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Basiliximab | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6378H9844N1698O1997S48 |
Massa molecolare (u) | 143801.3 g/mol |
Numero CAS | |
Codice ATC | L04 |
DrugBank | DBDB00074 |
Dati farmacocinetici | |
Emivita | 7.2 giorni |
Indicazioni di sicurezza | |
Il basiliximab (nome commerciale Simulect) è un anticorpo monoclonale di tipo chimerico (topo-Uomo) che si lega alla catena α chain (CD25) del recettore dell'IL-2[1] delle cellule T.[2]
Viene usato per la prevenzione del rigetto d'organo nel trapianto, specialmente nel trapianto del rene e per la profilassi della malattia del trapianto contro l'ospite (GvHD) nel trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Viene commercializzato dalla Novartis Pharmaceuticals;[3] è stato approvato per l'uso dalla FDA nel 1998.[4]
Similmente al daclizumab, ritirato dal mercato europeo, basiliximab riduce la severità e l'incidenza nel trapianto di rene del rigetto senza incrementare le infezioni opportunistiche.
Il Basiliximab agisce sull'antigene CD25, isotipo dell'IgG1, presente sulla superficie dei linfociti T cellule coinvolte nel meccanismo del rigetto dei trapianti d'organo). Il CD25 è un recettore che stimola la sintesi dell'interleuchina-2 e stimola anche i linfociti T a suddividersi. Legandosi al CD25, il basiliximab blocca l'attività dell'interleuchina-2, e si comporta per questo come un antagonista della stessa; esso riduce così la velocità e capacità di duplicazione dei linfociti. Infatti, l'IL-2 si lega alla subunità p55 del recettore CD25 che è l'effettore dei meccanismi di trasduzione della sintesi della stessa IL-2. Ciò determina clinicamente una riduzione del rischio di rigetto.