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Scribonia (Roma, 70 a.C. – dopo il 16) è stata una nobildonna romana, membro della dinastia giulio-claudia dell'Impero romano in quanto seconda moglie di Ottaviano (il futuro imperatore Augusto),[1] cui diede una figlia, Giulia,[2] nonché bisnonna dell'imperatore Caligola e trisnonna dell'imperatore Nerone.
Scribonia | |
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Nascita | Roma, 70 a.C. |
Morte | dopo il 16 |
Dinastia | Gens Scribonia (nascita) Gens Cornelia (matrimonio, I e II) Gens Iulia/Giuli-claudi (matrimonio, III) |
Padre | Lucio Scribonio Libone |
Madre | Cornelia Silla |
Coniugi | Gneo Cornelio Lentulo Marcellino Publio Cornelio Scipione Salvitone Gaio Giulio Cesare Ottaviano |
Figli | da Marcellino Cornelio Marcellino da Salvitone Publio Cornelio Scipione Cornelia Scipione da Ottaviano Giulia |
Religione | Religione romana |
Scribonia era figlia di Lucio Scribonio Libone e di Cornelia Silla; figlia di Pompea Magna e nipote di Gneo Pompeo Magno. Aveva un fratello di nome Lucio Scribonio Libone, che fu console e morì nel 34 a.C.[3]
Si sposò una prima volta,[1] probabilmente con Gneo Cornelio Lentulo Marcellino (console nel 56 a.C.), in quanto esiste un'iscrizione di un liberto (databile a dopo il 39 a.C.) in cui si fa riferimento a Scribonia e a suo figlio Cornelio Marcellino;[4] l'iscrizione testimonia che aveva avuto un figlio dai matrimoni precedenti a quello con Ottaviano e che questo figlio viveva con lei dopo il divorzio col futuro imperatore.
Il secondo marito[1] fu Publio Cornelio Scipione Salvitone,[5] un sostenitore di Pompeo. La coppia ebbe una figlia, Cornelia Scipione, e un figlio, Publio Cornelio Scipione, che fu console nel 16 a.C.
Nel 40 a.C. Scribonia fu obbligata a divorziare dal marito per sposare Ottaviano, figlio adottivo del defunto Giulio Cesare[1], che era più giovane di lei di alcuni anni. Il matrimonio tra i due, che rese necessario anche il divorzio tra Ottaviano e Clodia Pulcra, servì a saldare un'alleanza politica fra l'erede di Gaio Giulio Cesare e lo zio di Scribonia, Sesto Pompeo.
Il legame con Ottaviano diede come frutto il concepimento di Giulia.[2] Ottaviano divorziò da Scribonia nell'ottobre 39 a.C., nello stesso giorno in cui Scribonia dava alla luce Giulia, e sposò invece Livia Drusilla, della gens Claudia, mentre questa era ancora incinta del secondo figlio del precedente marito, Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.) e tre mesi dopo il matrimonio con Ottaviano partorì un maschio, Druso Maggiore. Le condizioni del divorzio da Scribonia, appena partoriente, e del successivo matrimonio con Livia, una donna incinta di un altro uomo, furono giudicate scandalose e al limite della legalità.[6]
Quando Giulia venne inviata dal padre in esilio nell'isola di Pandataria (Ventotene), con l'accusa di adulterio e tradimento, Scribonia chiese di poterla seguire, ma la richiesta non venne soddisfatta.[7] Scribonia era ancora in vita nel 16, quando tentò di convincere il nipote Marco Scribonio Libone Druso a non suicidarsi ma ad accettare la punizione destinatagli.
Scribonia ebbe tre mariti:
Svetonio suggerisce che Augusto divorziò "disgustato dalla sregolatezza dei suoi costumi".[1] I giudizi delle fonti antiche su Scribonia vanno pesati considerando la possibilità di una propaganda vicina ad Augusto volta a giustificarne il divorzio; Seneca la definisce una gravis femina, una "donna dignitosa". Properzio ne loda la maternità, chiamandola "la dolce madre Scribonia" in occasione dell'orazione funebre per Cornelia Scipione (16 a.C.).
Il giudizio degli studiosi moderni è diviso: alcuni la descrivono come "noiosa" e "deprimente",[8] altri la indicano come modello della matrona romana, in quanto possedeva quelle doti di "compostezza" e "calma" che erano necessarie per badare alle personalità depressive e con tendenze suicide della figlia e della nipote.[9]