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Catapano (o Catepano) da κατά (katà) ed ἐπάνος (epànos) (italiano: "colui che sta al di sopra")[1] o, secondo un'ipotesi non meno autorevole, dal persiano kadbān (pater familias)[2], è il termine utilizzato inizialmente per indicare un alto ufficiale bizantino.
Il catapano era un ufficiale bizantino che nella gerarchia militare era al di sopra dello strategos.[1] In Italia, dopo l'anno 970,[1] il termine indicò il governatore bizantino del Catepanato d'Italia, che riuniva sotto di sé, con il compito di riorganizzarli, i themata di Calabria, Langobardia e Lucania, avendo quindi il ruolo di governatore militare e civile dell'intera Italia meridionale bizantina; il catapano aveva sede a Bari. Il titolo di "catapano" venne tuttavia conservato anche sotto i Normanni, i quali lo attribuirono a funzionari con compiti differenti (al governatore di città, o a un magistrato giudiziario, o all'ufficiale dell'armeria), mentre gli Spagnoli, durante la loro dominazione, lo usarono particolarmente in Sicilia per i semplici amministratori locali: ad esempio, la Controversia liparitana fu causata da due catapani aventi il compito di riscuotere le imposte, i quali avevano sottoposto al tributo del plateatico un sacco di ceci che gli incaricati del vescovo di Lipari volevano vendere sulla piazza del mercato. Il vescovo, che riteneva lesi i suoi antichi privilegi, reagì colpendoli con la scomunica.