Atepomaro

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Atepomaro (in latino Atepomarus o Atepomaros) era una figura della mitologia celto-gallica, considerata come una guaritrice. A Mauvières (nell'Indre), durante la dominazione romana della Gallia, Apollo ne era associato nella forma cultuale di Apollo Atepomarus.

In alcuni dei santuari curativi di Apollo (come a Sainte-Sabine, in Borgogna) gli erano associate piccole figurine di cavalli.

Nome ed etimologia

Il titolo appare anche come Atepomerus.[1]

Gli studiosi suggeriscono che il nome sia un composto di at- (cioè "intensificatore"), -epo- (la parola celtica per "cavallo") e -marus ("grande dei grandi"):[2][3] pertanto, l'epiteto è talvolta tradotto come "Grande Cavaliere" o "che possiede un grande cavallo".[4][5]

Pierre-Yves Lambert rifiuta il suo legame con i cavalli e suggerisce un'etimologia basata su *ad-tepo, relativa a "protezione, rifugio".[6]

Miti

Come fondatore

Un altro personaggio chiamato Atepomaro, assieme a un certo Momoro, fu la coppia di re celtici fondatori della città di Lugdunum (Lione). Fuggirono da Sereroneo, a nord, ed arrivarono su una collina nei pressi della Saona. Momoro, che aveva capacità di presagio, vide l'abbattimento di uno stormo di corvi (creature considerate importanti per Lúg) cadere lì, così chiamò la collina Lougodunum ("il castello di Lug"), in onore degli uccelli deceduti in loco, e qui si stabilirono. Questo mito è riportato nelle opere di Clitofonte Rodio e nel De fluviis dello Pseudo-Plutarco.[2][4][7][8]

Come teonimo

Il nome è anche un teonimo legato alle divinità greco-romane Apollo e Mercurio.[4][9][10] A Mauvières è stata rinvenuta un'iscrizione ad Apollo Atepomarus, legato alla tribù gallica dei Biturigi.[11][12]

Note

  1. ^ (FR) Jean-Paul Persigout, Dictionnaire de Mythologie Celte, Éditions du Rocher, 1996, p. 103, ISBN 2-268-00968-8.
  2. ^ a b (FR) Jean Bousquet, Inscriptions de Rennes, in Gallia, vol. 29, n. 1, 1971, 109–122 , DOI:10.3406/galia.1971.2572.
  3. ^ (FR) Ranko Matasovic, Etymological Dictionary of Proto Celtic, Leipzig, Brill, 2008, p. 258, ISBN 978-90-04-17336-1.
  4. ^ a b c (FR) Daniel Gricourt e Dominique Hollard, Lugus et le cheval, in Dialogues d'histoire ancienne, vol. 28, n. 2, 2002, 121–166; 124, 126, DOI:10.3406/dha.2002.2475.
  5. ^ (DE) Edgar C. Polomé, Etymologische Anmerkungen zu keltischen Götternamen, in Zeitschrift für celtische Philologie (ZcP), vol. 49-50, n. 1, 1997, p. 741.
  6. ^ su Persée.fr: (FR) Pierre-Yves Lambert, Patrice “Lajoye, Des dieux gaulois. Petits essais de mythologie”, Series Minor, n. 26, Budapest, Archaeolingua alapítvány, 2008, in Études Celtiques, vol. 38, 2012, 320–321 .
  7. ^ (EN) Andrew C. Johnston, The Sons of Remus: Identity in Roman Gaul and Spain, Cambridge (Massachusetts), Harvard University Press, 2017, pp. 142, 144, ISBN 9780674660106.
  8. ^ (FR) Monique Clavel-Lévêque, Mais où sont les druides d'antan... ? Tradition religieuse et identité culturelle en Gaule, in Dialogues d'histoire ancienne, vol. 11, 1985, 556–604 , DOI:10.3406/dha.1985.1675.
  9. ^ (FR) Dominique Carru, Michel Christol e Michel Janon, Mercure et les “Ateii” de “Carpentorate” (Carpentras, Vaucluse): Note sur une inscription récemment découverte, in Revue archéologique de Narbonnaise, vol. 37, n. 1, 2004, 277–289 , DOI:10.3406/ran.2004.1143.
  10. ^ Come epiteto a Mercurio è nota un'iscrizione di Titus Flavius Postuminus conservata al Museo della Bretagna (Rennes): (FR) Base avec inscription, su collections.musee-bretagne.fr. URL consultato il 16 novembre 2023.
  11. ^ (FR) Jean-Jacques Hatt, Apollon guérisseur en Gaule: Ses origines, son caractère, les divinités qui lui sont associées - Chapitre II, in Revue archéologique du Centre de la France, vol. 22, n. 3, 1983, 185–218 , DOI:10.3406/racf.1983.2383.
  12. ^ (FR) Myriam Fincker e Francis Tassaux, Les grands sanctuaires "ruraux" d'Aquitaine et le culte impérial, in Mélanges de l'École française de Rome: Antiquité, vol. 104, n. 1, 1992, 41–76 , DOI:10.3406/mefr.1992.1746.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni