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Domenico D'Alessandria, conosciuto come Nico (Roma, 10 dicembre 1941 – Roma, 22 dicembre 2003), è stato un regista e sceneggiatore italiano, importante regista del cinema indipendente italiano[1].
Diplomatosi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1967[2] con il saggio d'esame Il canto d'amore di Alfred Prufrock, ispirato alla poesia del poeta modernista Thomas Stearns Eliot Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock e accompagnato dalla voce di Carmelo Bene. Comincia la carriera come aiuto regista di Roberto Mauri, Franco Giraldi, Roberto Gavioli, Tinto Brass, Salvatore Samperi, Antonello Branca, Bitto Albertini, Sergio Martino, Alberto Cardone, Luciano Martino, Renato Savino, Stelvio Massi in film minori e documentari nel periodo tra il 1968 e il 1976.
Amico di Cesare Zavattini, prende parte al dibattito "Il cinema è finito?"[3], che inaugura l'esperienza collettiva dei Cinegiornali liberi di Roma e nel 1968 realizza il cinegiornale "Roma amor". È anche autore per la radio con la serie di audio-documentari Processi mentali del 1978, sei ritratti di malati di mente.
I suoi film hanno una forte impronta documentaristica influenzata dal cinema neorealista e da Pier Paolo Pasolini. La sua opera più nota è L'imperatore di Roma, che racconta la giornata-tipo di un tossicodipendente dall'eroina, interpretato da Gerardo "Gerry" Sperandini, in una forma ibrida tra documentario e cinema di finzione.
Muore a Roma a 62 anni.
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