Nel mondo di oggi, Paolo Borsellino (miniserie televisiva) è diventato un argomento rilevante per un ampio spettro della società. Fin dalla sua comparsa, Paolo Borsellino (miniserie televisiva) ha avuto un grande impatto in diversi ambiti, generando discussioni, dibattiti e opinioni contrastanti. La sua influenza ha varcato i confini e ha suscitato l’interesse degli esperti in materia, così come della popolazione in generale. Data la sua rilevanza, è importante analizzare in dettaglio e oggettivamente tutti gli aspetti legati a Paolo Borsellino (miniserie televisiva), comprendendone le implicazioni, le conseguenze e le possibili soluzioni. In questo articolo esploreremo a fondo il fenomeno Paolo Borsellino (miniserie televisiva), dalle sue origini alla sua situazione attuale, con l'obiettivo di fornire una prospettiva completa e arricchente su questo argomento di interesse globale.
Paolo Borsellino è una miniserie televisiva italiana del 2004 diretta dal regista Gianluca Maria Tavarelli, con protagonista Giorgio Tirabassi.
Ambientata a Palermo, narra la storia dal 1980 al 1992 del pool antimafia dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sotto la guida di Rocco Chinnici, e successivamente dal giudice Antonino Caponnetto, nella disperata e impegnata guerra contro la mafia.
La miniserie è composta da due puntate della durata di 100 minuti ciascuna, che vennero trasmesse in prima visione l'8 e il 9 novembre 2004 su Canale 5.
Il giudice Paolo Borsellino apprende dalle indagini del capitano dei carabinieri Emanuele Basile - in seguito assassinato in un agguato - della prossima alleanza tra la mafia palermitana (ritenuta in declino) e quella corleonese. Insieme ai colleghi Giovanni Falcone e Rocco Chinnici, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta e ai commissari Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, Borsellino crea un pool investigativo sulla "nuova" mafia dedita al traffico di droga e in grande espansione, grazie all'appoggio di banchieri e politici incensurati. I successivi clamorosi arresti trasformano Borsellino e i suoi collaboratori in un bersaglio della mafia. Il primo a cadere sarà Rocco Chinnici nel 1983, per un'autobomba nei pressi della propria abitazione.
Intanto le rivelazioni del boss pentito Tommaso Buscetta portano al primo maxiprocesso contro la mafia siciliana, che eliminerà i grandi vertici di Cosa Nostra; i commissari Montana e Cassarà vengono però assassinati a distanza di pochi giorni nell'estate del 1985, mentre la vita blindata dei superstiti si fa sentire con tutto il suo peso sulla famiglia Borsellino: è in particolare la figlia adolescente del giudice a pagarne il prezzo più alto, ammalandosi di anoressia nervosa. Nel 1986 Borsellino, una volta avviato il maxiprocesso e resosi più libero dalla zona di Palermo, sceglie di diventare Procuratore della Repubblica a Marsala per indagare sul traffico illecito tra Italia e Stati Uniti.
Nel 1992 Giovanni Falcone ottiene la creazione a Roma della Direzione nazionale antimafia (la "superprocura"), ma viene ucciso insieme alla moglie Francesca Morvillo e alla scorta, prima di poterne assumere la direzione. Ormai consapevole della fine prossima, e della presenza di traditori nello stesso Palazzo di Giustizia, Borsellino si isola sempre di più, continuando le indagini dei colleghi e cercando, per quanto possibile, di preparare i familiari e i fedeli agenti della scorta all'inevitabile fine, che avverrà il 19 luglio 1992 con un attentato mafioso in pieno centro a Palermo.
Puntata | Messa in onda | Telespettatori | Share |
---|---|---|---|
1 | 8 novembre 2004 | 9.973.000 | 35,60% |
2 | 9 novembre 2004 | 11.694.000 | 41,94% |