 20 ma accentuatosi a dismisura durante il cosiddetto boom economico, a Torino erano arrivati dal Sud tanti tifosi della Juventus che, essendo posseduta dagli Agnelli, dinastia tra i simboli dell'aristocrazia nazionale e già proprietaria della FIAT, era anche vista per l'appunto come "la squadra della FIAT" o "del padrone" – pur se la stessa società granata, durante la Resistenza, godette a sua volta della protezione da parte della summenzionata casa automobilistica. Proprio il Torino, a partire dagli stessi decenni, sembrò invece rappresentare lo spirito originario piemontese, con l'intento di ergersi da allora a difesa della più pura "torinesità" (seppur, come accennato in precedenza, nacque quasi un decennio dopo i bianconeri). Differenze che ancora oggi permangono, anche se meno accese di un tempo.
Il libero juventino Salvadore tra i torinisti Schütz (a sinistra) e Meroni (a destra) nella stracittadina del 3 aprile 1966
E con bianconeri e granata che in questo decennio affrontarono entrambi dei periodi interlocutori, cedendo il passo al calcio milanese, a ergersi a protagonisti della stracittadina furono proprio i tifosi degli opposti schieramenti. Esemplare quanto accadde nel 1967, quando Gianni Agnelli tentò di portare in maglia bianconera l'idolo granata Meroni: quando «mister mezzo miliardo» pareva ormai un calciatore juventino,[24] solo le vibranti proteste di piazza dei supporter torinisti, riversatesi perfino nelle linee di montaggio della FIAT – dove la manodopera di fede granata, in risposta all'operazione di mercato, arrivò a sabotare le vetture degli Agnelli –,[25] fecero tramontare il clamoroso cambio di casacca.[26]
Anni 70 e 80
Con l'entrata negli anni 70, si radicarono stabilmente nell'immaginario della stracittadina torinese due idee di calcio che da allora riflettono lo stile di gioco caratteristico della regione: l'«orgoglio gobbo» della Juventus contro il «cuore» o «tremendismo» del Torino; quest'ultimo un concetto basato sulla grande aggressività – spesso superiore alla loro media stagionale – messa in campo dai granata a ogni derby, sia da parte dei giocatori in campo sia dei tifosi sugli spalti.[27]
Il bianconero Anastasi tenta una sortita in area avversaria, accerchiato dai granata Agroppi, Fossati, Zecchini e Cereser, nel derby del 4 marzo 1973
In questo decennio si assistette infatti al ritorno in auge del Torino, che quasi monopolizzò la sfida arrivando a lasciare la Juventus a digiuno di vittorie per 10 partite,[28] dal dicembre del 1973 alla primavera del 1979;[29] gli stessi granata, nel pieno dell'era Pianelli, stabilirono nel frattempo il loro primato di quattro vittorie consecutive nei derby di campionato a girone unico, a cavallo tra il 1975 e il 1976.
Per via della competitività raggiunta da Juventus e Torino a metà degli anni 70, la stracittadina torinese emerse come la sfida-scudetto di riferimento del tempo.[2] All'inverso, il decennio seguente continuò sì a proporre derby di alto livello e soprattutto equilibrati, tuttavia si ebbero i primi sentori delle difficoltà societarie in cui, negli anni seguenti, ciclicamente incapperà il club granata.
Fatto sta che ancora nella prima metà degli anni 80, un Torino pur in fase calante fu ancora capace di contrastare con successo una Juventus, al contrario, in uno dei periodi più floridi della sua storia; su tutti la sfida del 27 marzo 1983 quando i granata, sotto 0-2, intorno al 75' ribaltarono repentinamente il risultato segnando tre reti in poco più di tre minuti.[17] Anche i bianconeri dimostrarono a loro volta in questa fase storica una certa verve nelle stracittadine, come nell'incontro del 7 marzo 1982 quando, sotto di due reti dopo poco più di venti minuti, rimontarono le sorti della gara nel giro di un quarto d'ora fino al 4-2 finale.[30]
Lo juventino Cabrini si oppone in scivolata al torinista Zaccarelli nella sfida del 18 novembre 1984
Nella seconda metà del decennio si segnalò più di tutte l'annata 1987-1988, che vide il derby torinese andare in scena per ben 5 volte – tuttora un record stagionale –, per giunta nell'arco di appena cinque mesi:[31] due a testa in Serie A e in Coppa Italia, più uno spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA che chiuse la stagione, e che premiò la Juventus ai rigori. Considerando invece l'anno solare, il 1988 vide la disputa di 6 stracittadine in totale, anch'esso un primato.
