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«Esprime la sollecitudine della Chiesa cattolica verso i bisognosi, perché sia favorita la fratellanza umana e si manifesti la carità di Cristo» (Pastor Bonus, 145) | |||
Eretto | 15 luglio 1971 | ||
Soppresso | 1º gennaio 2017 | ||
Successori | Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale | ||
Santa Sede · Chiesa cattolica I dicasteri della Curia romana | |||
Il Pontificio consiglio "Cor Unum" (in latino Pontificium consilium "Cor Unum") è stato un dicastero della Curia romana, istituito da papa Paolo VI nel 1971 per esprimere la sollecitudine della Chiesa cattolica verso i bisognosi, perché sia favorita la fratellanza umana e si manifesti la carità di Cristo.[1]
Il pontificio consiglio "Cor Unum" trova le sue radici nel concilio Vaticano II e nell'auspicio dei padri conciliari, espresso nella Gaudium et spes, che la sollecitudine e gli aiuti verso i bisognosi, «senza essere organizzate in una maniera troppo rigida e uniforme, devono farsi secondo un piano diocesano, nazionale e mondiale»[2]
Il pontificio consiglio venne istituito da papa Paolo VI con la lettera apostolica Amoris officio del 15 luglio 1971.[3] Con la costituzione apostolica Pastor Bonus del 28 giugno 1988 papa Giovanni Paolo II ne ridefinì le competenze.[4] In forza del chirografo Durante l'Ultima Cena del 16 settembre 2004, lo stesso pontefice affidò al Pontificio consiglio "Cor Unum" il compito di seguire ed accompagnare l'attività di Caritas internationalis, sia in ambito internazionale che nei suoi raggruppamenti regionali.[5]
Allo stesso dicastero, Giovanni Paolo II affidò la direzione della "Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel"[6], istituita nel 1984 per la lotta contro la siccità e la desertificazione, e la "Fondazione Populorum Progressio"[7], istituita nel 1992 al servizio delle popolazioni indigene, meticce, afroamericane e contadine povere dell'America Latina e del Caribe.
Con la lettera apostolica Intima Ecclesiae natura dell'11 novembre 2012, papa Benedetto XVI affidò al pontificio consiglio "Cor Unum" il compito di vigilare sull'attuazione della nuova normativa introdotta dal pontefice circa gli organismi cattolici di natura caritativa, e la competenza sull'erezione canonica degli organismi caritativi a livello internazionale.[8]
Con il motu proprio Humanam progressionem del 17 agosto 2016 papa Francesco ne ha disposto la soppressione a partire dal 1º gennaio 2017. Le sue funzioni sono ora esercitate dal nuovo Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.[9]
Secondo la Pastor Bonus scopo primario del Pontificio consiglio "Cor Unum" era di esprimere la «sollecitudine della Chiesa cattolica verso i bisognosi, perché sia favorita la fratellanza umana e si manifesti la carità di Cristo».[1]
La stessa costituzione apostolica così esplicitava i compiti di questo pontificio consiglio:
Compito del Consiglio è quello di:
Articolo 147: Presidente di questo Consiglio è lo stesso del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, il quale procurerà che l'attività dell'uno e dell'altro dicastero proceda in stretto collegamento.
Articolo 148: Tra i membri del Consiglio vengono cooptati anche uomini e donne in rappresentanza delle istituzioni cattoliche di beneficenza, al fine di una più efficace attuazione degli obiettivi del Consiglio.»
La direzione del Pontificio consiglio "Cor Unum" era affidata ad un presidente, coadiuvato da un segretario e da un sottosegretario, tutti di nomina pontificia e della durata di cinque anni. Il Pontificio consiglio era costituito da circa una quarantina di persone, comprensive di membri a titolo effettivo e di consultori.[10]