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Serafino II | |
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Patriarca ecumenico di Costantinopoli | |
Elezione | 22 luglio 1757 |
Fine patriarcato | 26 marzo 1761 |
Predecessore | Callinico IV (III) |
Successore | Joannicus III |
Nascita | Delvinë |
Morte | 7 dicembre 1779 |
Serafino II Anina (in greco Σεραφεὶμ Β´?; Delvinë, ... – 7 dicembre 1779) è stato un arcivescovo ortodosso ottomano, patriarca ecumenico di Costantinopoli dal 1757 al 1761.
Serafino nacque a Delvinë, città nell'odierna Albania, alla fine del XVII secolo[1]. Prima di essere eletto patriarca di Costantinopoli il 22 luglio 1757, fu metropolita di Filippopoli di Tracia (Plovdiv in Bulgaria)[2].
Da patriarca introdusse nel 1759 la festa di Sant'Andrea da celebrarsi il 30 novembre[3] e nel 1760 diede il permesso a Cosma di Etolia di iniziare i suoi viaggi missionari nei villaggi della Tracia[4].
Nel 1759 incaricò Eugenio Vulgaris per riformare l'accademia patriarcale che, grazie all'influenza filo-russa di Serafino, contribuì al riavvicinamento dell'impero russo con il patriarcato ecumenico di Costantinopoli[5][6]. Proprio per le tendenze filo-russe, Serafino II fu deposto il 26 marzo 1761, esiliato sul Monte Athos[2] e sostituito dalle autorità ottomane con Joannicus III. Giunto sul Monte Athos, si impegnò a ricostruire una vecchia casa monastica che dedicò a Sant'Andrea. Questa casa sarebbe diventata lo skita di San Andrea.
Sul campo politico, sostenne l'impero russo durante la guerra russo-turca del 1768-1774 e l'istituzione di uno stato ortodosso filo-russo nei Balcani. Nel 1769 esortò la popolazione greca a ribellarsi contro i turchi, in quella che sarebbe diventata la rivolta di Orlov[1]. Dopo l'insuccesso della rivoluzione, nel 1776 si trasferì in Ucraina, dove morì il 7 dicembre 1779[2]. Fu sepolto nel monastero di Mhar.