Il campionato 1988-1989 vide il Torino retrocedere in Serie B dopo quasi trent'anni, segnando di fatto uno spartiacque nella storia della stracittadina, con i bianconeri che cominciarono ad ampliare sempre più la forbice nei confronti dei granata.[32]
Dagli anni 90 in poi
Seppur nei primi anni 90 un redivivo Torino parve poter tornare a nutrire ambizioni di alto livello e, di riflesso, a dire la sua anche nei derby,[33][34] tuttavia a posteriori ciò si rivelò solo un fuoco di paglia.
A partire dalla metà del decennio in poi, infatti, la Juventus assurse stabilmente a favorita d'obbligo della stracittadina,[32][35] cominciando a infliggere regolarmente pesanti passivi ai granata, a cominciare dal 5-0 del 3 dicembre 1995.[36] Una situazione che l'ha portato a essere definito «il derby più squilibrato d'Italia»[37] e che, sul piano più sociologico che calcistico, ha visto le difficoltà granata assimilate a quelle di altre realtà sportive torinesi legate prettamente all'ambito cittadino, in linea con un generale declino economico-sociale di Torino in essere dagli anni 80 in poi;[35] l'unica eccezione è rimasta per l'appunto la Juventus, mantenutasi sui suoi storici standard anche grazie all'essere il «gioiello di famiglia» degli Agnelli.[35] A ciò si aggiunse, sul piano pratico, una momentanea rarefazione della sfida a cavallo degli anni 90 e 2000, principalmente per la scarsa competitività di un Torino più volte relegato tra i cadetti, nonché per alcune vicende economico-giudiziarie che tra il 2005 e il 2006 colpirono ambedue le squadre.
Il capitano granata Rizzitelli e quello bianconero Vialli prima della stracittadina del 3 dicembre 1995
Ciò nonostante, una squadra granata in disarmo fu ugualmente capace di dare filo da torcere ai più blasonati rivali bianconeri: su tutti viene ricordato il derby del 14 ottobre 2001 in cui i granata, in svantaggio per 0-3 all'intervallo,[38] rimontarono fino al 3-3 approfittando anche del calcio di rigore fallito nel finale dallo juventino Salas (e che avrebbe dato la vittoria alla sua squadra), per via di una "buca" scavata di soppiatto dal torinista Maspero sul dischetto;[39] una furbata in qualche modo "vendicata" da parte bianconera nella partita di ritorno di quello stesso campionato 2001-2002, decisa similmente allo scadere, e in cui Maresca festeggiò il gol del definitivo 2-2 mimando irriverentemente, a mo' di scherno, le corna di quel toro rampante simbolo del club granata ed esultanza tipica dell'allora capitano torinista Ferrante.[40]
Fatto sta che l'inizio del III millennio ha visto un netto prevalere della Juventus sul Torino, tanto che questi ultimi hanno dovuto attendere il 26 aprile 2015 per interrompere un digiuno di vittorie che perdurava da ben venti anni e diciassette giorni;[41] dalla sfida del 24 febbraio 2002 a quella del 30 novembre 2014, inoltre, ancora i granata hanno attraversato un'astinenza sottorete durata oltre dodici anni.[42] Infine, ulteriore e più recente motivo di sfottò del tifo bianconero verso i rivali cittadini è rappresentato dalle sfide del 30 settembre 2007, 30 novembre 2014 e 31 ottobre 2015, vinte grazie alle reti, rispettivamente di Trezeguet, Pirlo e Cuadrado, arrivate tutte a una manciata di secondi dal fischio finale.[43]
Totale: la Juventus per 75 volte ha preceduto il Torino in classifica; il Torino ha preceduto la Juventus 17 volte (dati aggiornati al termine della stagione 2023-24).
La maggior differenza di posizioni tra Juventus e Torino è di 27 nella stagione 2003-04; la maggior differenza di posizioni tra Torino e Juventus è di 7 nella stagione 1938-39.
