Oggi voglio parlarvi di Ciclo di affreschi del Paladon. Questo argomento è della massima importanza e attualità oggi, poiché ha un impatto significativo sulle nostre vite. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Ciclo di affreschi del Paladon, dalla sua origine al suo impatto sulla società. Inoltre, esamineremo come Ciclo di affreschi del Paladon si è evoluto nel tempo e quali implicazioni ha per il futuro. Senza dubbio, Ciclo di affreschi del Paladon è un argomento che merita la nostra attenzione e riflessione, quindi invito tutti a continuare a leggere per scoprire di più su questo entusiasmante argomento.
I santi Caterina, Leonardo, Gottardo e Domenico | |
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Autore | Domenico Morone |
Data | 1502 |
Tecnica | affresco |
Dimensioni | 177×288 cm |
Ubicazione | Museo di Castelvecchio, Verona |
N. inventario | 675-1B2070 |
I santi Rocco, Antonio di Padova, Onofrio e Lucia | |
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Autore | Domenico Morone |
Data | 1502 |
Tecnica | affresco |
Dimensioni | 187×302 cm |
Ubicazione | Museo di Castelvecchio, Verona |
N. inventario | 675-1B2071 |
Il ciclo di affreschi del Paladon è un'opera del pittore veronese Domenico Morone per l'ex chiesa del Paladon, oggi nel comune di San Pietro in Cariano, e successivamente (nel 1909) staccato e collocato nel museo di Castelvecchio a Verona.
Si tratta di due pitture murali: nella prima Domenico Morone raffigurò i Santi Caterina, Leonardo, Gottardo e Domenico, nella seconda i Santi Rocco, Antonio di Padova, Onofrio e Lucia. È probabile che l'operazione di stacco sia stata giustificata dall'esigenza di abbattere la chiesetta, cosa che avvenne negli anni immediatamente successivi, nel contesto di una ristrutturazione del complesso.[1]
Entrambi gli affreschi sono firmati e datati, uno 12 settembre 1502 e l'altro 17 ottobre 1502. Si suppone che essi fossero collocati ai lati del presbiterio o di una piccola abside con al centro una pala d'altare o una scultura.[2]
Osservando i volti dei santi rappresentati è visibile chiaramente un aiuto da parte della bottega del Morone e in particolare di quello del figlio Francesco nel rappresentare San Onofrio.[3]