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Acetato di benzile | |
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Nome IUPAC | |
Acetato di benzile | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6H5CH2OCOCH3 |
Massa molecolare (u) | 150,18 g/mol |
Aspetto | liquido incolore |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 205-399-7 |
PubChem | 13850405 |
SMILES | c1ccccc1COC(=O)C |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,012 |
Solubilità in acqua | <1 g/L a 23 °C |
Temperatura di fusione | −51 °C |
Temperatura di ebollizione | 214 °C |
Indicazioni di sicurezza | |
L'acetato di benzile, o benzil acetato, nome sistematico etanoato di benzile, è l'estere benzilico dell'acido acetico, avente formula molecolare CH3CO−O−CH2C6H5, la quale evidenzia un acetile unito ad un benzile tramite un ossigeno a ponte. In gergo, la formula è anche scritta con simboli di acetile e benzile: Ac−O−Bz.
Si tratta dell'estere che si forma dalla condensazione dell'alcool benzilico e l'acido acetico. È contenuto naturalmente in molti fiori.
È il principale componente degli oli essenziali dei fiori di gelsomino, ylang-ylang e tobira.
È incolore ed a basse concentrazioni ha un odore fruttato[1] (se concentrato ha un odore pungente) e per tale ragione è largamente utilizzato nella profumeria e cosmetica. Viene anche utilizzato per attirare alcuni esemplari maschi delle api delle orchidee a scopo di studio.[2]
Il metodo più semplice per sintetizzare l'acetato di benzile è appunto l'esterificazione dell'alcool benzilico con l'acido acetico in condizioni di catalisi acida.[3]
Si può sostituire l'acido acetico con la rispettiva anidride utilizzando catalizzatori come lo iodio o a base di metalli di transizione[4], con cloruro di acetile utilizzando tricloruro di alluminio come catalizzatore oppure facendo reagire l'anione acetato con alogenuri benzilici