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Jacques Rozier (Parigi, 10 novembre 1926 – Théoule-sur-Mer, 31 maggio 2023[1]) è stato un regista francese, esponente della Nouvelle Vague.
Jacques Rozier nacque a Parigi nel 1926 e crebbe nel quartiere di Batignolles.[2]
Studiò all'IDHEC nel 1948-1949. Per il suo film di laurea, si recò in Provenza con le sue bobine e una macchina fotografica e filmò le prime immagini del suo futuro cortometraggio Rentrée des classes.
Dopo gli studi, lavorò come assistente televisivo con registi come Marcel Bluwal, Stellio Lorenzi e Claude Loursais, che giravano film negli studi delle Buttes Chaumont. Rozier affermò di essere colpito e influenzato dalla loro velocità di esecuzione e la loro capacità di girare film con i mezzi disponibili.[3][4]
Svolse in quel periodo uno stage sulle riprese di French Cancan di Jean Renoir.[2]
Con i soldi guadagnati in televisione, acquistò pellicole per girare Rentrée des classes. Realizzato nel 1955, può essere considerato il primo film della Nouvelle Vague, insieme a La pointe courte di Agnès Varda.[3]
Con i soldi ottenuti dalla vendita di Rentrée des classes, Rozier produsse il cortometraggio Blue Jeans.[3] Incontrò allora Jean-Luc Godard mentre presentava Blue Jeans alle giornate internazionali del cortometraggio di Tours nel 1958. All'epoca, Godard era un critico cinematografico di Arts e scrisse un articolo intitolato Resnais, Varda, Demy et Rozier dominent le Festival de Tours (t.l. Resnais, Varda, Demy e Rozier dominano il Festival di Tours), il che suonava come una provocazione dato che Agnès Varda, Jacques Demy e Jacques Rozier erano allora completamente sconosciuti (Alain Resnais, invece, era già un affermato documentarista). Godard descrive così Blue Jeans:[5]
Blue Jeans venne in seguito distribuito in sala insieme con il film di John Berry Il giovane leone (Oh! Qué mambo) (1959).[4]
Dopo il successo di Fino all'ultimo respiro (À bout de souffle), nel 1960, Jean-Luc Godard presentò Jacques Rozier al suo produttore, Georges de Beauregard. Quest'ultimo consentì a Rozier di dirigere il suo primo lungometraggio, Desideri nel sole (Adieu Philippine). Ispirato all'estetica del neorealismo italiano, Rozier scelse i suoi attori per strada.[3] Ma la produzione del film fu difficile. Le riprese si svolsero in parte in Corsica, in montagna, in luoghi raggiungibili solo a dorso di mulo. La colonna sonora andò perduta e Rozier, non avendo conservato alcuna traccia scritta dei dialoghi, dovette ricostruirli leggendo le labbra degli attori[2]. George de Beauregard non credette allora più al film e Rozier dovette acquistarne i diritti con gli amici per completare la pellicola ed essere in grado di presentarla al festival di Cannes nel 1962[4]: il film, selezionato per la prima edizione della settimana della critica, ricevette un premio[3] e arrivò finalmente nei cinema nel settembre del 1963[6] dove viene salutato dalla critica e diventa uno dei film emblematici della Nouvelle Vague.[7] Jean-Michel Frodon lo giudicò il film che meglio condensa lo spirito della Nouvelle Vague.[6] Il critico Louis Skorecki lo descrive così:[8]
Il cinema di Rozier dimostra specificità che lo distinguono nettamente da tutto quello fatto prima di lui. Jacques Mandelbaum lo definisce come segue:[9]
Pascal Thomas lo descrive con le parole seguenti:[9]
Negli anni 2000 aveva intenzione di realizzare una commedia chiamata Le Perroquet parisien, inizialmente Le Perroquet bleu, sul mondo del cinema. Le riprese, iniziate nel 2006, furono però interrotte a causa di problemi di produzione.[3]
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