Lettera a Flora

L'argomento Lettera a Flora è uno di quelli che ha catturato l'attenzione della società negli ultimi tempi. Con crescente interesse e rilevanza in vari campi, Lettera a Flora ha generato dibattiti, discussioni e analisi in diversi settori. Dal suo impatto sulla cultura all'influenza sull'economia, Lettera a Flora si è rivelato un argomento di grande importanza oggi. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Lettera a Flora, evidenziandone l’importanza, le implicazioni e i possibili sviluppi futuri. Con un approccio critico e analitico, approfondiremo il mondo di Lettera a Flora per comprenderne meglio l'impatto sulla società contemporanea.

Testo greco della Epistola a Flora di Tolomeo tratto da Ptolemaeus: Brief an die Flora di Adolf von Harnack, 1904.

La Lettera a Flora è un testo gnostico del II secolo, opera del teologo Tolomeo e importante fonte per la conoscenza delle dottrine valentiniane.

Fino alla scoperta del corpus di opere gnostiche di Nag Hammadi, erano sopravvissute poche opere gnostiche autentiche. Una di queste è la Lettera scritta da un discepolo di Valentino, Tolomeo, noto anche dagli scritti di Ireneo di Lione, a una donna di nome Flora. La lettera è nota solo grazie alla sua inclusione nel Panarion di Epifanio, grande summa antiereticale della fine del IV secolo.[1]

Contenuto

I valentiniani distinguono due dei: il Dio superiore, ineffabile, di natura spirituale, Padre di Cristo, e il Dio inferiore, il Demiurgo, di natura psichica, creatore diretto del mondo psichico e materiale. A differenza di Marcione, che considerava le Scritture di Israele una rivelazione inferiore e le interpretava in blocco alla lettera, i valentiniani sostenevano con finezza che in esse si possono trovare elementi pneumatici, psichici e materiali, corrispondenti alle tre nature che, nella loro complessa cosmogonia, erano derivate variamente dal peccato mitico verificatosi nel mondo divino. A partire da qui e senza necessità di selezionare, eliminare o disprezzare alcuni scritti, si diedero all'interpretazione scritturistica. Questo schema si riflette nella Lettera a Flora di Tolomeo, secondo cui la parte pura della Legge non è estranea al Salvatore ed è da lui portata a compimento. Così, sebbene attribuisca la Legge di Dio nel suo complesso al Demiurgo, sembra pensare a un'azione del Dio superiore per mezzo del Logos e di Sophia, i quali, a insaputa del Demiurgo, hanno introdotto nella Legge elementi pneumatici. Tolomeo sanziona tutti i risultati per mezzo delle parole del Salvatore e di Paolo, adeguatamente interpretate, il che mostra il carattere unitario dell'esegesi valentiniana, che si muove comodamente in tutti gli scritti antichi e nuovi.

Notes

  1. ^ Haer., 33, 3-7, ed. K. Holl, I, Lipsia 1915, p. 450 segg.; anche A. Harnack, Ptolemaeus: Brief an die Flora, Bonn 1904; trad. it. in E. Buonaiuti, Frammenti gnostici, Roma 1923.

Bibliografia

  • Emanuela Prinzivalli (a cura di), Storia del cristianesimo, vol. 1, Carocci, 2015, pp. 152-3, ISBN 8843075071.

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN181240803 · LCCN (ENno92024541 · GND (DE1088056008 · BNF (FRcb16582437f (data)