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Alberto Merlati | |||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | ||||||||||||||||||
Altezza | 204 cm | ||||||||||||||||||
Peso | 95 kg | ||||||||||||||||||
Pallacanestro ![]() | |||||||||||||||||||
Ruolo | Centro | ||||||||||||||||||
Termine carriera | 1975 | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Squadre di club | |||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||
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Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Alberto Merlati (all'anagrafe Alberto Manlio Gualtiero Vittorio Filippo Merlati[1]) (Cuneo, 4 luglio 1943 – Milano, 12 dicembre 2024[2]) è stato un cestista e imprenditore italiano.
Centro di 204 cm, ha giocato in Serie A e vestito la maglia della Nazionale italiana[3].
Vinse lo scudetto 1967-1968 con la maglia dell'Oransoda Cantù. Militò in Nazionale, con cui ha disputato i Mondiali e gli Europei 1967.
Era noto soprattutto in quanto fu l'ultimo giocatore della Serie A a eseguire i tiri liberi con due mani, lanciando la palla tra le gambe all’altezza delle ginocchia. Nel 1968, con l'Oransoda Pallacanestro Cantù, vinse lo scudetto. La squadra, allenata da Borislav Stanković e diretta dal general manager Gianni Corsolini, era celebre per il trio di lunghi formato da Merlati, Bob Burgess e l’oriundo argentino Alberto De Simone. Questo trio, soprannominato il "Muro di Cantù", divenne un simbolo di solidità e dominanza difensiva. Dopo l’esperienza a Cantù, Merlati proseguì la carriera giocando per diverse squadre italiane, tra cui Gorizia, Venezia, Saclà Asti e Torino.
Conclusa la carriera sportiva, Merlati si dedicò con successo all'imprenditoria. Fondò La Fabbrica, un'azienda attiva nel campo della cultura e della letteratura[4].