Bos primigenius

Uro
Bos primigenius
Stato di conservazione
Estinto (1627)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
(clado) Ungulata
Ordine Artiodactyla
Sottordine Ruminantia
Infraordine Pecora
Famiglia Bovidae
Sottofamiglia Bovinae
Tribù Bovini
Genere Bos
Specie B. primigenius
Nomenclatura binomiale
Bos primigenius
Bojanus, 1827
Sottospecie
  • B. p. primigenius
  • B. p. namadicus
  • B. p. africanus

L'uro (Bos primigenius (Bojanus, 1827)) è stato un grande bovino estinto, diffuso originariamente in Europa, Asia e Africa da cui sono stati selezionati i bovini domestici.

Variazioni di nomenclatura nelle lingue europee

Scheletro intero, rinvenuto in Danimarca

Il nome scientifico Bos primigenius significa "bue primitivo", "proto-bue". Il termine in lingua tedesca, invece, è Auerochse o Ur-Ochs: combinazione del prefisso ur-, che significa "originario/proto-" e della parola "Ochs(e)", che significa "bue". In inglese i termini aurochs, urus e wisent vengono tutti usati come sinonimi. Questo utilizzo è errato, dal momento che l'uro è una specie completamente distinta dall'ancora esistente wisent (il bisonte europeo).

Tassonomia

Il nome scientifico Bos primigenius non viene considerato valido dall'ITIS, che classifica l'uro sotto Bos taurus, la stessa specie dei bovini domestici. Comunque, nel 2003, la Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica «ha conservato l'utilizzo di 17 nomi specifici sulla base di specie selvatiche, che sono pre-datati o contemporanei a quelli basati sulle forme domestiche», confermando Bos primigenius per l'uro. I tassonomi che considerano i bovini domestici una sottospecie dell'uro selvatico dovrebbero usare Bos primigenius taurus; il nome Bos taurus rimane disponibile per i bovini domestici quando vengono considerati come specie separata.

Secondo il Paleontologisk Museum dell'Università di Oslo, gli uri si evolsero in India circa due milioni di anni fa, migrando verso il Medio Oriente ed altre regioni dell'Asia, e raggiunsero l'Europa circa 250.000 anni fa. Una volta venivano considerati una specie distinta dai moderni bovini europei (Bos taurus), ma una tassonomia successiva ha respinto questa distinzione. I bovini domestici dell'Asia meridionale o zebù, discendono da un diverso gruppo di uri, che viveva ai margini del deserto del Thar, in India; questo spiega la resistenza dello zebù alla siccità. Gli yak domestici, i gayal e i bovini di Giava non discendono dall'uro.

Sottospecie

Una volta esistevano tre sottospecie di uro: Bos primigenius namadicus (Falconer, 1859), che viveva in India, Bos primigenius africanus (Falconer, 1859) del Nordafrica e, naturalmente, Bos primigenius primigenius (Bojanus, 1827) dell'Europa e del Medio Oriente. Solo la sottospecie europea è sopravvissuta fino al diciassettesimo secolo. Tutte e tre sono state addomesticate.

Morfologia

L'uro possedeva anche alcuni aspetti che si riscontrano raramente nei bovini moderni, come le corna a forma di lira ricurve in avanti, una striscia pallida lungo la spina dorsale e un dimorfismo sessuale nei colori del mantello. I maschi erano neri con una striscia color grigio più chiaro o marroncina lungo la spina dorsale, mentre le femmine e i vitelli erano rossastri (questi colori si riscontrano tuttora in pochi bovini domestici, come i bovini di Jersey).

Ricostruzione dello scheletro di Bos primigeniusRicostruzione dello scheletro di Bos primigenius Cranio con corna, rinvenuto a Bucine, Valdarno

Gli uri erano noti anche per il loro temperamento aggressivo e nelle culture antiche ucciderne uno era un grande atto di coraggio.

I bovini moderni sono divenuti molto più piccoli dei loro antenati selvatici: l'altezza al garrese di una vacca domestica di taglia media è di circa 150 cm, mentre l'uro raggiungeva mediamente i 175 cm di altezza.

Domesticazione

Monumento all'ultimo uro a Jaktorów, Polonia

La domesticazione dell'uro ebbe inizio nel Caucaso meridionale e nella Mesopotamia settentrionale a partire dal VI millennio a.C., mentre gli aspetti genetici suggeriscono che gli uri furono addomesticati indipendentemente in Africa settentrionale e in India. La domesticazione causò cambiamenti nella fisiologia di queste creature, tanto che i bovini domestici sono stati considerati in passato come specie separata (vedi sopra).

Le analisi genetiche delle ossa di uro e dei bovini moderni sono state fonti di molte notizie riguardo agli uri. Sebbene gli uri si siano estinti in Gran Bretagna durante l'età del bronzo, le analisi delle ossa degli uri che vissero là contemporaneamente ai bovini domestici non hanno indicato alcun apporto genetico dato alle razze moderne. Per questo si ritiene che i bovini europei moderni siano discesi direttamente dai processi di domesticazione avvenuti nel Vicino Oriente. I bovini indiani (zebù), sebbene siano stati addomesticati tra gli ottomila e i diecimila anni fa, sono imparentati con l'uro, da cui hanno avuto origine nel Vicino Oriente circa 200.000 anni fa.