Per sei volte la squadre torinesi hanno terminato il campionato ai primi due posti della classifica.
Tranne che in tre occasioni (1955-56, 2005-06 e 2006-07), almeno una delle due squadre si è sempre classificata nei primi sette posti della graduatoria.
Partite
Totale gare disputate
Vittorie Juventus
Pareggi
Vittorie Torino
Reti Juventus
Reti Torino
Prima Categoria
18
2
5
11
26
49
Divisione Nazionale
8
4
0
4
8
10
Serie A
160
78
47
35
248
159
Spareggi
2
0
1
1
0
1
Totale campionato
188
84
53
51
282
219
Campionato Alta Italia
4
1
2
1
6
9
Coppa Italia
18
9
5
4
26
17
Totale gare ufficiali
210
94
60
56
314
245
Incontri amichevoli
48
20
11
17
89
82
Totale generale
258
114
71
73
403
327
Legenda
Per Prima Categoria s'intendono le partite di campionato italiano di calcio a gironi plurimi dal 1906 al 1921.
Per Divisione Nazionale s'intendono le partite di campionato italiano di calcio a gironi plurimi dal 1926 al 1929 e nel 1945-1946.
Per Serie A s'intendono le partite di campionato italiano di calcio a girone unico dal 1929 al 1943, e dal 1946 a oggi.
Per Spareggi s'intendono lo spareggio eliminatorio del 1909 e lo spareggio per l'ammissione alla Coppa UEFA del 1988.
Per Totale campionato s'intendono tutte le gare nel campionato italiano di calcio, ovvero la sommatoria dei dati precedenti.
Per Campionato Alta Italia si intende la manifestazione sostitutiva del campionato per cause belliche nel 1943-1944. Tale manifestazione è stata riconosciuta ufficialmente dalla FIGC nel 2002 con assegnazione del titolo onorifico (non equiparato al titolo di Campione d'Italia) allo Spezia che vinse il torneo.
Per Coppa Italia s'intendono le partite della seconda manifestazione ufficiale della FIGC. Il derby di Torino ha caratterizzato 12 edizioni della coppa nazionale italiana. Nel 1938 ne ha costituito la finale, vinta dalla Juventus. In 7 occasioni ha passato il turno la Juve, in 4 il Torino e una volta sono state entrambe eliminate da squadre terze in un girone.
Per Totale gare ufficiali: aggregazione dei dati precedenti.
Per Incontri amichevoli: s'intendono le partite amichevoli non ufficiali dal 1908 ad oggi.
Per Totale generale: aggregazione dei dati precedenti.
Minuti e reti
Nel derby torinese si segna di più nel secondo tempo rispetto al primo, 260 a 216. In tutti e sei gli intervalli di 15 minuti la Juventus ha segnato più reti del Torino. Fa eccezione il recupero del primo tempo in cui i granata hanno segnato due volte contro l'una dei bianconeri. In compenso questi ultimi sono andati a segno ben sette volte nei minuti di recupero del secondo tempo mentre i loro avversari nemmeno una volta. Il quarto d'ora più prolifico per il Torino è quello centrale del secondo tempo, dal 61' al 75', con 39 gol segnati. Per la Juventus è invece il quarto d'ora finale, dal 76' al 90', in cui è andata a segno ben 61volte. I dati riguardano solo le partite ufficiali dal 9 novembre del 1919 in quanto non si hanno dati certi sulle precedenti.
minuti
01'-15'
16'-30'
31'-45'
recupero
primo tempo
46'-60'
61'-75
76'-90'
recupero
2º tempo
Totale
Juventus
44
49
34
1
128
41
44
61
7
153
281
Torino
21
36
29
2
88
34
39
34
0
107
195
Totale
65
85
63
3
216
75
83
95
7
260
476
Giocatori
Marcatori
Lo juventino Giampiero Boniperti, primatista di reti nel derby torinese (14), e Paolo Pulici, maggiore cannoniere per i granata (9)
Giorgio Ferrini e Teobaldo Depetrini, i più presenti nel derby torinese (30): il primo unicamente con il Torino, mentre il secondo con entrambe le maglie (27 con quella juventina, 3 con quella granata).
