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Gaetano Di Maio (Napoli, 18 agosto 1927 – Napoli, 24 marzo 1991) è stato un commediografo e poeta italiano.
Figlio d'arte di Oscar Di Maio e dell'attrice Margherita Parodi, Gaetano si trovò, giovanissimo, a dover sostituire il padre venuto a mancare prematuramente. Il fratello, Edoardo è scrittore e poeta, le sorelle Olimpia e Maria, attrici. Studioso di filosofia e di letteratura, esordì nel 1948 con Core 'e zingara. Nel 1962 la sua commedia Avendo potendo pagando fu interpretata da Nino Taranto e negli anni successivi, sempre per lui, Di Maio scrisse la serie televisiva Michele Settespiriti, prodotta dalla Rai.
Dal 1972, con la commedia La fortuna ha messo gli occhiali, ebbe inizio la sua collaborazione con la compagnia stabile del Teatro Sannazaro di Napoli. Fra i titoli: Mpriesteme a mugliereta, È asciuto pazzo 'o parrucchiano, che traeva origine dal precedente lavoro Nu paese mmieze 'e guaie, Madama Quatte solde, Arezzo 29 in tre minuti (o Arezzo 29, in breve), Il morto sta bene in salute e Ce penza mammà.
Le sue opere sono state interpretate, fra gli altri, da, Ugo D'Alessio, Luisa Conte, Pietro De Vico, Carlo Taranto, Gennarino Palumbo, Rosalia Maggio, Enzo Cannavale, Giacomo Rizzo, Marina Confalone, Antonio Merone e, a Parigi, da Jacques Fabri.
Di Maio si cimentò anche nella riscrittura di testi classici, come con Lisistrata, ovvero "o sciopero de mugliere", rappresentata nel 1983 al Teatro Grande di Pompei, Le donne al parlamento di Aristofane e Le furberie di Scapino di Molière, che fu rappresentata col titolo Le trovate di Minichiello. Fu pubblicata postuma, nel 1994, la raccolta di poesie in lingua, trovate dal nipote Ernesto Paolozzi, Verranno amici, curata da Giuseppe Di Costanzo.[1]
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