Divinità ctonie

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Bassorilievo con divinità ctonie greche (Museo archeologico nazionale di Atene)

Il termine divinità ctonia indica tutte quelle divinità, generalmente femminili, legate ai culti di entità sotterranee, personificazioni di forze sismiche o vulcaniche.

Deriva dalla parola greca usata da Ferecide di Siro per indicare una divinità cosmica originaria insieme con Zas (Zeus) e Kronos:[1] Ctonie (Χθονίη, Chthoníē ovvero Sotterranea, dall'aggettivo greco χθόνιος, chthónios che significa sotterraneo).[2]

Il mito di Ctonie

Il mito si sviluppa attorno all'archetipo topico delle ierogamie (da ἱερὸς γάμος, hieròs gámos, cioè «nozze sacre»), narrazione del matrimonio fra due divinità principali che incarnando usi tradizionali umani, rappresentano la fondazione di un assetto o più propriamente di un ordine cosmico. La Terra prima delle nozze con il padre degli dèi è Ctonie, cioè Sotterranea;[2] diventa poi Gea (Γῆ) dopo aver vestito un mantello o un velo, donatole come dote dallo stesso Zeus, costituito dalla vegetazione e dalle terre emerse che coprono le sembianze infernali originarie.

(greco antico)
«Ζὰς μὲν καὶ Χρόνος ἧσαν ἀεὶ καὶ Χθονίη: Χθονίηι δὲ ὄνομα ἐγένετο Γῆ, ἐπειδὴ αὐτῆι Ζὰς γῆν γέρας διδοῖ»
(italiano)
«Zeus e Crono ci sono sempre stati, insieme a Ctonie: a Ctonie fu poi dato il nome Gea allorché Zeus le diede in dono la Terra.»

Divinità e culti ctoni in Italia

Plutone e Proserpina

Attorno al gioco allegorico del disvelamento/nascondimento sono costruiti altri culti e miti legati all'immortalità dell'anima, alla vita dopo la morte e al ciclo delle stagioni. Nei santuari delle divinità ctonie sopravvivevano pratiche taumaturgiche o sciamaniche già abbandonate nei santuari delle divinità della polis. In Italia ebbero diffusione fino agli albori del Cristianesimo.

Galleria d'immagini

Altre culture

Nella mitologia indù, la dimensione infera o ctonia è indicata col termine patala, oppure nāraka in senso infernale.

Note

Bibliografia

  • Anna Ferrari, Dizionario di mitologia greca e latina, Torino, UTET, 2002, ISBN 88-7750-754-3.

Voci correlate