Di seguito è riportato l'elenco dei giocatori che sono scesi in campo almeno ventiquattro volte nella stracittadina torinese. Il recordman assoluto con un'unica maglia è Giorgio Ferrini, con 30 presenze tutte con il Torino; stesso numero di partite ha messo assieme Teobaldo Depetrini, tuttavia ripartite tra bianconeri (27) e granata (3). I pluripresenti per la Juventus sono invece Gaetano Scirea e Giovanni Varglien con 28 stracittadine disputate.
Per i portieri, anche i più quotati, non sempre è facile uscire imbattuti dalle sfide stracittadine. Finora ci sono riusciti solo in 44. Tra questi solo uno è riuscito a non subire gol nel derby indossando sia la casacca bianconera sia quella granata. Si tratta di Alfredo Bodoira che in due occasioni – una per squadra – non subì gol. Guida questa classifica una leggenda della Juventus e della nazionale italiana, Dino Zoff, uscito imbattuto 11 volte. Tra gli estremi difensori del Torino i primatisti sono Lido Vieri e Giuliano Terraneo, sei volte imbattuti nel derby della Mole.
Sono indicati in grassetto i giocatori ancora in attività.
Guglielmo Gabetto, torinese di nascita, è stato il più grande protagonista del derby della Mole tra chi ha indossato ambedue le maglie, con le quali vinse in entrambi i casi i due maggiori trofei del calcio italiano (campionato e Coppa Italia)
Dal 13 gennaio 1907, data della prima sfida tra bianconeri e granata, sono solo 43 i calciatori che hanno giocato la stracittadina torinese da entrambe le sponde calcistiche.
Molti altri giocatori hanno vestito le due casacche ma, per un motivo o per l'altro, non sono riusciti a disputare il derby indossando sia i colori bianconeri che quello granata. Eppure fin dal 1906, anno di fondazione del Torino, ci furono scambi tra le due squadre. In realtà i primi furono un travaso di giocatori dalla Juventus al Torino in seguito all'allontanamento del presidente bianconero Alfred Dick il quale decise, dopo la mancata riconferma alla testa del club, di andare a fondare «per dispetto» il Torino, portando forzosamente con sé alcuni giocatori come gli svizzeri Walter Streule, Friedrich Bollinger e Hans Kämpfer nel 1906, cui si aggiunsero i britannici Jack Diment e James Squair l'anno successivo. Fu proprio lo scozzese Diment, il 10 gennaio 1909, data della terza sfida tra bianconeri e granata, il primo calciatore ad aver disputato il derby della Mole sotto i due diversi vessilli: in quell'occasione scese in campo con il Torino dopo averlo fatto con la Juventus nei primi due incontri.
Da allora altri 43 calciatori, alcuni dei quali famosi, altri meno, hanno potuto vivere il derby torinese da entrambi i fronti. Va detto che nei primi decenni le due società si scambiarono giocatori con una discreta frequenza, ma ci furono anche periodi più o meno lunghi durante i quali gli scambi si interruppero, come dalla metà degli anni 60 agli anni 80. Dagli anni 2000 in poi gli scambi sono ritornati ad essere frequenti, basti pensare ad Angelo Ogbonna e Gleison Bremer dal granata al bianconero, o Simone Zaza e Rolando Mandragora dal bianconero al granata; non tutti questi hanno però avuto l'opportunità di giocare la stracittadina con entrambe le squadre.
Va ancora ricordato che solo in quattro sono riusciti ad andare in gol con tutte e due le squadre. Si tratta di Guglielmo Gabetto (in gol 7 volte con la Juventus e 5 con il Torino), Vittorio Sentimenti (4 e 1), Silvio Piola (2 e 3) e Aldo Serena (1 e 1). Gabetto è anche l'unico calciatore ad aver giocato più di dieci derby con ciascuna delle due squadre, oltre ad essere uno dei due soli calciatori, insieme ad Alfredo Bodoira, ad aver vinto i due maggiori trofei del calcio italiano, il campionato e la Coppa Italia, con entrambe le squadre.
Di seguito è riportato l'elenco dei calciatori che sono scesi in campo nella stracittadina torinese con entrambe le squadre. Sono indicati in grassetto i giocatori ancora in attività.
