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Figlio di un chimico, Schønberg si interessò ben presto alla recitazione. Debuttò nel 1920 e proseguì per circa un decennio l'attività di attore teatrale.
Ebbe il suo debutto cinematografico nel 1922 nel film La stregoneria attraverso i secoli di Benjamin Christensen. Al 1930 si era costruito una reputazione come attore comico, spesso personaggio principale di una coppia di comici, o nel ruolo di poliziotto ben intenzionato, e personaggi similari. Durante la seconda guerra mondiale cominciò ad interpretare anche ruoli drammatici, e mantenne l'alternanza fra i due tipi di personaggi per tutta la sua vita, stabilendosi come uno dei maggiori attori del film d'arte danese.
Era ben noto per la sua propensione ad impersonare il "colosso dai piedi d'argilla", personaggio altero e apparentemente superiore, che tuttavia si raddolciva mano a mano che il film si avvicinava alla conclusione. Fra i suoi ruoli seri di maggiore effetto si ricordano il gretto informatore di Afsporet, di Bodil Ipsen e Lau Lauritzen Jr. (1942); il sadico direttore di orfanotrofio nel film di impegno sociale Kampen mod uretten di Ole Palsbo (1949); e le sue interpretazioni di alcolizzati in Ta', hvad du vil ha', sempre di Palsbo (1947), e Café Paradis, di Lau Lauritzen Jr. e Bodil Ipsen (1950). Negli ultimi anni d'attività compariva regolarmente nei numerosi adattamenti cinematografici delle opere di Morten Korch, autore di allora popolari storie sulla Danimarca rurale, spesso nel ruolo del fraterno amico del protagonista, o, nella serie di film Far til fire di Alice O'Fredericks, nel ruolo di padre di famiglia vedovo con bambini.
Eccettuati alcuni film di produzione svedese, Schønberg interpretò solo film danesi: nel 1940 gli venne offerta la parte di Martin Lutero in una produzione hollywoodiana, che tuttavia declinò.
Ib Schønberg prese parte alla totalità dei film prodotti in Danimarca nel 1949, e negli ultimi sei anni di vita girò ben 60 film. Su di lui circolava il detto che, su ogni dieci film prodotti in Danimarca, Schønberg ne interpretava undici. Era un personaggio pubblico, appariva ad inaugurazioni e manifestazioni mondane e culturali, e rilasciava spesso interviste. Occupandosi saltuariamente anche di teatro nella sua vita matura, era direttore della Circus-Revy.
Schønberg si ammalò di polmonite nel maggio 1955, e, dopo qualche mese costretto a letto, morì il 24 settembre dello stesso anno[1].
Premi
Schønberg ricevette il Premio Bodil come attore non protagonista una prima volta nel 1948 per il suo ruolo di Oscar Bergholtz nel film Ta', hvad du vil ha', e successivamente nel 1951 per il film Café Paradis.