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La Curia Calabra era un luogo di culto o templum utilizzato per l'osservazione rituale della luna nuova nella Roma antica.
Il calendario romano era originariamente lunare. Le Calende o il primo giorno di ogni mese, il pontifex minor occupava la Curia Calabra per attendere l'avvistamento della luna nuova. Il Rex Sacrificulus e il Pontefice poi officiavano una res divina (servizio religioso) e il sacrificio in onore di Giunone, e il popolo romano veniva chiamato in assemblea (nei comitia calata). Come calata, il nome Calabra deriva probabilmente da calare, "convocare" o "proclamare".[1]
Anche se la sua posizione esatta è poco chiara, molto probabilmente era un recinto scoperchiato davanti a una capanna augurale (auguraculum), sul lato sud-ovest della zona Area Capitolina, il recinto del tempio di Giove Ottimo Massimo. Servio Mario Onorato identifica la Curia Calabra con una Casa Romuli ("Capanna di Romolo") sul colle capitolino,[2] ma Ambrogio Teodosio Macrobio fa presupporre che invece era adiacente alla Casa.[3]