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Bione di Boristene (Boristene, ... – ...; fl. III secolo a.C.) è stato un filosofo greco antico appartenente alla scuola cinica; vissuto nella prima metà del III secolo a.C. [1].
Figlio di un commerciante (ex schiavo) e di un'etera, divenne schiavo di un retore che lo liberò lasciandolo erede di tutti i suoi beni[2].
Recatosi prima ad Atene, Bione esercitò l'attività di oratore girovago, pronunciando discorsi ispirati al cinismo e allo stoicismo trattati anche con toni umoristici e dando, così, inizio al genere letterario delle διατριβαί (diatribe), la cui invenzione gli viene attribuita[3]. In seguito, a Rodi, tenne una scuola filosofica, influenzato anche dall'essere stato, ad Atene, discepolo del cinico Cratete[4].
Del suo rapporto col re macedone Antigono Gonata esistono alcuni aneddoti come quello riguardante la sua nascita: «al re di Macedonia Antigono Gonata che gli chiedeva di chi fosse il figlio rispose: 'di un vecchio schiavo furfante e di una prostituta'»[5] e in altri episodi riferiti da Diogene Laerzio[6].
Stabilitosi, infine, a Calcide, in Eubea, vi morì dopo lunga agonia.
Si ritiene che la cosiddetta testa di filosofo proveniente dal Relitto di Anticitera ed esposta nel museo di Atene raffiguri proprio Bione.[7]
Bione è considerato l'autore del cosiddetto "cinismo edonistico", poiché i toni severi della dottrina cinica (su influsso del cirenaico Teodoro Ateo[8]) vengono notevolmente attenuati dall'opposta dottrina edonistica: questo diverso cinismo riscosse presso gli intellettuali del tempo un certo favore. Tra l'altro, Bione sosteneva il disprezzo delle opinioni comuni: «non è possibile piacere ai più, se tu non divieni un pasticcio o un vin dolce»[9].
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