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Georges Poulet (Chênée, 1902 – Bruxelles, 31 dicembre 1991) è stato un critico letterario belga.
Nato a Chênée (oggi parte della città di Liegi), in una famiglia piccolo-borghese e cattolica di lingua francese, fratello minore dello scrittore Robert Poulet (dopo la guerra accusato con Céline di collaborazionismo), dopo aver ottenuto il dottorato presso l'Università di Liegi dal 1927 ha insegnato all'Università di Edimburgo, dal 1952 alla Università Johns Hopkins, quindi all'Università di Zurigo e a quella di Nizza.
Pur non avendo mai insegnato all'Università di Ginevra, Poulet è però considerato tra i critici letterari della scuola di Ginevra, che comprende Albert Thibaudet, Marcel Raymond, Albert Béguin, Jean Rousset, Jean Starobinski e Jean-Pierre Richard, tutti in qualche modo rifiutanti l'approccio formale della critica testuale, secondo il magistero di Gaston Bachelard e Maurice Blanchot, verso lo studio dell'interiorità dello scrittore e, per Poulet, in particolare, la percezione bergsoniana della durata.
Il suo lavoro è stato in contatto con le opere critiche di Jacques Rivière, Charles Du Bos, Wilhelm Dilthey e Friedrich Gundolf, influenzando il decostruzionismo americano di J. Hillis Miller.
Dopo la tetralogia Études sur le temps humain (il cui primo volume ha ottenuto il "Prix Sainte-Beuve", il secondo il "Grand Prix de la Critique littéraire" e un premio dell'Académie française), Poulet si è messo a studiare l'esperienza della temporalità in autori come Molière, Proust, Flaubert, Montaigne, René Char o Baudelaire per ricostruire il "cogito" o coscienza di ognuno di essi.
Ha anche curato opere intime di Henri-Frédéric Amiel e Joseph Joubert e le poesie di Maurice Scève.
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