Si pensa che anche i bovini africani discendano dagli uri, con i quali sarebbero persino più strettamente imparentati di quanto non lo siano quelli del Vicino Oriente. Si ritiene che gli uri del Vicino Oriente si siano separati da quelli africani circa 25.000 / 15.000 anni prima di venire domesticati. La razza bovina «turano-mongola», che si incontra in Cina settentrionale, Mongolia, Corea e Giappone, dovrebbe essere il frutto di un quarto evento di domesticazione. Questo raggruppamento si è separato da quello del Vicino Oriente circa 35.000 anni fa. Non è chiaro se queste distinte popolazioni genetiche siano state composte da distinte sottospecie.

Estinzione

L'areale originario dell'uro si estendeva dalle isole britanniche fino all'Africa, al Medio Oriente, all'India e all'Asia centrale. A partire dal XIII secolo d.C., l'areale dell'uro si restrinse alla Polonia, alla Lituania, alla Moldavia, alla Transilvania e alla Prussia Orientale. In queste zone il diritto di cacciare i grandi animali fu ristretto solo ai nobili, fino a divenire gradualmente una prerogativa solo delle famiglie reali. Con il declino della popolazione degli uri, la caccia cessò, ma le corti reali continuarono a ingaggiare dei guardacaccia che provvedessero al mantenimento di campi aperti per il pascolo degli uri. In cambio furono esonerati dalle tasse locali e un decreto giudicò la caccia di frodo all'uro punibile con la morte. Nel 1564 i guardacaccia, secondo le stime reali, erano a conoscenza di solo 38 animali. L'ultimo uro visto vivo, una femmina, morì nel 1627 nella foresta di Jaktorów, in Polonia. Il suo cranio fu in seguito sottratto dall'esercito svedese durante l'invasione svedese della Polonia (16551660) ed è di proprietà del Livrustkammaren di Stoccolma.

Uro "ricreato"

Bovino di Heck in Oostvaardersplassen (NL)

A partire dagli anni venti, i fratelli tedeschi Heinz e Lutz Heck (entrambi direttori di zoo), cercarono di riportare in vita gli uri utilizzando bovini domestici, loro discendenti. Il loro piano si basava sul concetto che una specie non sarebbe estinta veramente finché i suoi geni sono ancora presenti in una popolazione vivente. Incrociarono bovini di varie razze, ma specialmente bovini da combattimento spagnoli, bovini scozzesi Highlander e di razza Podolica ungherese.

Il risultato fu il bovino di Heck, un «uro rinato» o «uro di Heck», che mostra una somiglianza incompleta con quello che conosciamo sulla fisiologia degli uri selvatici. Dopo la seconda guerra mondiale, i bovini di Heck sono aumentati di numero, essendo stati reintrodotti, fra gli altri, in Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Inghilterra. Un consistente branco vive allo stato brado nella riserva Oostvaardersplassen (Paesi Bassi).

Rappresentazioni culturali dell'uro

Uri su una pittura rupestre a Lascaux, FranciaProbabile versione di una bandiera principesca durante il regno di Stefano il GrandeLo stemma di Turek

Nella cultura contemporanea

Note

  1. ^ (EN) Bos primigenius, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Bos taurus primigenius, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ AA.VV., Dizionario di preistoria, diretto da André Leroi-Gourhan, vol. I, pag. 645, ed. cit.
  4. ^ https://www.treccani.it/vocabolario/ur/
  5. ^ AHD4, headwords aurochs, urus, wisent.
  6. ^ MWU, headwords aurochs, urus, wisent.
  7. ^ International Commission on Zoological Nomenclature. 2003. Opinion 2027 (Case 3010). Usage of 17 specific names based on wild species which are pre-dated by or contemporary with those based on domestic animals (Lepidoptera, Osteichthyes, Mammalia): conserved. Bull. Zool. Nomencl., 60:81-84.
  8. ^ Universitetet i Oslo, Naturhistorisk museum, Bos primigenius, su nhm.uio.no. URL consultato il 16 agosto 2013.
  9. ^ Marco Masetti, Uomini e (non solo) topi. Gli animali domestici e la fauna antropocora, Firenze, 2008, p.94 e ss.
  10. ^ Height Archiviato il 15 ottobre 2007 in Internet Archive. of Holstein cows (at hips – note that cattle are often slightly taller at the withers than the hips).
  11. ^ (Cfr. Shaffer and Liechtenstein 1995, 1999)
  12. ^ Westerman Frank, Pura razza bianca (2013), edizione Iperborea Srl, Milano
  13. ^ The International Standard Bible Encyclopedia, alla voce bue selvatico, Copyright, 1939, di Wm. B. Eerdmans Publishing Co.
  14. ^ Papias, Glossarium. In: Corpus scriptorum histiae byzantinae. Georgius Cedrenus. T. II. Bonn, 1839.
  15. ^ Yu. A. Fedosyuk, Russian Surnames. Popular Etymological Dictionary. 6th Ed.

Bibliografia

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