Nel seguente articolo, Pietro D'Achiardi verrà affrontato da diverse prospettive, approfondendone le origini, l'evoluzione e l'attualità oggi. _Var1 è stato oggetto di interesse e controversia nel corso della storia e la sua influenza abbraccia diversi ambiti, dalla cultura alla tecnologia. In questo testo verranno esplorate le diverse sfaccettature di Pietro D'Achiardi, analizzando la sua importanza nella società moderna e il suo impatto sul mondo di oggi. Inoltre, verrà esaminata la sua rilevanza nel contesto contemporaneo, nonché il suo ruolo nello sviluppo umano e nel benessere globale.
Pietro D’Achiardi (Pisa, 28 ottobre 1879 – Roma, 18 dicembre 1940) è stato uno storico dell'arte, critico d'arte, pittore e museologo italiano.
Era figlio del mineralogista Antonio e di Marianna Camici. Sin da giovane fu attratto dal disegno e dell'arte. Nel 1901 conseguì la laurea in Lettere, presso la Facoltà di Magistero della sua città natale. In questo periodo dipinse, con la difficile tecnica della tempera, paesaggi e marine.
Si trasferì a Roma nel 1903 per frequentare il corso di perfezionamento in Storia dell'Arte medievale e moderna; nel 1906 ottenne il diploma, discutendo una tesi riguardante Sebastiano del Piombo.
Divenne celebre per i suoi paesaggi (marine, boschi, giardini, etc.), gli interni di chiese e i ritratti.
Essendo molto religioso, fu attivo nell'arte sacra eseguendo opere per chiese, santuari, conventi e monasteri, soprattutto preparando bozzetti per mosaici.
Piero D'Achiardi si espresse con le tecniche del mosaico, dell'olio, della tempera e dell'acquarello e dell'incisione.
Nel 1908 ricevette l'incarico da Pio X di riorganizzare l'allestimento della celebre Pinacoteca Vaticana nella nuova sede, nell'ala del fabbricato posto sul lato ovest del cortile del Belvedere, al di sotto della Biblioteca Vaticana; riuscì a riunire i quadri conservati in raccolte diverse dei Sacri Palazzi e in luoghi inaccessibili al pubblico. La nuova esposizione della Pinacoteca Vaticana fu inaugurata da Pio X il 28 marzo 1909.
Nello stesso anno divenne ispettore della Galleria Borghese e fu nominato professore dell'Accademia di Belle Arti di Roma, poi presso la Facoltà di Architettura della medesima città. Tra il 1922 e il 1924 lavorò a Gerusalemme per la Chiesa del Getsemani (o delle nazioni): sempre in Terrasanta eseguì la Via Crucis del santuario delle Beatitudini, prospiciente il lago di Tiberiade presso Cafarnao; realizzò i cartoni per i mosaici della cappella del Calvario nel Santo Sepolcro e quelli per la lunetta sopra l'altare nella cripta della basilica della Visitazione ad Ain-Karen (Ein Karem) presso Gerusalemme. Fra il 1926 e il 1929 a Roma realizzò opere di committenza privata e pubblica (restauro e realizzazione di alcuni mosaici a Palazzo Venezia). Nell'ultimo decennio di vita lavorò soprattutto per committenze religiose. Realizzò inoltre una Via Crucis per la chiesa di S. Filippo Neri a Chicago e i cartoni per i mosaici del sepolcro di Pio XI, nelle Grotte Vaticane.
Per i suoi meriti fu insignito del titolo di accademico di San Luca e di quello dei Virtuosi al Pantheon.
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