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L'allenatore Bagnoli viene portato in trionfo dalla squadra per la vittoria dello Scudetto.[4]
L'estate 1984 segnò in casa gialloblu gli acquisti di stranieri emersi durante il recente Europeo[5], il tedesco Briegel e il danese Elkjær Larsen.[6] Pur disponendo di un organico numericamente ristretto[7], il tecnico Bagnoli registrò un felice inserimento dei nuovi innesti nella formazione-base.[8][9] A difesa dei pali agiva Garella[10], con la retroguardia imperniata sui laterali Ferroni e Marangon[10]: leader del pacchetto arretrato era il libero Tricella, con Fontolan schierato da centrale.[10]Di Gennaro costituiva il punto di riferimento a centrocampo[11], con Volpati e Briegel – di cui Bruni rappresentava il primo cambio –[10] a completare la mediana[10]; in avanti l'ala Fanna appoggiava le punte Elkjær Larsen e Galderisi[12], risultati a fine stagione i migliori realizzatori della squadra.[10]
Pur a fronte delle insidie proposte in avvio dal calendario, gli scaligeri – a punteggio pieno nel mese di settembre – uscirono indenni dalle trasferte con Inter e Roma imponendosi invece a domicilio contro Juventus e Fiorentina[13]: a siglare il definitivo raddoppio sui bianconeri fu l'attaccante danese, con la rete rimasta celebre per via dello scarpino perso dal giocatore durante l'azione che portò al gol.[14] Espugnato il campo di un Torino capace di contendere a sorpresa il primato agli uomini di Bagnoli[15], un lieve rallentamento non precluse l'inedita conquista del titolo invernale: il giro di boa fu concluso dalla sconfitta di misura con l'Avellino.[16] Sul principio della tornata conclusiva i milanesi operarono un effimero aggancio, coi veneti nuovamente da soli in testa nel mese di febbraio.[17]
Giunta ad accumulare in primavera un vantaggio di 4 lunghezze sulla compagine di Castagner[10], la formazione conobbe l'unico altro passo a vuoto del proprio torneo inciampando in casa per mano dei granata[18]: mentre al gruppo delle inseguitrici si aggiunsero Sampdoria e Juventus[10], a porre un'ipoteca sul titolo fu la vittoria contro la Lazio che certificò l'aritmetica retrocessione di quest'ultima.[19] Il primo titolo di massima serie della storia scaligera recò quindi la data del 12 maggio 1985[10], dopo un pari sul terreno dell'Atalanta che assicurò la vittoria del campionato con 90' di anticipo[4]: impostosi a danno degli irpini nel turno finale, il Verona terminò la stagione con 43 punti sopravanzando un Torino che fece sua la seconda posizione a −4 dai gialloblu.[4]
In Coppa Italia la squadra – dopo un'agevole qualificazione nella fase a gruppi – eliminò il Genoa negli ottavi di finale, per poi arrendersi all'Inter nel turno successivo.[20]
Divise e sponsor
Vengono confermati sponsor tecnico (Adidas) e ufficiale (Canon) introdotti nel 1982: la maglia mantiene il logo della squadra, introdotto al termine della stagione precedente. Per i portieri vi sono una divisa rossa o grigia con quattro strisce blu scuro all'altezza del collo a polo, tinta tenuta sulle maniche lunghe e i pantaloni, unici ad avere le tre righe in bianco.