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Quinto Fabio Massimo Serviliano | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Quintus Fabius Maximus Servilianus |
Gens | Fabia |
Pretura | 145 a.C. |
Consolato | 142 a.C. |
Quinto Fabio Massimo Serviliano (in latino Quintus Fabius Maximus Servilianus; fl. II secolo a.C.) è stato un politico romano durante l'epoca repubblicana.
Quinto Fabio Massimo Serviliano nacque nella gens Servilia, prima di essere adottato da Quinto Fabio Massimo Emiliano[1]. Non si sa molto dei suoi primi anni di vita, ma si crede che nel 145 a.C. ricoprì la carica di pretore[2]. Nel 142 a.C. divenne console con Lucio Cecilio Metello Calvo, l'anno dopo assunse il comando nella guerra di Lusitania, con la carica di proconsole dell'Hispania Ulterior[3]. In questa campagna fu al comando di due legioni, oltre che di forze alleate, che ammontavano a 16.000 soldati e 1.600 cavalieri.
Con queste forze, combatté contro Viriato, che sconfisse in battaglia. Conquistò diverse città al nemico e ne fiaccò le forze, prima di seguire Viriato in Lusitania[4]. Ma nel 140 a.C. Massimo Serviliano fu sconfitto mentre i romani cercavano di prendere Erisane; in fuga con il suo esercito, fu intrappolato in un passo di montagna nei pressi della Sierra Morena. Serviliano si arrese senza condizioni e negoziò un trattato con Viriato, per il quale i Lusitani avrebbero mantenuto il territorio che già possedevano, e che riconosceva Viriato come un amico e alleato di Roma[5].
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