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Tupolev Tu-2 | |
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Descrizione | |
Tipo | bombardiere |
Equipaggio | 4 |
Progettista | ![]() |
Costruttore | ![]() Industrie di Stato URSS |
Data primo volo | 29 gennaio 1941 |
Data entrata in servizio | novembre 1942 |
Utilizzatore principale | ![]() |
Altri utilizzatori | ![]() ![]() ![]() |
Esemplari | 2 570 ( di cui 1 120 circa prima del maggio 1945). |
Dimensioni e pesi | |
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Lunghezza | 13,80 m |
Apertura alare | 18,86 m |
Altezza | 4,55 m |
Superficie alare | 48,80 m² |
Peso a vuoto | 7 474 kg |
Peso max al decollo | 11 360 kg |
Propulsione | |
Motore | due radiali Shvetsov ASh-82FN, a 14 cilindri |
Potenza | 1 850 cv (1 380 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 550 km/h a quote medie, con pieno carico. |
Autonomia | 1 400 km con 2 500 kg di carico offensivo. |
Tangenza | 9 500 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 3 Berezin UB calibro 12,7 mm (2 in postazione dorsale e 1 ventrale). |
Cannoni | 2 ShVAK calibro 20 mm nelle ali |
Bombe | 3 000 kg |
Note | Dati riferiti alla versione Tu-2S |
Dati tratti da Enciclopedia l'Aviazione[1] | |
voci di aerei militari presenti su Wikipedia |
Il Tupolev Tu-2 (in cirillico Туполев Ту-2, nome in codice NATO Bat (pipistrello)[2]) era un bombardiere medio bimotore ad ala alta sviluppato dall'OKB 156 diretto da Andrej Nikolaevič Tupolev e prodotto in Unione Sovietica, impiegato dalla Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare dell'Unione Sovietica. Oltre al classico ruolo di bombardiere, prestò servizio anche come bombardiere in picchiata, velivolo da supporto e caccia pesante[3].
Dopo la seconda guerra mondiale, l'aereo fu impiegato in Unione Sovietica fino agli anni cinquanta e in quelle di numerosi Paesi del Patto di Varsavia e filosovietiche, restando in servizio, nelle sue varie versioni, fino ai primi anni sessanta[4]
Il progetto del velivolo che sarebbe diventato famoso come Tu-2 (in base alla designazione assegnata solo nel 1943) ebbe inizio nel corso del 1937 mentre Andrej Nikolaevič Tupolev era detenuto nel carcere di Butjrka, presso il quale era stato trasferito dopo un primo periodo di detenzione trascorso nelle celle della Lubjanka (all'epoca quartier generale del NKVD)[1].
In sostanza Tupolev ricevette l'ordine di realizzare un velivolo che avrebbe dovuto avere come punto di riferimento il tedesco Junkers Ju 88 ed esserne superiore in quanto a prestazioni; le disposizioni prevedevano un velivolo dall'apertura alare di circa 19 m, peso di 11 000 kg e motori da 1 400 CV[1].
Al progetto venne assegnata la sigla ANT-58 (ritenuta di buon auspicio, in quanto il numero coincideva con quello della cella di Tupolev)[1]. Il gruppo di progettisti carcerati posti sotto la guida di Tupolev venne identificato come KB-103 (ufficio di progettazione 103), così il velivolo risulta designato anche come Самолёт 103 (Velivolo 103).
La condizione di detenzione non permetteva di svolgere il lavoro in modo spedito ma, con l'aggiungersi di personale tecnico progressivamente imprigionato dal regime staliniano, alla metà del 1938 il progetto cominciò a prendere le sue forme definitive. La maggiore difficoltà era rappresentata dalla progettazione dell'ala, che fino ad allora (nell'OKB-156) era la specialità di Vladimir Petliakov. Petliakov, a sua volta incarcerato, era infatti stato messo a capo di un altro ufficio di progettazione (il KB-100): ne nacque così il Petlyakov Pe-2, inizialmente identificato come Velivolo 100. I due velivoli nascevano sulla base di richieste simili che differivano, prevalentemente, nelle dimensioni e nel peso complessivo (il Pe-2 avrebbe dovuto essere leggermente più piccolo del Tu-2).
Il progetto presentato da Tupolev venne approvato nel marzo del 1940 ed il primo prototipo dell'ANT-58 (privo di motori) venne completato nell'ottobre del medesimo anno; alla sua realizzazione presero parte anche Sergej Pavlovič Korolëv (successivamente divenuto famoso per la progettazione dei primi razzi nell'ambito del programma spaziale sovietico) e Robert Lûdvigovič Bartini (ingegnere italiano, espatriato nel 1923).
L'attesa per l'installazione dei propulsori (due 12 cilindri a V Mikulin AM-37) si protrasse fino al nuovo anno. Finalmente, il 29 gennaio 1941 il prototipo (ANT-58) si levò in volo dimostrandosi capace di eccellenti prestazioni[1][5].
Il successivo 18 maggio venne portato in volo un secondo esemplare definito 103 U (identificato anche come progetto ANT-59), rivisto nel tronco posteriore della fusoliera (allungata per alloggiare un mitragliere in postazione ventrale) e nelle eliche (dalle dimensioni più generose).
