Nell'articolo di oggi parleremo di Erillo, un argomento che nel tempo ha catturato l'attenzione di tantissime persone. Erillo è un concetto che ha generato dibattiti e discussioni in diversi ambiti, dal livello personale a quello professionale. Fin dalla sua comparsa, Erillo ha suscitato l'interesse di ricercatori, esperti e curiosi che cercano di comprenderne ulteriormente il significato e il suo impatto sulla società. Nel corso della storia, Erillo ha dimostrato la sua capacità di influenzare il modo in cui le persone pensano e agiscono, e in questo articolo esploreremo alcune delle ragioni alla base della sua rilevanza e della sua continua presenza nelle nostre vite.
Erillo di Cartagine o di Calcedonia[1] (in greco antico: Ἥριλλος?, Hérillos; 250 a.C. circa) è stato un filosofo greco antico, stoico, allievo di Zenone di Cizio.[2] Visse nel III secolo a.C.
Si allontanò significativamente dagli insegnamenti di Zenone e ritenne che la conoscenza (ἑπιστήμη) fosse l'obiettivo (τέλος) della vita:
Sostenne anche l'esistenza di un secondo fine subordinato (ὑποτελής): questo fine subordinato faceva riferimento al termine stoico οἰκείωσις [4]. Erillo riteneva che anche coloro che non fossero stati saggi avrebbero potuto aspirare al fine subordinato; tuttavia, solo i saggi avrebbero raggiunto il fine principale.[5]
Erillo considerò anche gli aspetti pratici della vita di tutti giorni: li ritenne necessari e pertanto non aventi alcun valore etico. Fu inoltre accusato da Cicerone di suggerire che vi fossero due obiettivi distinti nella vita.[6]
Diogene Laerzio[7] gli attribuisce le seguenti opere:
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