Dall'alto, in senso orario: i bianconeri Giovanni Trapattoni e Massimiliano Allegri, gli allenatori più vincenti nei derby torinesi (13), e Luigi Radice, il tecnico che ha raccolto i maggiori successi per i granata (5)
Di seguito sono riportate le statistiche di tutti gli allenatori che hanno disputato il derby di Torino. Il recordman per partite disputate (31) e pareggi (11) è Giovanni Trapattoni; l'allenatore cusanese è altresì primatista di successi (13), in questo caso in condivisione con Massimiliano Allegri.[49] Il record di sconfitte (8 su 9 partite) appartiene a Gian Piero Ventura.
Numerosi gli allenatori stranieri, tra cui spiccano i nove di origine ungherese.
Sono tredici i mister che hanno vinto tutte le stracittadine, tra questi spiccano le quattro vittorie su quattro di Broćić e Carver e le tre su tre di Conte e Sárosi, tutti juventini. Gli unici allenatori con più di cinque derby disputati che risultano imbattuti sono il bianconero Carcano e il granata Pozzo.
Jesse Carver, Ercole Rabitti e Alberto Zaccheroni, sono i tre soli allenatori che si sono seduti sulle panchine di entrambe le società. Tuttavia Zaccheroni non ha mai disputato un derby della Mole da allenatore perché sia durante il suo periodo in granata, sia in quello in bianconero le due squadre non militavano nella stessa divisione. Rabitti è l'unico ad aver vinto almeno un derby con entrambe le squadre, riportando una vittoria per 3-0 in campionato con la Juventus e un 2-1 in Coppa Italia con il Torino. Carver disputò cinque derby vincendone quattro su quattro da juventino (con 16 gol segnati e 6 subiti) e perdendo l'unico da torinista per 0-1.
La Juventus è il club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla nazionale di calcio italiana (il Torino è al 5º posto), con il maggior numero di presenze (Torino 6º) e il maggior numero di reti segnate (Torino 5º).
Dati aggiornati al 17 novembre 2024.
Giocatori
Presenze
Gol fatti
Campioni del Mondo
Campioni europei
Juventus
149
2536
287
22
7
Torino
79
571
108
1
4
Stadi
Il Comunale nel dopoguerra, poi Olimpico
Nel corso della sua storia, il derby della Mole si è disputato in 10 campi da gioco diversi; va però evidenziato come alcuni di questi siano il risultato di modifiche a stadi preesistenti. Questo è il caso dello stadio Olimpico Grande Torino, ex Olimpico, già Comunale Vittorio Pozzo, Comunale e, a sua volta, ex Municipale Benito Mussolini. Il campo in cui si sono svolte più stracittadine, 91, è proprio il Comunale, sede (con le sue varie denominazioni) delle gare interne della Juventus dalla stagione 1933-1934 e poi successivamente del Torino a partire dall'annata 1963-1964 (e già nella stagione 1958-1959). Va rilevato come lo Juventus Stadium sia rimasto finora inviolato nei primi quindici «derbies» disputativi, come imbattuto è stato per quattro gare il campo di Piazza d'Armi. Nel computo delle stracittadine giocatesi allo stadio Filadelfia, il bilancio è di assoluta parità fra le due squadre.
Di seguito viene riportato un prospetto con i parziali di ogni campo da gioco. Dati aggiornati all'11 gennaio 2025.
Partita con più gol: 14, Torino-Juventus 8-6 del 9 febbraio 1913.
Vittoria con il maggior scarto a favore del Torino: 0-8 del 17 novembre 1912.
Vittoria con il maggior scarto a favore della Juventus: 6-0 del 20 aprile 1952.
Maggior numero di vittorie consecutive: Juventus, 7, dal 25 ottobre 2008 al 30 novembre 2014.
Maggior numero di pareggi consecutivi: 4, dal 3 aprile 1977 al 19 novembre 1978.
Maggior numero di partite senza sconfitte: Juventus, 22, serie aperta dal 26 aprile 2015.
Maggior numero di minuti senza subire reti: Juventus, 931 minuti, dal 24 febbraio 2002 al 30 novembre 2014.[50]
Numero di campionati di Serie A (girone unico) in cui la Juventus ha vinto sia in casa sia in trasferta: 17.
