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In meccanica la cilindrata è il volume d'aria teoricamente aspirato durante un ciclo fisico da una macchina volumetrica. Nel caso di una macchina alternativa, è data dal volume descritto dal ciclo del pistone tra il punto morto inferiore e il punto morto superiore.[1] Nel caso di motori a più cilindri, tale grandezza va moltiplicata per il loro numero e talvolta la cilindrata così calcolata è detta totale, per distinguerla dalla cilindrata unitaria, che indica il volume riferito ai singoli cilindri.
In meccanica viene indicata generalmente con il centimetro cubo o con il centilitro, oppure in litri; negli USA si usa in alcuni casi il pollice cubico.
Nei motori con i pistoni a movimento alternativo (anche il motore rotativo a pistoni cade in questa categoria), per ottenere questa misurazione vengono di solito indicati due dati: l'alesaggio e la corsa, espressi in millimetri.
Questa misurazione è molto più complicata nel caso di motore rotativo Wankel, anche per il fatto che in un ciclo termico il motore compie tre aspirazioni; la cilindrata per camera (singola faccia del rotore) è pari a:
Legenda:
Per ottenere la cilindrata di ogni singolo rotore è sufficiente fare una semplice moltiplicazione
Mentre la cilindrata totale è:
Fattore importante per il confronto delle varie tecnologie.
Dato che la potenza sviluppata dal motore è legata a:
Quindi nelle competizioni e per il confronto tra i diversi tipi di motore, si usa questo fattore in modo da paragonare nel modo più equo il rendimento delle diverse tecnologie; questo fattore viene determinato in modo che il motore di nuova tecnologia sia paragonabile ad un motore con tecnologia a quattro tempi, ed esso viene ricavato mediante la divisione del numero di fasi termiche per il numero delle rotazioni del motore compiute in queste fasi termiche.
I Moltiplicatori di cilindrata sono:
Questo fattore per essere usato correttamente andrebbe accoppiato con il limite di regime massimo e il numero di cilindri, in modo da evitare di favorire un motore rispetto all'altro, difatti se si parifica l'effetto dato dai diversi cicli, ma non si equalizza il regime massimo allo stesso regime limite, si favorisce il motore che riesce a sviluppare un regime superiore, come è successo con la MotoGP, dove si è utilizzato il fattore di moltiplicazione, ma non è stato accoppiato al limite di rotazione massima, il che ha conferito un vantaggio dei motori a quattro tempi, i quali già erano capaci d'usare l'iniezione diretta rispetto al carburatore dei motori a due tempi.
Spesso la cilindrata viene utilizzata come metro per dividere in varie classi i veicoli e applicare diverse tassazioni a seconda della fascia di appartenenza, come la potenza fiscale negli anni passati.
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