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Publio Cornelio Scipione[1] (latino: Publius Cornelius Scipio; 48/46 a.C. – dopo il 2 a.C.) è stato un politico romano, che ricoprì la carica di console nel 16 a.C..
Figlio di Publio Cornelio Scipione Salvitone e di Scribonia,[2] era il fratello di Cornelia Scipione e il fratellastro maggiore di Giulia maggiore, figlia di Scribonia e Augusto. Scipione affermava di essere un discendente di Scipione l'Africano e di questo si vantava. Se suo padre Publio Cornelio Scipione Salvitone era figlio di Metello Scipione, allora questo vanto ha sicuramente basi reali[3].
Fu console per l'anno 16 a.C., lo stesso della morte della sorella Cornelia: il poeta Properzio scrisse una elegia per Cornelia, in cui lodava la sua famiglia, inclusi Scipione e Scribonia. Nel 2 a.C. venne esiliato assieme a molti altri da Augusto, con l'accusa di tradimento e di adulterio con la sorellastra Giulia. Ebbe una sola figlia, Cornelia Africana, che sposò il cavaliere romano Aulo Giulio Frontino, molto probabilmente i nonni del meglio noto Sesto Giulio Frontino, governatore della Britannia nel 70, membro del Collegio degli Auguri e autore del De aquaeductu.[3].