Numero di campionati di Serie A (girone unico) in cui il Torino ha vinto sia in casa sia in trasferta: 7.
Miglior rimonta vincente a favore della Juventus: da 0-2 a 4-2 il 7 marzo 1982.
Miglior rimonta vincente a favore del Torino: da 0-2 a 3-2 il 27 marzo 1983.
Miglior rimonta assoluta: Torino, da 0-3 a 3-3 il 14 ottobre 2001.
Maggior numero di partite consecutive in gol: Juventus, 27, dal 25 ottobre 2008 al 7 ottobre 2023.
Autoreti: 14 a favore della Juventus, 9 a favore del Torino. Un solo calciatore ha segnato due volte nella propria porta, è Aldo Ballarin del Torino.
Più derby disputatisi in un anno solare: 6, di cui 3 di campionato, 2 di Coppa Italia e uno di spareggio per l'ammissione alla Coppa UEFA, nel 1988.
Più derby disputatisi in una stagione: 5 (1987-1988).
Record di spettatori: 70 200, Torino-Juventus 0-1 del 28 ottobre 1962.[51]
La Juventus non ha vinto nemmeno una volta nel decennio 1910-1919, mentre il Torino ha mancato l'affermazione nel decennio 2000-2009. La Juventus ha ottenuto almeno 10 vittorie in quattro decenni differenti mentre il Torino ci è riuscito solo nel decennio 1940-1949.
Maggior numero di presenze: 30, Teobaldo Depetrini dal 18 febbraio 1934 al 25 marzo 1951 (27 con la Juventus e 3 con il Torino) e Giorgio Ferrini (Torino) dal 13 novembre 1960 all'8 dicembre 1974.
Maggior numero di clean sheet: 11, Dino Zoff (Juventus).
Maggior numero di espulsioni: 2, Kamil Glik (Torino).
Gol più veloce per il Torino: Valentino Mazzola, dopo 1' il 18 giugno 1944.
Gol più veloce per la Juventus: Giampaolo Menichelli, dopo 3' il 17 novembre 1968.
Gol più tardivo per la Juventus: Andrea Pirlo, al 90+2' 55" il 30 novembre 2014.
Gol più tardivo per il Torino: Giovanni Gaddoni, al 90' il 15 gennaio 1939.
Miglior marcatore della Juventus in un singolo derby: Domenico Poggi, 3 gol il 9 febbraio 1913, e Gianluca Vialli, 3 gol il 3 dicembre 1995.
Miglior marcatore del Torino in un singolo derby: Hans Kämpfer, 4 gol il 3 febbraio 1907.
Marcatore in più derby consecutivamente: Felice Borel (Juventus), 6 gol in 6 partite dal 4 dicembre 1932 al 10 marzo 1935.
Marcatore più giovane della Juventus: Lorenzo Valerio Bona, 17 anni, 2 mesi e 26 giorni l'8 ottobre 1911.
Marcatore più giovane del Torino: Eugenio Mosso, 17 anni, 3 mesi e 7 giorni il 17 novembre 1912.
Marcatore più anziano della Juventus: Cristiano Ronaldo, 36 anni, un mese e 26 giorni il 3 aprile 2021.
Marcatore più anziano del Torino: Vittorio Sentimenti III, 35 anni e 2 mesi il 18 ottobre 1953.
Imbattibilità del portiere: Gianluigi Buffon (Juventus), 864 minuti.
Decenni
Totale gare disputate
Vittorie Juventus
Pareggi
Vittorie Torino
Reti Juventus
Reti Torino
1900-1909
7
2
0
5
9
12
1910-1919
10
0
4
6
15
34
1920-1929
7
2
2
3
7
11
1930-1939
22
13
6
3
40
19
1940-1949
22
6
6
10
25
34
1950-1959
21
13
5
3
50
25
1960-1969
22
8
8
6
21
18
1970-1979
22
6
7
9
23
28
1980-1989
25
11
8
6
29
22
1990-1999
15
6
5
4
24
19
2000-2009
9
6
3
0
17
7
2010-2019
17
14
2
1
34
8
2020-2025
11
7
4
0
20
8
Totale gare ufficiali
210
94
60
56
314
245
Finali ufficiali
Nelle finali di trofei ufficiali (compresi i tornei da un solo incontro), le due squadre hanno finora fatto registrare i seguenti risultati:
La Juventus ha prevalso 1 volta:
in Coppa Italia 1937-1938 (gara d'andata: Torino-Juventus 1-3; gara di ritorno: Juventus-Torino 2-1).
