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La metropolia di Ancira (in greco: Ιερά Μητρόπολις Αγκύρας; Iera Mitropolis Ankyras) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli.
Ancira, l'odierna città di Ankara nel cuore dell'Anatolia, era la capitale della provincia romana della Galazia e poi della Galazia Prima, provincia sorta alla fine del IV secolo per divisione dell'antica regione storica. Nel V secolo la Galazia entrò a far parte della diocesi civile del Ponto.
Non si hanno dato certi sull'origine della comunità cristiana ad Ancira, che la tradizione fonda in età apostolica. Il Martirologio Romano ricorda diversi martiri di Ancira: Clemente vescovo e Agatangelo (23 gennaio), Basilio presbitero (22 marzo), Teodoto e le sette vergini (18 maggio), Proclo e Ilarione (12 luglio), Platone (22 luglio), Giuliano sacerdote (13 settembre), Nilo abate (12 novembre), Filomeno (29 novembre), Gemello (10 dicembre),
Nel IV secolo, con l'affermarsi del cristianesimo, poiché era capitale di una provincia romana, Ancira divenne sede metropolitana. Nelle Notitiae Episcopatuum occupa generalmente il 4º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli, dopo Cesarea, Efeso e Eraclea.[1]
Ad Ancira furono celebrati alcuni sinodi regionali.[2] Tra questi si ricordano il sinodo del 273, che regolò alcune questioni riguardanti la disciplina ecclesiastica. E soprattutto il sinodo del 314, a cui presenziarono più di cento vescovi di quasi tutte le province asiatiche dell'Impero romano e i cui canoni, che sono giunti fino a noi, sono stati in larga parte recepiti dal concilio ecumenico di Nicea del 325: in esso fu stabilito il divieto riguardante diaconi, preti e vescovi di sposarsi dopo l'ordinazione; venne adottata una serie di misure riguardanti il reinserimento dei lapsi nella Chiesa, alcune norme penitenziali per vari peccati gravi (assassinio, peccati sessuali, magia) e un certo numero di regole disciplinari e amministrative concernenti il clero. Infine un terzo sinodo, di carattere semi-ariano, fu celebrato ad Ancira nel 358, presieduto dal locale vescovo Basilio.
La Notitia attribuita all'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo, attribuisce a Cesarea 8 diocesi suffraganee: Tavio, Giuliopoli, Aspona, Verinopoli, Mnizo, Cinna, Anastasiopoli (anticamente Lagania) e Calumene.[3] Le stesse suffraganee sono menzionate ancora nella Notitia del XII secolo, l'ultima che riporta l'elenco delle suffraganee per ogni sede metropolitana. La riduzione della popolazione cristiana nella regione dopo la conquista ottomana porterà alla scomparsa di tutte queste suffraganee, status già attestato dal XV secolo.[4]
Pur essendo documentata in tutte le fonti patriarcali, non è chiaro se Ancira, per i secoli XIV-XVII, fosse una sede residenziale o solamente titolare o se addirittura fosse stata soppressa. A causa della riduzione del numero dei fedeli, la metropolia viveva una difficile situazione economica, che non le permetteva il minimo necessario per la propria sussistenza. La stessa cronotassi episcopale evidenzia che in questi secoli si conoscono i nomi di pochissimi vescovi, e solo dal XVIII secolo la lista dei vescovi si fa più continua.[5]
La comunità ortodossa era ancora numerosa all'inizio del XX secolo, quando si contavano all'incirca 40.000 fedeli, per lo più Karamanlidi. La metropolia comprendeva il vilayet di Ankara, escluso il sangiaccato di Kayseri, che apparteneva alla metropolia di Cesarea;[4] dal 1794 cattedrale metropolitana era la chiesa di San Nicola.[5]
La comunità e l'arcidiocesi sono scomparse in seguito agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che ha imposto obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia.
Il titolo di metropolita di Ancira è ancora assegnato dal patriarcato di Costantinopoli, ma è un semplice titolo vescovile non residenziale.[6] Finora il titolo di Ancira è stato assegnato in una sola occasione, il 10 luglio 2018, a Geremia Kallighiorghis, già metropolita della Svizzera.