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Đ (in minuscolo đ) è una lettera derivata dall'alfabeto latino, costituita da una D con l'aggiunta di una barra orizzontale che la taglia. La lettera non va confusa con la Ð (eth, in minuscolo ð) che è una variante insulare del simbolo đ.
La Đ veniva impiegata nel latino medioevale per indicare l'abbreviazione di parole contenenti la lettera D, ed è attualmente utilizzata in numerosi alfabeti, tra cui quello croato, nel quale fu introdotta da Đuro Daničić nel XIX secolo.
Viene anche utilizzata come simbolo fonetico in linguistica.
In minuscolo, la đ viene solitamente scritta con la barra orizzontale posizionata nella parte superiore della stanga (tratto ascendente); quando è usata come simbolo fonetico, tuttavia, è di norma preferibile una variante alternativa con la barra tracciata attraverso il cerchietto inferiore della d[1]. Questa forma è anche quella principalmente trovata nell'ortografia di alcune lingue africane[2].
Similmente, in maiuscolo la Đ viene di norma tracciata con la barra che incrocia unicamente la stanga a sinistra, sebbene in alcune lingue africane ed in vietnamita essa attraversi l'intera lettera.
Nel latino medioevale la Đ veniva utilizzata come simbolo grafico per indicare un'abbreviazione all'interno di parole contenenti la lettera d. Ad esempio, hđum poteva essere utilizzato come abbreviazione per heredum. È usato nella Grafia Veneta Unitaria per scrivere la consonante fricativa dentale sonora di alcuni dialetti veneti, uso però contestato e non utilizzato da altre grafie come quella di Łengua Vèneta che utilizza semplicemente ⟨d⟩.
In vietnamita, la Đ è usata per rappresentare l'emissione simultanea del suono D e di un colpo di glottide (IPA: ). È considerata a tutti gli effetti una lettera a sé stante, e posizionata fra la D e la E nell'alfabeto vietnamita.
La Đ venne introdotta nell'alfabeto inglese e norreno. Oggi si conserva solo in quello islandese e faroese.
La Đ venne introdotta nell'alfabeto croato a partire dal XIX secolo, per opera del linguista e filologo Đuro Daničić. A partire da questa data, il lessema iniziò ad essere utilizzato nelle trascrizioni latine del cirillico, prima in serbo e successivamente in macedone, per rappresentare la affricata alveopalatale sonora (IPA: /dʑ/). Nel contesto delle lingue slave, viene spesso traslitterata in italiano come dj, dato che il suono che esprime è simile: ad esempio Međugorje/Medjugorje.
L'equivalente di Đ nell'alfabeto cirillico è Ђ ђ in serbo e montenegrino, mentre in macedone il suo parziale equivalente è Ѓ ѓ (in alcune regioni della Macedonia del Nord il suono /dʑ/ non viene usato nel parlato).
In sami settentrionale e sami skolt la Đ è usata per rappresentare una fricativa dentale sonora (IPA: /ð/, come la pronuncia inglese di th in this). È considerata una lettera a sé stante, posizionata fra D e E nell'ordine alfabetico.