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Carla Vasio (Venezia, 12 febbraio 1923[1]) è una scrittrice e poetessa italiana.
Visse i primi anni di vita a Venezia che lasciò per Roma nel 1934 a seguito del padre, giornalista del Gazzettino. Studiò al liceo Mamiani e si laureò in storia della musica. Esponente della neoavanguardia (partecipò all'esperienza del Gruppo '63)[2], dopo aver pubblicato il romanzo L'Orizzonte con l'editore Feltrinelli, con cui nel 1966 ha vinto il Premio Internazionale Charles Veillon (Prix Charles Veillon), si è dedicata per anni all'arte, sostenendo l'astrattismo, e ha gestito la Libreria dell'Oca di Roma. Si è poi trasferita in Giappone, e da questo periodo ha iniziato a comporre haiku, di cui si è anche occupata come curatrice di raccolte. Ha vinto il Premio Feronia-Città di Fiano per la narrativa nel 1999. In Vita privata di una cultura riunisce i suoi ricordi delle persone che ha conosciuto, tra cui i membri del Gruppo '63 (pag. 13-40 e 114-116), Henri Michaux (pag. 45-49), Angelo Maria Ripellino (pag. 55-59), Carlo Emilio Gadda e Giorgio Manganelli (pag. 60-63), Amelia Rosselli (pag. 64-68), Gillo Dorfles (pag. 74-77), Enzo Mari (pag. 79-82), Italo Calvino (pag. 83-84), Ungaretti (pag. 90-93), Fernanda Pivano e Allen Ginsberg (pag. 103-104), Rossana Rossanda (pag. 110-111), Giacinto Scelsi (pag. 135-163), gli psicanalisti junghiani Ernst Bernhard, col quale fu in analisi per diverso tempo, (pag. 167-170) e Aline Valangin (pag. 171-177), Goffredo Petrassi (pag. 180-182), Alvin Curran (pag. 183-185) e molti altri[3]. Ernst Bernhard la propose così a Bobi Bazlen come potenziale traduttrice per Adelphi: "molto fine, colta e probabilmente bravissima."[4] .
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