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Satala | |
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Civiltà | romana |
Utilizzo | fortezza |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Distretto | Distretto di Kelkit |
Mappa di localizzazione | |
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Satala | |
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Periodo di attività | forte ausiliario dalla dinastia giulio-claudia fortezza legionaria dal 72/73 al 545 |
Località moderna | Sadak in Turchia |
Unità presenti | Legio XVI Flavia Firma dal 72/73 al 117 Legio XV Apollinaris dal 117 a Giustiniano I (545). |
Dimensioni castrum | 425x350 metri circa, pari a 14,87 ha[1] |
Provincia romana | Cappadocia |
Battaglie nei pressi | nel 298 |
Satala è il nome dell'antica fortezza legionaria della provincia romana della Cappadocia, che corrisponde all'odierna località turca di Sadak, dove è stato individuato l'omonimo sito archeologico. [2]
In seguito all'annessione della provincia di Cappadocia, avvenuta sotto l'imperatore Tiberio nel 17 furono posti lungo il fiume Eufrate alcuni forti militari a presidio del settore settentrionale del limes settentrionale orientale, a guardia dei confini con il regno d'Armenia. E qui come in altre località potrebbe essere sorto un primo sito di milizie ausiliarie.
Una volta terminata la guerra civile e volgendo ormai verso la conclusione la prima guerra giudaica, la legio XII Fulminata e la XVI Flavia Firma furono destinate alla provincia di Cappadocia dal 72/73, la prima con destinazione Melitene, la seconda fu posizionata a Satala, a protezione del confine dell'Eufrate.[3]
La legione XVI Flavia rimase fino alla fine principato di Traiano, quando al termine delle campagne militari contro la Partia, fu rimpiazzata dalla legio XV Apollinaris (dal 117),[4] che rimase a presidio di questo tratto di limes fino alla fine del IV secolo come è testimoniato dalla Notitia Dignitatum (databile al 387 circa).[5]
Nel sito è stata scoperta, per la prima volta in Anatolia, anche una necropoli militare, dove oltre agli scheletri dei defunti, è stata ritrovata una Diplomata in bronzo, che attestava l'avvenuto congedo del soldato dal servizio nell'esercito romano. [2]
Gli scavi, inoltre, hanno riportato alla luce la porta principale originale del Castrum, le mura datate all'epoca medievale, e diversi oggetti come ceramiche lavorate a mano e reperti di epoca ellenistica, armature militari, numerose punte di freccia, maschere teatrali, lucerne e monete romane.[2]
Di particolare valore il ritrovamento di una Cintura di bronzo appartenuta ad un guerriero del regno di Urartu, un antico regno dell'antica Armenia tra il IX e il VI secolo a.C., che potrebbe far pensare all'allargamento della sua area di influenza a questa regione.[6]