Il Torino, invece, non ha ancora prevalso sulla Juventus in una finale di una competizione ufficiale.
Partite a ranghi unificati
Bruno Garzena, in maglia bianca con fascia gialloblù (i colori della città torinese) affronta Garrincha nel 1955, in un'amichevole al Filadelfia tra il Botafogo e una selezione mista di juventini e torinisti.
Nella lunga storia delle due maggiori società torinesi, nonostante l'accesa rivalità tra le opposte fazioni, ci furono alcune occasioni in cui giocatori di Juventus e Torino giocarono uniti sotto un'unica divisa per rappresentare la città. Bianconeri e granata hanno infatti dato vita a 19 partite amichevoli a ranghi misti, ossia con una selezione di elementi dei due club, opposta a una diversa formazione rivale.
La maggior parte di questi match si svolsero tra gli anni 10 e 30 del XX secolo: il primo avvenne il 19 aprile 1911 nella piazza d'armi di Torino, dove a conclusione dell'ultima edizione del Sir Thomas Lipton Trophy i calciatori italiani di Juventus e Torino sfidarono gli inglesi del West Auckland Town, questi ultimi vincitori per 4-3;[52] l'ultimo fu invece giocato il 31 maggio 1990, quando in occasione dell'inaugurazione dello stadio delle Alpi in vista del campionato del mondo 1990, la mista bianconerogranata superò 4-3 i lusitani del Porto.[53] La quasi totalità di questi incontri ebbe luogo a Torino, eccezion fatta per quello del 14 febbraio 1932 contro una selezione del sudest francese, che si giocò ad Antibes per l'inaugurazione dello stade du Fort Carré.
^Pratiche sportive (PDF), su atlas.alicubi.it, Atlas Alicubi, p. 18. URL consultato il 10 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2017).
^«La Juventus è da sempre una delle formazioni sportive più seguite in Italia e nel mondo», cfr. Centini, pp. 350-354.
«Quando nell'estate del 1967 stava per passare alla Juventus i tifosi del Torino scesero in piazza a protestare, e gli operai della Fiat con il cuore granata cominciarono a boicottare la catena di montaggio: erano i giorni in cui veniva lanciata la nuova 128, e tutte uscivano dalla fabbrica senza dei pezzi, oppure rigate, e con un volantino sul cruscotto: "Agnelli, giù le mani dal Torino". Si dice che fu lo stesso presidente del Toro, Orfeo Pianelli, a organizzare segretamente la protesta: le sue aziende lavoravano per l'indotto Fiat, e lui non avrebbe potuto rifiutare un'offerta di Agnelli per un suo giocatore.»
Massimo Centini, La grande enciclopedia di Torino: personaggi, monumenti, eventi storici, lingua, arte, curiosità e folklore di una antica capitale rimasta intatta nello spirito fino ai giorni nostri, Roma, Newton & Compton, 2003, ISBN88-8289-906-3, LO10800123 (BID).
Giorgio Welter, Le maglie dei campioni, Milano, Codice Atlantico, 2011, ISBN978-88-905512-2-2.
Giorgio Welter, Le maglie della Serie A, Milano, Codice Atlantico, 2013, ISBN978-88-905512-9-1.
Pubblicazioni varie
(FR) Christian Bromberger e Jean-Marc Mariottini, Le rouge et le noir. Un derbi turinois, in Actes de la recherche en sciences sociales: Un enjeux du football, vol. 103, Persée, giugno 1994, ISSN 0335-5322 (WC · ACNP).
Gianni Giacone, Il mondo è bianconero, in Hurrà Juventus, 2ª puntata, nº 7 (198), luglio 2005, ISSN 1594-5189 (WC · ACNP).
Alberto Osella, Le città del calcio: episodio 5, Torino, ESPN Classic, 26 aprile 2013, a 29 min 02 s. URL consultato il 1º novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).