Parlare di Xanthium è un argomento che ha generato interesse e dibattito in diversi ambiti. Dal suo impatto sulla società alla sua rilevanza nella storia, Xanthium è stato oggetto di studio e ricerca in varie discipline. Nel corso del tempo, Xanthium si è evoluto e ha acquisito importanza in diversi contesti, portando ad un'analisi più profonda e dettagliata del suo significato e della sua influenza sulla nostra vita quotidiana. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Xanthium e alla sua rilevanza oggi, considerando il suo impatto sulla cultura, l'economia e la politica, tra gli altri aspetti.
Xanthium L. 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, dall'aspetto di piccole erbacee annuali dalle tipiche infiorescenze spinose. È comunemente nota come Nappola.
Il nome generico (Xanthium) deriva dal greco xanthòs e significa "giallo"[1] in riferimento al fatto che anticamente queste piante erano usate per tingere di giallo le stoffe[2].
Il nome scientifico attualmente accettato (Xanthium) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753[3]. Prima di Linneo questo nome fu usato da Dioscoride (40 – 90) medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone.[2]
I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
L'altezza di queste piante in media supera di poco il metro. La forma biologica prevalente è terofita scaposa (T scap); ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto, spesso con poche foglie. Le specie di questo genere sono monoiche: i fiori maschili e femminili sono separati ma presenti sulla stessa pianta.
Le radici sono secondarie da fittone.
Le foglie sono picciolate, con lamina a forma lanceolata, ovale o triangolare (spesso 3-5-lobata) oppure intera lineare specialmente nella parte superiore della pianta. I bordi sono dentati/crenati. La disposizione delle foglie lungo il caule è alterna. Alla base delle foglie in alcune specie sono presenti delle spine gialle triforcate. La superficie è grigio-tomentosa nella parte inferiore.
Le infiorescenze sono composte da capolini agglomerati unisessuali, ossia capolini maschili e capolini femminili separati e diversificati morfologicamente. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da più brattee disposte in più serie e che fanno da protezione al ricettacolo sul quali s'inseriscono alcuni fiori verdastri.
I fiori sono simpetali e attinomorfi; sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi).
Il frutto è ricoperto e avvolto dall'involucro indurito e uncinato (sono le brattee dell'involucro del capolino femminile) e contiene due soli semi; alla sua sommità sono presenti due rostri appuntiti e diritti o ricurvi in vari modi (questo carattere può essere utile per distinguere le varie specie). Alla base delle spine sono presenti dei peli semplici e ghiandolari. La forma in genere è ovoide.
Le piante di questo genere interessano le zone calde e temperate di entrambi gli emisferi. In Italia alcune specie sono abbastanza comuni e generalmente preferiscono gli habitat presso gli incolti o le aree abbandonate e ruderali.
Di questo genere tutte le specie spontanee della flora italiana vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[6].
Specie | Comunità vegetali |
Piani vegetazionali |
Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
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X. italicum | 2 | collinare | Ca-Si | neutro | alto | medio | B1 B2 B5 | CN TO CO BG SO BS TN BZ UD |
X. orientale | 2 | collinare | Ca-Si | neutro | alto | medio | B2 B5 | CN? TO? UD? |
X. spinosum | 2 | collinare | Ca-Si | neutro | alto | arido | B2 B5 | BS TN BZ |
X. strumarium | 2 | collinare | Ca-Si | neutro | alto | medio | B2 B5 | AO VC NO BG SO BS TN BZ BL UD |
Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). |
La famiglia di appartenenza del genere (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[7] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[8]). Il genere Xanthium è composto da poche specie, meno di una decina a seconda dei vari Autori.
A seguito degli studi filogenetici di questi ultimi anni condotti sulla famiglia delle Asteraceae, la stessa è stata suddivisa in 12 sottofamiglie e complessivamente 43 tribù. Il genere Xanthium è stato inserito nella sottotribù delle Ambrosiinae, tribù delle Heliantheae e sottofamiglia delle Asteroideae[9][10]. Tradizionalmente questo genere veniva assegnato alla tribù delle Ambrosieae (famiglia Compositae) e prima ancora a causa di particolari caratteri morfologici, insieme al genere Ambrosia, alla famiglia (ora non più in uso) delle “Ambrosiaceae”.[2]
Qui di seguito sono elencate alcune specie europee del genere. Il riconoscimento delle varie specie tra i vari botanici è controverso per cui accanto ai nominativi sono indicate le varie checklist prese in considerazione:
In questo genere in Europa è stato riconosciuto il seguente ibrido:
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra)[13].
Un genere che si avvicina (da un punto di vista morfologico) al genere Xanthium è il genere Arctium. Quest'ultimo si distingue per la tipologia diversa del capolino che è bisessuale (questo genere non è monoico) e inoltre le varie specie sono bienni (non annuali).
Anticamente queste piante (Xanthium spinosum, Xanthium strumarium, e altre) erano usate per alcune loro presunte proprietà medicamentose (emostatiche, sedative, antireumatiche). Mentre in cucina non vengono usate in quanto sono tossiche (anche gli animali da pascolo le evitano). Le tossine sono contenute anche nel seme.
La nappola comune (Xanthium strumarium) è originaria del Nord America. È diventata una specie invasiva in tutto il mondo. Invade le terre agricole e può essere velenoso per il bestiame, compresi cavalli, bovini e pecore. Alcuni animali domestici evitano di consumare la pianta se è presente un altro foraggio, ma animali meno discriminanti, come i maiali, consumano le piante e tendono ad ammalarsi e morire. I sintomi di solito si manifestano entro poche ore, producendo instabilità e debolezza, depressione, nausea e vomito, torsione dei muscoli del collo, polso rapido e debole, difficoltà respiratoria e infine morte.
La pianta è stata anche utilizzata per la produzione di colorante giallo. Le molte specie di questa pianta, che possono essere trovate in molte aree, possono in realtà essere varietà di due o tre specie.
Lo Xanthium strumarium è noto come cang er zi (苍耳 子) nella medicina tradizionale cinese. È anche usato per trattare la congestione nasale e sinusale.[15]
Le specie di questo genere appartengono alla categoria dei vegetali “brevidiurni” con fioriture precoci in presenza di giornate corte (e notti lunghe).[2]
Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007551208205171 |
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