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Una triplice frontiera è il punto di terraferma in cui si incontrano i territori di tre Paesi diversi o, per estensione, di suddivisioni territoriali di grado inferiore a quello statale. Nel mondo esistono 157 triplici frontiere internazionali[1].
Il conteggio del totale delle triplici frontiere può variare in base a quali Paesi siano considerati sovrani sui diversi territori contesi presenti nel mondo e in base al fatto che vengano o meno considerate come Stati a loro stanti alcune unità politiche non universalmente riconosciute quali stati indipendenti. La possibilità di avere punti di frontiera uguale o maggiore di tre aumenta con i limitrofi di uno Stato: la Cina, per esempio, ha 16 Paesi confinanti, la Russia 14; per contro, per esempio, il Portogallo solo uno, la Spagna. Non avendo confini terrestri, Stati insulari come per esempio Giappone o Nuova Zelanda non hanno triplici frontiere. Tuttavia, riguardo Paesi insulari non completamente circondati da acque internazionali, si può parlare di triplici confini marini nel caso di punto di incontro delle acque territoriali di tre di essi, come nel caso di Singapore, Malaysia e Indonesia che, pur non confinanti via terra, condividono un confine marittimo[2].
Mentre l'esatta collocazione della linea di confine tra due nazioni viene normalente definita grazie a trattati bilaterali, per definire la posizione di una triplice frontiera possono essere necessari accordi trilaterali. Per esempio Cina, Russia e Mongolia hanno definito la posizione di due triplici frontiere (la convergenza con un trattato trilaterale firmato a Ulan Bator il 27 gennaio 1994. L'accordo specificava che un manufatto per segnalare la triplice frontiera sarebbe stato eretto in corrispondenza del più orientale di questi due punti, una località chiamata Tarbagan-Dakh (49°50′44.25″N 116°42′50.49″E ), ma che nessuna forma di segnalazione sarebbe stata predisposta per il secondo di questi punti (definito su un picco chiamato Tavan-Bogdo-Ula).[3]