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Il capolino è l'infiorescenza tipica della famiglia delle Asteraceae (o Compositae, nomen conservandum); è formato da un insieme di piccoli fiori, detti flosculi, sessili e compatti, inseriti all'estremità del ricettacolo, e disposti così fittamente, che l'infiorescenza pare un unico fiore (pseudanzio). Questa particolare infiorescenza è chiamata raramente anche “calatide” (dal latino calathis = piccolo paniere)[1].
I fiori che formano il capolino possono essere di due tipi:
I capolini possono essere formati :
In alcuni casi i capolini sono a loro volta riuniti in infiorescenze composte (sinflorescenza). Queste sono presenti in alcune specie del genere Echinops; in questo caso sono raggruppati in 2º ordine (esistono anche raggruppamenti di 3º ordine)[2].
I fiori, siano essi tubulosi o ligulati, sono tetra-ciclici, formati cioè da 4 verticilli: calice (che può essere sostituito da peli o pagliuzze) – corolla – androceo – gineceo.
La corolla è gamopetala, formata da 5 petali.
L'androceo è formato da cinque stami con dei filamenti liberi e con antere che invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.[2] La base delle antere è caudata in modo vario ed è un importante carattere diagnostico da un punto di vista tassonomico[senza fonte].
Il gineceo presenta un ovario infero, uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo anatropo.[3] Lo stilo è unico, lo stigma è bifido.
L'asse dell'infiorescenza (ricettacolo) è fortemente accorciato, può avere forma conica, globosa o piana; può essere nudo o provvisto di pagliette (o scaglie) avvolgenti la base dei fiori; può essere liscio o alveolato[2] (ogni alveolo può contenere la base di un fiore). Il ricettacolo inoltre è circondato da un insieme di brattee (detto involucro) che assolve alla funzione di protezione dei fiori. L'involucro a sua volta può avere varie forme: cilindrico, campanulato, emisferico, urceolato. Anche le brattee dell'involucro possono essere formate variamente (lineari, lanceolate, oblanceolate, frangiate, lobate); possono avere consistenza diversa (fogliacea, scariosa, mucronate all'apice, ialine ai bordi, spinate, uncinate); possono avere un portamento appressato, patente o revoluto; possono essere a disposizione semplice o embricata su più serie; infine possono essere persistenti o caduche.
Il calice fiorale è assente ovvero è trasformato in setole o peli (pappo). Il pappo persiste nel frutto e rappresenta un importante carattere diagnostico.
Ogni fiore del capolino può formare un frutto. Il frutto è un achenio, indicato anche col nome di cipsela. L'achenio può essere accompagnato dal pappo (organo di volo derivante dalla trasformazione del calice) e può presentare particolari strutture (peli, setole uncinate) che ne facilitano la dispersione ad opera del vento o degli animali.