Nel mondo di oggi, Za'atar è diventato un argomento di grande interesse e rilevanza. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua rilevanza storica o per la sua influenza sulla cultura popolare, Za'atar è un argomento che continua a generare dibattiti e controversie. In questo articolo analizzeremo diversi aspetti legati a Za'atar, dalla sua origine fino al suo impatto oggi. Esploreremo la sua evoluzione nel corso degli anni, le sue diverse interpretazioni e il suo ruolo nel mondo contemporaneo. Attraverso un'analisi dettagliata, cercheremo di far luce su questo argomento appassionante e intrigante.
Lo zaatar è una mistura di spezie tradizionalmente composta da timo, sesamo, sommacco e sale, ma la cui composizione può anche prevedere origano, cumino, semi di finocchio, santoreggia, maggiorana, issopo.
Come per molte miscele di spezie, ogni famiglia ha la sua ricetta. Si conserva sott'olio, sotto sale, o fatta essiccare al sole.
In Libano si crede che questa miscela di spezie rafforzi il corpo e la mente; perciò i bambini sono incoraggiati a mangiare cibi insaporiti con zaatar (un sandwich aromatizzato allo zaatar è una colazione tradizionale prima di un esame). A Zahle si producevano medicine a base di timo (considerate oggi fitoterapiche) da lì nasce il cognome Zaatar.[senza fonte]
Nel dialetto siracusano il timo viene chiamato sattra o zattra, mentre in quasi tutta la Sicilia è conosciuto come sataredda.[senza fonte]
Cucina tipica
Manaqish preparati con zaatar in un forno palestinese
Lo zaatar è usato per speziare pani, focaccie, carni e verdure e mescolata con olio di oliva viene spalmata sulla base di una sorta di piccola focaccia mediorientale, chiamata manqūsh (plurale manāqīsh). Viene anche aggiunta al labne (uno yogurt che è stato scolato fino a fargli raggiungere la consistenza di un formaggio cremoso dal sapore intenso).
Amir S. Cheshin, Bill Hutman e Avi Melamed, Separate and Unequal: The Inside Story of Israeli Rule in East Jerusalem, Illustrated, Harvard University Press, 2001, ISBN978-0-674-00553-2.
Andrew Dalby, Empire of pleasures: luxury and indulgence in the Roman world, Illustrated, Routledge, 2000, ISBN978-0-415-18624-7.
Andrew Dalby, Dangerous Tastes: The Story of Spices, Illustrated, University of California Press, 2002, ISBN0-520-23674-2.
Faculté de Médecine de Paris, Codex medicamentarius: sive Pharmacopoea Gallica jussu regis optimi et ex mandato summi rerum internarum regni administri, apud Hacquart, 1818.
Jo Ann Gardner, Herbs in bloom: a guide to growing herbs as ornamental plants, illustrazioni di Holly S. Dougherty, ristampa illustrata, Timber Press, 2004, ISBN0-88192-698-1.
Ignace J. Gelb (a cura di), Assyrian dictionary, Volume 21, University of Chicago. Oriental Institute, ISBN0-918986-05-2.
Margaret Roberts, Margaret Roberts' A-Z Herbs: Identifying Herbs, How to Grow Herbs, the Uses, Struik, 2000, ISBN1-86872-499-9.
Joanna Savill e Maeve O'Meara, The SBS eating guide to Sydney: a guide to Sydney's world of restaurants, cafes & food shops, 10, illustrata, Allen & Unwin, 2005, ISBN1-74114-578-3.
Johannes Seidemann, World Spice Plants, Berlin, Springer, 2005, ISBN3-540-22279-0.
Barbara Abdeni Massaad, Man'oushe: Inside the Lebanese Street Corner Bakery, Interlink Pub Group Inc, 2016