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Arabo maghrebino الدارجة (Dārija) | |
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Parlato in | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Altre informazioni | |
Scrittura | alfabeto arabo, alfabeto latino |
Tipo | SVO, flessiva |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue afro-asiatiche Lingue semitiche Lingue semitiche centrali Lingua araba Arabo maghrebino |
Codici di classificazione | |
Glottolog | nort3191 (EN)
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L'arabo maghrebino costituisce un gruppo di varianti della lingua araba parlate nel Maghreb, zona che include la Tunisia, l'Algeria, il Marocco e la Libia. I parlanti chiamano la propria lingua dārija (in arabo الدارجة?), che significa "dialetto". Questa viene usata principalmente come lingua parlata; le comunicazioni scritte avvengono principalmente in arabo moderno standard.
La darija è usata per quasi tutte le comunicazioni orali, e anche negli sceneggiati televisivi o sui cartelloni pubblicitari. La darija è caratterizzata da un importante sostrato berbero.[1] L'arabo maghrebino ha inoltre testimoniato importanti influenze del romanzo d'Africa, del punico, dello spagnolo e del francese.[2]
L'arabo maghrebino comprende una moltitudine di dialetti, divisi principalmente in due famiglieː da una parte i dialetti pre-hilalici e dall'altra i dialetti hilalici.
Secondo le normative ISO 693-3, le lingue arabe maghrebine riconosciute sono 12: arabo algerino (arq), arabo sahariano (aao), arabo giudeo-tripolitano (yud), arabo giudeo-tunisino (ajt), hassaniyya (mey), arabo giudeo-marocchino (aju), arabo libico (ayl), maltese (mlt), arabo andaluso (xaa), arabo marocchino (ary), arabo tunisino (aeb), siculo-arabo (sqr).
I dialetti pre-hilalici si sono sviluppati nelle prime fasi dell'arabizzazione del Maghreb, tra il VII e il XII secolo nelle principali città e in alcune zone montuose e comprendono:[3]
I dialetti hilalici, definiti anche "beduini", si sono diffusi nel Maghreb in seguito all'immigrazione delle tribù dei Banu Hilal, avvenuta nell'XI secolo.
I dialetti hilalici si suddividono in quattro sottogruppi: Sulaym (parlati in Libia e Tunisia meridionale), hilalici orientali (Tunisia e Algeria orientale), hilalici occidentali (Algeria centrale) e Mâqil (parlati in Algeria occidentale e Marocco[4]). I dialetti hilalici sono parlati in Marocco occidentale (nelle regioni di Doukkala, Abda, Tadla, Chaouia, Zaër e Sraghna) e orientale (in particolare nelle regioni di Oujda e di Tafilalt), nel Hauts Plateaux algerino, nelle regioni interne della Tunisia e in Libia. In Sahara occidentale, Mauritania, Marocco meridionale, Mali nord-occidentale e Algeria sud-occidentale, il dialetto arabo è di tipo Mâqil ed è conosciuto come hassaniyya.
Nel corso del XX secolo, l'esodo rurale verso le grandi città del Maghreb (in particolare Casablanca, Rabat, Algeri, Orano e Tunisi) ha portato allo sviluppo delle moderne koinè marocchina, algerina e tunisina. Le koinè si sono sviluppate sulla base dei dialetti hilalici degli immigrati e, affermandosi a partire dagli anni 1960 nei mezzi di comunicazione di massa, sono divenute lingua franca e hanno comportato la recessione degli antichi dialetti urbani pre-hilalici (ora parlati solamente dalle antiche famiglie nei centri storici).[10]
Una caratteristica comune a tutti i dialetti maghrebini è l'uso di un prefisso "k" per tutte le persone, seguito dalla consonante o vocale relativa al numero e al genere, n- per esempio per i verbi alla prima persona singolare. Questo a differenza delle forme dialettali medio orientali e dell'arabo standard (in quest'ultima lingua, tale prefisso coincide con l'indice di I persona plurale, ma in arabo maghrebino quest'ultima forma è caratterizzata anche dall'aggiunta di un suffisso -u). Dunque il verbo alla prima persona singolare prevede l'uso del prefisso "kn", alla seconda "kt" alla terza "ki" e così via.
Il lessico dei dialetti maghrebini è caratterizzato anche dalla presenza di numerose influenze lessicali dal berbero, dal francese (in Marocco, Algeria e Tunisia), dallo spagnolo, dal punico e dal romanzo d'Africa.
La pronuncia maghrebina è caratterizzata dalla presenza, peraltro corretta, della lettera "qaf", omessa invece dai dialetti egiziano e medio orientali, per poi riapparire nelle regioni del golfo. La pronuncia prevede inoltre molto spesso l'eliminazione delle vocali all'interno di verbi e sostantivi. Questo rende l'arabo maghrebino molto spesso difficile da comprendere. Problema che invece in genere non hanno i maghrebini, infatti essi capiscono e parlano facilmente le forme dialettali orientali.
Per molti secoli dopo la conquista islamica del Maghreb l'arabo era parlato solo nelle grandi città. Solo qualche secolo dopo la lingua si è diffusa nelle zone periferiche e nelle aree delle popolazioni nomadi a spese delle lingue berbere; al giorno d'oggi queste lingue coesistono.
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