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René Warcollier (Omonville-la-Rogue, 8 aprile 1881 – Parigi, 23 maggio 1962) è stato un ingegnere chimico e parapsicologo francese.
Nel 1903 si laureò in chimica all'École nationale supérieure di Parigi, brevettando successivamente alcuni schermi speciali per la proiezione di film e vari processi chimici per la produzione sintetica di pietre preziose.[1]
Tesoriere dell'Institut Métapsychique International dal 1929 al 1938, nei due anni seguenti fu redattore della rivista Revue Métapsychique, ricoprendo la carica di presidente dell'istituto dal 1951 al 1962.[1]
Gli studi di parapsicologia di Warcollier riguardarono principalmente esperimenti di telepatia, durante i quali uno o più "agenti" osservavano un'immagine bersaglio, mentre uno o più "percipienti" dovevano tentare di riprodurla senza vedere o completamente bendati. Dopo il 1922, la maggioranza dei suoi test interessò coppie di mittenti e destinatari che erano di stanza nel territorio francese. Collaborando con Gardner Murphy[2] eseguì anche alcuni esperimenti, nei quali le squadre di mittenti-destinatari erano rispettivamente di stanza in Francia e a New York, ovvero in Francia e Gran Bretagna.
I sostenitori di Warcollier affermarono che il suo metodo sperimentale rappresentava un progresso rispetto agli studi precedenti, in termini sperimentali e di significatività scientifica, in particolar per la scelta di utilizzare disegni di oggetti reali come stimoli target. Un importante critico contemporaneo fu il matematico e parapsicologo britannico Samuel Soal, il quale affermò che il metodo di Warcollier non era ottimale poiché i campioni target non erano casualizzati a sufficienza e che le corrispondenze tra obiettivi e risposte dei percipienti venivano identificate senza il vincolo di criteri formali e oggettivi.[3]
Warcollier scartò il metodo statistico e tentò di ottenere prove dirette per la telepatia. A conclusione dei suoi esperimenti, affermò che gli uomini trasmettono i pensieri meglio delle donne, ma che queste ultime sono i migliori ricevitori, e che i giovani sono più sensibili alle impressioni mentali rispetto agli anziani. I suoi esperimenti furono accolti positivamente da un ristretto novero di parapsicologi come Harry Price e, in generale, criticati dalla comunità scientifica.[4][5]
I suoi risultati sperimentali furono pubblicati tra il 1924 e il 1962 in una serie di 56 articoli di Revue Métapsychique, di cui si ricordano in particolare La télépathie expérimentale (1926) e Étude de dessins télépathiques de M. Vigneron au cours de vingt ans d'expérimentation (1951). Risultati e riflessioni teoriche furono raccolti anche in alcune monografie quali La Télepathie (1921), che Gardner Murphy fece tradurre e pubblicare negli Stati Uniti, e La Métapsychique, uscita in stampa nel 1940 e nel 1946.[6]
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