La costruzione del velivolo subì tuttavia nuovi ritardi: a causa dell'invasione tedesca dell'Unione Sovietica si decise di evacuare e trasferire il carcere di Omsk, presso il quale aveva sede l'ufficio tecnico di Tupolev e, contemporaneamente, si optò per l'adozione dei motori radiali Shvetsov M-82 da 1 400 cv (che solo in un secondo tempo avrebbe acquisito la designazione definitiva di Shvetsov ASh-82) a causa dell'inaffidabilità del Mikulin AM-37.
Ancora nel 1941, questa volta il 15 dicembre, fu la volta del terzo prototipo (ANT-60) definito 103 V: si trattava di un velivolo la cui struttura fu il più possibile semplificata per agevolare la prevista produzione in serie che, tuttavia, fu preceduta da un ulteriore prototipo (ANT-61) definito 103 S, equipaggiato con motori ASh-82FNV (da 1 700 CV), mitragliatrici Beresin UBT da 12,7 mm e piani verticali modificati.
La lunga gestazione del Tu-2 sembrava non avere mai fine e solo nel novembre del 1942 tre velivoli furono consegnati ai reparti che operavano al fronte, nei pressi di Kalinin, dove suscitarono immediatamente reazioni entusiastiche[1].
Il Tu-2 era un monoplano bimotore ad ala media, con struttura interamente metallica; dotato di vano bombe posizionato centralmente, al di sotto dell'ala, poteva trasportare fino a 3 000 kg di bombe ed aveva una dotazione complessiva di 3 mitragliatrici da 12,7 mm per la difesa, posizionate nel dorso (2) e nel ventre (1) della fusoliera. L'armamento era completato da una coppia di cannoni ShVAK da 20 mm, posizionati alla radice delle semiali.
I motori della versione di serie, come detto, erano una coppia di Shvetsov ASh-82: si trattava di un nuovo e potente propulsore radiale a 14 cilindri (a doppia stella) raffreddato ad aria, che equipaggiava i più recenti aerei sovietici; i serbatoi di carburante avevano una capacità di circa 3 000 l.
L'abitacolo era disposto in posizione rialzata, con il supporto dell'antenna radio di struttura massiccia che si ergeva davanti al parabrezza. L'equipaggio era composto da 4 persone: il pilota ed il marconista-mitragliere erano disposti in tandem nell'abitacolo, il navigatore era disposto all'estrema prua (vetrata nella parte inferiore) ed un secondo mitragliere trovava posto (disposto in posizione prona) nella postazione ventrale ricavata in fusoliera, anteriormente ai piani di coda.
Nella prima (e più importante) versione di serie (Tu-2S) non vennero installati gli aerofreni previsti nel prototipo; verranno riproposti in un secondo momento nelle versioni da attacco in picchiata.
Come lasciato immaginare dai primi esemplari consegnati, il Velivolo 103 dimostrò ampiamente le proprie capacità tanto che nel gennaio del 1943 venne concesso l'utilizzo della sigla Tu-2 (che identificava il progettista) e, nel medesimo anno Tupolev ricevette per la prima volta il Premio Stalin e lui ed il suo staff vennero rimessi in libertà[1].
La prima unità sovietica ad essere equipaggiata con il Tu-2 fu il 132 BAP della 3 VA (Vozdušnaja Armija, Armata Aerea). Il velivolo ebbe il suo battesimo del fuoco nel cielo di Velikie Luki. Qui, tra il novembre ed il dicembre 1942, il Tu-2 svolse 46 sortite. Poi, l'11 febbraio 1943, il 132 BAP fu trasferito alla 17 VA per supportare l'avanzata verso il fiume Dnepr e svolse altre 47 sortire - attaccando aeroporti e snodi ferroviari - fino al 13 aprile, quando l'unità venne ritirata dal fronte. In questo periodo andarono persi soltanto tre Tupolev, mentre altri sette furono danneggiati.[6]
A seguito di nuovi ritardi sulle linee di produzione, tra cui un nuovo spostamento degli stabilimenti, il velivolo fu in grado di dare il proprio significativo apporto agli eventi bellici solamente nella primavera del 1944 ed il numero di esemplari consegnati prima della fine della guerra superò di poco le 1 100 unità.
Prodotto in Unione Sovietica fino al 1948, il Tu-2 rimase in servizio con la V-VS anche nell'immediato dopoguerra. L'aereo venne contemporaneamente trasferito a molti dei paesi aderenti al Patto di Varsavia e l'Aviazione cinese ne impiegò alcuni esemplari nel corso della guerra di Corea.
Furono eseguiti diversi sviluppi: questi comprendevano un modello d'attacco al suolo con un cannone NS-37 nel muso solido (mai entrato in servizio), un modello da caccia notturna dotato di radar e un modello d'alta quota con ali ad apertura incrementata, il Tu-6.
I Tu-2 della V-VS vennero ritirati dal servizio operativo nei primi anni cinquanta mentre gli esemplari cinesi prestarono servizio fino al termine degli anni settanta.
Dati sulle versioni tratti da Enciclopedia l'Aviazione[1].
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