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Fibroma pendulo | |
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Specialità | genetica clinica |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 701.9 |
ICD-10 | L91.8 e Q82.8 |
OMIM | 109400 |
MedlinePlus | 000848 |
Il fibroma pendulo, noto anche come acrochordon e chiamato informalmente porro[1], è una lesione benigna della cute dovuta ad un'abnorme crescita di fibroblasti[2].
I fibromi penduli si presentano generalmente come una massa morbida, di circa 1-5 millimetri di diametro (o più grandi), iperpigmentate o dello stesso colore della pelle[2][3]. La superficie può presentarsi uniformemente liscia o corrugata. Possono inoltre essere sia sessili che peduncolati[4]. Spesso si presentano in numero consistente[2].
A livello microscopico si può individuare una parte interna contenente tessuto fibroso ed eventuali vasi sanguigni, circondata da normali cellule dell'epidermide[2].
Tendono a formarsi in maniera spontanea in corrispondenza di aree sottoposte a sfregamento e delle pieghe cutanee (soprattutto collo, ascella, inguine e palpebre)[4]. Si tratta di un fenomeno tipico dell'adulto[2][4]: la comparsa di fibromi penduli nel bambino può essere segno di una patologia sottostante, come la sindrome del nevo basocellulare (sindrome di Gorlin-Goltz)[2][5].
Una maggiore incidenza di questo tipo di fibromi è stata rilevata nei soggetti dislipidemici[5], negli obesi[2][3][5] e in persone che presentano iperglicemia e insulinoresistenza[2][3][6]. La gravidanza sembra predisporre allo sviluppo di questo tipo di lesioni[2][6].
La comparsa patologica di fibromi penduli è stata collegata ad alcune alterazioni genetiche, come la sindrome di Birt-Hogg-Dubé[7].
Essendo lesioni benigne non necessitano di trattamento, che può essere comunque effettuato per fini estetici[2] o in caso di infiammazione o di strangolamento del peduncolo[2]. I fibromi di piccoli dimensioni possono essere rimossi tramite ansa diatermica, terapia laser e/o crioterapia, mentre quelli più grandi richiedono l'escissione chirurgica[4].