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Patomimia | |
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Specialità | psichiatria e psicologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | V65.2 |
ICD-10 | Z76.5 |
MeSH | D008306 |
eMedicine | 293206 |
Col termine patomimia o simulazione di malattia (in inglese: malingering), si intende la creazione cosciente di sintomi di disturbi mentali o di patologie fisiche al fine di ottenere dei "guadagni secondari", che possono consistere, ad esempio, in una compensazione finanziaria; nell'evitamento della scuola, del lavoro o del servizio militare; nell'ottenimento di farmaci; nello sgravio di condanne penali e così via.[1] La simulazione risulta, dal punto di vista nosografico, diversa dal disturbo di somatizzazione e dal disturbo fittizio.[2] La mancata rilevazione dei casi di simulazione di malattia comporta un onere economico considerevole sul sistema nazionale sanitario.[3][4]
Il suo esatto contrario è la dissimulazione, rappresentata dal nascondere, minimizzare, non far trasparire la propria sofferenza o i segni della malattia mentale/fisica in corso.
Secondo il DSM-5, la simulazione di malattia può essere sospettata:[5]
Risulta ampiamente dimostrato che il contesto valutativo (medico-legale e forense) esercita un impatto distorsivo sulla tendenza dei soggetti ad amplificare o meno i sintomi autoriportati. Tale effetto distorsivo è presente anche quando i soggetti risultano realmente affetti da patologia mentale[6].
Sotto questa categoria rientrano disturbi in cui la produzione o la simulazione intenzionale di segni e sintomi fisici o psichici si verifica senza incentivi esterni per tale comportamento (per esempio, senza volerne ricevere un guadagno economico o benefici di natura legale). Un classico esempio di disturbo fittizio è la sindrome di Münchhausen.