Nel mondo di oggi, Caffè Vergnano è diventato un argomento di grande rilevanza e interesse per un gran numero di persone. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua rilevanza storica o per la sua influenza su vari aspetti della vita quotidiana, Caffè Vergnano ha catturato l'attenzione di un vasto pubblico. Dalle sue origini alla sua evoluzione attuale, Caffè Vergnano continua a generare dibattiti, riflessioni e analisi profonde. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Caffè Vergnano, con l'obiettivo di approfondire la sua importanza e comprendere meglio il suo impatto sul mondo moderno.
Caffè Vergnano | |
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Stato | ![]() |
Fondazione | 1882 a Chieri |
Fondata da | Domenico Vergnano |
Sede principale | Santena (TO) |
Persone chiave |
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Settore | Alimentare |
Prodotti | lavorazione del caffè |
Fatturato | 80,6 milioni di € (2020) |
Dipendenti | 140 |
Slogan | «L'autentico Espresso Italiano» |
Sito web | www.caffevergnano.com |
Caffè Vergnano è un'azienda italiana specializzata nella produzione di caffè, fondata nel 1882 a Chieri e con sede a Santena, nella città metropolitana di Torino.
Caffè Vergnano è considerata la più antica azienda produttrice di caffè a livello nazionale tra le grandi torrefazioni.[1]
L'azienda fu fondata nel 1882 da Domenico Vergnano. Si trattava di una piccola drogheria a Chieri, una cittadina sulla collina torinese. L'attività crebbe molto presto e vennero aperti i primi tre magazzini italiani a Torino, Alba e Chieri. Il vero salto, però, avvenne negli anni trenta quando l'azienda acquistò una fattoria produttrice di caffè in Kenya.
Stabilimento di 13.500 metri quadrati e 24 linee di produzione automatizzate, è la sesta azienda italiana nel canale della grande distribuzione, presente sul territorio in 19 regioni con oltre 4.500 clienti HORECA e nel mondo con più di 70 locali in 19 paesi. Esporta, inoltre, in più di 80 paesi sia nel settore HORECA (tasso di crescita del 15% annuo), sia in GDO con Èspresso1882 (dal 2013).[2]
Dal 2000 la società ha avviato il progetto di espansione dei propri prodotti e del marchio attraverso le caffetterie che si trovano ormai un po' dappertutto in giro per il mondo. Nel 2016 è stato inaugurato il locale numero cento a Singapore,[3] nel 2017 le caffetterie sono già più di 130 grazie anche alla collaborazione con la catena dei megastore di Eataly che ha permesso a Caffè Vergnano di essere presente a Toronto, New York, Roma, Milano, Chicago, Los Angeles, San Paolo, Istanbul, Seul, Tokyo e Mosca. Il modello, curato dall'architetto Roberto Ferrero, è facilmente esportabile: arredi di ispirazione eco-design, mobili in legno non trattato, pavimenti realizzati con legno a basso rilascio di formaldeide e sedute in ecopelle. Il rito del caffè all'italiana è completato da un menu assortito che spazia dalla colazione al pranzo sino all'aperitivo.[4]
A partire dal 2016 si sviluppò un nuovo filone di caffetterie negli aeroporti delle grandi città.[5] La prima è stata aperta a Bari in collaborazione con My Chef, la seconda all'aeroporto di Roma-Fiumicino nel nuovo ampliamento del terminal 3 dei voli intercontinentali, la terza nel 2018 all'aeroporto di Monaco di Baviera, voli intercontinentali, con la collaborazione di Allresto. Lo sviluppo delle caffetterie ha portato i conti della società a raggiungere in cinque anni, dai 64 milioni di euro del 2013, prima i 75,5 milioni del 2015[6] e poi gli 82 del 2017.[4] I risultati ottenuti negli aeroporti indussero la società ad allargare il raggio d'azione delle caffetterie anche alle grandi stazioni ferroviarie,[4] con il primo punto vendita aperto nel luglio 2018 a Roma Termini.[7]
Il 28 giugno 2021 Coca-Cola HBC entra con il 30% nell'azienda con lo scopo di occuparsi della distribuzione di Caffè Vergnano all'estero.[8]
Caffè Vergnano è stata per alcuni anni sponsor del Giro d'Italia. In alcuni spot televisivi, il testimonial è stato Dustin Hoffman.
Nel febbraio del 2012 la Nestlé ha avviato un procedimento d'urgenza contro Caffè Vergnano in quanto, a suo dire, erano stati violati tre brevetti della Nespresso, si contraffaceva il marchio Nespresso e sulle capsule per caffè della Vergnano denominate "Èspresso 1882" veniva illegittimamente esplicitato che erano "compatibili" con le macchine della Nespresso. A giugno del 2012 il tribunale ha respinto tutte le doglianze della Nestlé, con l'obbligo per l'azienda piemontese, puntualmente adempiuto, di rimuovere ogni esplicito riferimento diretto al marchio.[9] Al riguardo, negli spot del 2014, lo speaker spiega che il marchio Nespresso non è di proprietà di Vergnano né delle aziende ad essa collegate.