L'argomento Tommaso Latini è stato discusso e analizzato numerose volte nel corso della storia. Dai tempi antichi all'era moderna, Tommaso Latini è stato oggetto di dibattito, ricerca e riflessione. La sua influenza si estende a diversi ambiti della vita, dalla politica alla cultura, all'economia e alla società in generale. Nel corso del tempo, Tommaso Latini ha acquisito significati diversi ed è stato interpretato in modi diversi, il che ha contribuito alla sua importanza e rilevanza nel mondo di oggi. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Tommaso Latini e cercheremo di far luce sul suo impatto e sulle sue implicazioni nella nostra realtà quotidiana.
Tommaso Latini | |
---|---|
![]() | |
Nascita | Roseto degli Abruzzi, 17 ottobre 1893 |
Morte | Dobrova, 7 maggio 1942 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Roseto degli Abruzzi |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | fanteria |
Corpo | Granatieri di Sardegna |
Reparto | II battaglione |
Anni di servizio | 1913 - 1942 |
Grado | Colonnello |
Ferite | Oslavia 1915 Piave 1917 |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) Invasione della Jugoslavia |
Comandante di | II reggimento Granatieri di Sardegna |
Decorazioni | 4 medaglie d'argento |
Studi militari | Accademia Militare |
Frase celebre | Viva i Granatieri |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Tommaso Latini (Roseto degli Abruzzi, 17 ottobre 1893 – Dobrova, 7 maggio 1942) è stato un militare italiano.
Entrato molto giovane nell'Accademia militare, fu assegnato al reggimento Granatieri di Sardegna. Durante la prima guerra mondiale si distinse diverse volte in combattimento, venendo ferito due volte in battaglia e decorato con 3 medaglie d'argento al valore.[1] Proseguì la sua carriera arrivando al grado di colonnello. Fu Aiutante di Campo, di Vittorio Emanuele III. Per i suoi ottimi servigi, il Sovrano gli conferì il titolo nobiliare di Conte. Durante la Seconda guerra mondiale, nel maggio 1941, fu dislocato, con il suo reparto, in Slovenia e Croazia. L'unità partecipò così, alle operazioni contro le bande partigiane locali. Nel maggio del 1942, durante un'imboscata nei pressi di Dobrova, da parte dei partigiani di Tito, al comando del II reggimento granatieri, cadde vittima in combattimento. Le ultime sue parole furono "W i granatieri"[2] Per questa azione gli fu assegnata un'altra medaglia d'argento.[3] Il 1º giugno 1942 la sua salma fece ritorno a Roseto degli Abruzzi dove riposa nel Cimitero cittadino.